10 Passi per ripercorrere la sfida fra Dinamo e Menssana, con i Sardi poco lucidi per la tristezza e i Toscani bravi ad essere concentrati sino all’ultimo secondo; IL COUNTDOWN
10: Come il voto al PalaSerradimigni; gremito fino all’ultimo spazio disponibile, ma dall’umore cupo; il silenzio nel pregara è assordante, si è lì per vedere una partita di Basket, ma la mente è rivolto a tutt’altro, si prova a cercare la normalità con i tiri di riscaldamento per i giocatori, si prova a scherzare e ad immaginare come sarà la partita fra il pubblico sugli splati, eppure, la serenità è una cosa ben distante da quel parquet; poi quelle note di No Poto Reposare nella versione di Beppe Dettori, già tristemente ascoltate qualche settimana prima, e come allora, un applauso lungo, spontaneo e ricco di sentimento per ricordare e onorare la scomparsa di Giovanni Cherchi, direttore generale della Dinamo e amico di tanti tifosi; chi lo conosceva bene scoppia in lacrime, chi non aveva avuto il piacere di stringergli la mano sente comunque che la FAMIGLIA DINAMO ha perso una sua colonna portante.
Qualcuno diceva che lo spettacolo deve andare avanti e così è stato, bravo il COMMANDO e con loro tutto il pubblico a tifare a squarciagola fino all’ultimo secondo, perché, chi ha dato il cuore per la Dinamo, merita di essere onorato, facendo ciò che lui avrebbe voluto. COMMOVENTE
9: Come i rimbalzi di Thomas; non è una partita come le altre, ci si gioca il primo posto, che non significa niente a questo punto del campionato, ma che comunque ti regala un sorriso, lui in una giornata in cui i Piccioni si tengono bel lontani dal PalaSerradimigni visto le percentuali di tiro, ci prova a trovare la concentrazione giusta da subito, compensando una presenza a rimbalzo timida per larghi tratti della Dinamo, nonostante la Menssana abbia dovuto rinunciare ad Hunter, insomma BlackJesus non si smentisce. ONNIPRESENTE
8: Come il voto per David Reginald Cournooh from CityFrank of Veron; Hackett non c’è e serve quindi un qualcuno che metta gli attributi al posto suo, lui che si conosce con CrespI come il burro con la marmellata alza la mano e dice presente, buone letture in attacco ma soprattutto, mente fredda e lucida, con mano chirurgica dalla lunetta negli istanti finali, quelli in cui la palla è fatta di Piombo, il canestro ha il diametro di una tazzina di caffè e il pubblico avversario ti fa capire che non è propriamente gradita una buona mira. MATURO
7: Come le triple tentate da Carter, alla fine ne metterà dentro 4, tutte pesantissime, in una gara dove ha contato di più il collettivo, lui si è messo in luce con le iniziative personali, prendendosi la ragione nei momenti più difficili della gara. GARANZIA
6: Come i falli subiti da Caleb Green; dei 60 punti Sassaresi, 20 sono i suoi; lui si gasa bloccando i tiri a gioco fermo degli avversari e quando lo fa, riesce sempre a creare delle striscie pesanti per i nemici, un incubo per tutti, ma solo sul lato offensivo; alla fine della gara lui di penalità a referto ne avrà 0, non che sia un male, ma un briciolo in più di tenacia difensiva, potrebbe tornare davvero utile. PROMOSSO
5: Come i rimbalzi di M.Green; l’unica nota positiva di una serata da dimenticare in fretta; l’assenza di Hackett poteva essere un grosso vantaggio, ma lui paga come gli altri la mancanza di lucidità per la tristezza della giornata; il punteggio basso ed un Jhonson in ombra, non lo aiutano ad entrare in ritmo e alla fine vedrà una VIRGOLA nel suo tabellino; a proposito di Jhonson lui di rimbalzi ne ha presi 4, ma in 13 minuti; minutaggio ridotto per una prestazione che verrà ricordata per la pacata reazione alla sua sostituzione nel terzo quarto piuttosto che per il gioco espresso. DA INCORAGGIARE
4: Come i falli di Erik Green e Viggiano; Crespi negli istanti finali, riesce a trovare le giuste contromisure all’attacco Sassarese e lo fa, con un quintetto atletico, capace di reggere l’intensità della squadra di Sacchetti; i due sopracitati nonostante una situazione falli disastrosa, sono davvero bravi a difendere e soprattutto ad evitare con dei buoni cambi, degli isolamenti in cui poteva essere spesa l’ultima penalità, cosa che riesce alla perferzione ad E.Green e per lunghi tratti anche all’ex Brindisi poi comunque costretto a lasciare il parquet. ESEMPIO
3: Come i liberi sbagliati da Sassari così come sono solo 3 i giocatori biancoblu presentatisi in lunetta; stesso discorso per Siena, che di liberi comunque ne sbaglia uno in meno e soprattutto non trema quando il pallone è di piombo, il diametro è stretto etc etc. Gli errori Sassaresi contano di più di quelli Senesi, perché sono arrivati nel momento più favorevole ai padroni di casa; era il terzo quarto e l’inerzia della gara era tutta nelle mani della Dinamo, con il canestro sardo tappato e la Montepaschi in bonus da subito; per tre volte consecutive Sassari fa 1\2 e non riesce a portarsi oltre i 6 punti il proprio vantaggio. OCCASIONE MANCATA
2: Da leggere come posizione: SECONDI; Sassari è costretta a salutare la capolista al termine dei 40′, i Sardi avrebbero voluto un finale diverso non solo per il prestigio, quanto per una dedica speciale, così non è stato e fra il pubblico biancoblu però, nessuno se ne rammarica; onore a Siena che nonostante mille cambiamenti, vicende societarie che turbano l’ambiente ed infortuni, ritrova per l’ennesima volta la testa solitaria del campionato. QUESTIONE DI MENTALITA’
1: Come le schiacciate messe a segno in totale nel corso della partita; ci riesce E.Green per Siena, Sassari non porta a casa il ferro in nessuna occasione, complice il pick and roll non funzionante dell’asse M.Green Jhonoson e le transizioni offensive più lente del solito; perché parliamo della penuria di Schiacciate?
Perché ieri si è perso il conto degli SDENG biancoverdi, diverse volte i giocatori di Crespi sono arrivati sino al ferro per poi vedere il pallone schizzare verso altri orizzonti eppure, di stoppate nel tabellino Sassarese se ne conta solo una. CANESTRO TROPPO ALTO
0: Come l’inchiostro rimasto nella penna di Facchini; il trio Paglialunga, Bettini, Quarta (a proposito, SI è un ex giocatore di Basket, i due metri non mentono), regalano davvero tanto da scrivere a bordo campo al responsabile unico degli arbitri, che deve appuntare diverse cose per poter poi tirare le orecchie ai suoi scudieri. Partita molto fisica e difficile da gestire, ma la non uniformità di giudizio nelle decisioni è evidente e, ad essere più penalizzato alla fine, è il gioco. Dire che una squadra è favorita o meno dalla condotta arbitrale sarebbe sbagliato, perché solo gli occhi del tifoso non vedono i regali a proprio favore, ma vi sono dei dubbi di carattere generale che riguardano molti seguaci della pallacanestro, ad esempio: quel simpatico smile al centro del pitturato, sotto il canestro, a che serve? RIMANDATI
BasketItaly.it – riproduzione riservata