Do you Remember?: Zeljko Rebraca da Treviso per diventare re d’Europa
Il cestista, cheper questa ultima puntata prima delle vacanze natalizie (l’appuntamento con i nostri fedeli lettori sarà per il prossimo anno alla riscoperta di nuovi personaggi)abbiamo scelto, è un giocatore slavo, che in Italia si è fatto le ossa per spiccare il volo prima tra le fila di una grande d’Europa, e poi verso il dorato pianeta dei professionisti americani. Il giocatore che corrisponde alla descrizione di sopra è il pivot serbo Zeljko Rebraca, che può vantare una delle bacheche più ricche in assoluto per i tanti trofei conquistati con la propria Jugoslavia e con i suoi diversi club di appartenenza. Nasce a Prigrevica in Serbia il 9 Aprile 1972, e fin da subito per quel gran fisico che madre natura gli mette a disposizione si capisce che è un predestinato a giocare sui campi di pallacanestro. Alto 213 cm per 120 kg (questo peso è riferito agli ultimi anni di carriera e dovuto al grande lavoro atletico fatto in particolare negli Usa per aumentare il proprio tonnellaggio in termini di chili e muscoli ad un fisico originariamente abbastanza esile ), braccia lunghissime, e grandissime doti di elevazione in quel giovane ragazzo cresciuto in quel di Novi Sad, il Partizan Belgrado, allenato da un Zelimir Obradovic alle prime esperienze in panchina, vide un ottimo prospetto da far crescere nelle proprie file. Zeljko arriva al Partizan nel 1991 e rimarrà con i bianconeri di Belgrado fino al 1995, ed in questi anni con la casacca bianconera si toglierà grandissime soddisfazioni. La prima, sicuramente, fu la conquista dell’Eurolega nella finalissima di Istanbul contro la Joventud Badalona nel 1992. Era un Partizan composto da giocatori giovanissimi come Djordjevic e Danilovic, destinati a dominare il palcoscenico europeo nel prossimo decennio, e con una serie di sorprese, anche ai danni delle squadre italiane (la Virtus Bologna fu sconfitta nella decisiva gara tre dei quarti al PalaDozza dai serbi, che nelle semifinali alle Final Four giustiziarono la Philips Milano) riuscì a centrare un’impresa inaspettata per gli addetti ai lavori dell’epoca. In quella squadra Rebraca partiva dalla panchina, ma nonostante i soli 20 anni e la scarsissima esperienza a quei livelli non faceva mancare il proprio contributo quando veniva chiamato in causa da coach Obradovic. Negli anni successivi il Partizan perse via via i propri pezzi da novanta, e così Zeljko divenne un punto di riferimento per i belgradesi, che in quegli anni si dovettero accontentare della vittoria di due coppe dell’ex Jugoslavia nel 1994 e nel 1995. Proprio nell’estate del 1995 il lungagnone serbo, che intanto nel 1994 era stato scelto al secondo giro del draft Nba dai Seattle Supersonics, ancora acerbo e tutto da costruire dal punto di vista tecnico e fisico arriva in Italia a Treviso. Nella città della Marca il giovane ventitreenne serbo ha la fortuna di lavorare con due grandissimi allenatori, infatti fino alla primavera del 1997sarà allenato da Mike D’Antoni, e poi successivamente riabbraccerà il vecchio maestro Zelimir Obradovic. In quegli anni si assiste alla piena maturazione cestistica di Rebraca che vincerà tantissimo sia in Italia, ma soprattutto con la sua nazionale in giro per il Mondo. Con la sua Jugoslavia infatti farà una vera e propria indigestione di successi come l’argento olimpico del 1996 ad Atlanta, l’oro ai Mondiali in Grecia, e due allori europei, prima nel 1995, e poi purtroppo per i colori italiani nel 1997, quando con una sua grandissima prestazione sotto le plance i slavi batterono l’Italia in terra di Spagna. Con la Benetton i successi personali parlano di uno scudetto vinto nel 96-97 contro la Fortitudo Bologna in finale, di una Supercoppa Italiana conquistata nella stagione successiva, e di una Coppa Saporta vinta al suo ultimo anno alla Benetton (vinta in quel di Saragozza contro il Valencia) nella stagione 98-99. Negli anni italiani il suo anno migliore in termini di numeri fu sicuramente il 96-97, l’anno dello scudetto trevigiano, quando ebbe una media di 17 punti con oltre 7 rimbalzi conquistati a partita, e si rendeva protagonista come uno dei giocatori più intimidatori nel pitturato(quasi due stoppate a partita). In quegli anni gli scout Nba facevano la spola tra l’Italia e gli Usa per monitorarlo e conoscerlo sempre meglio dal punto di vista tecnico e fisico, ma anche se quasi ogni estate sembrava pronto per sbarcare in Nba la sua partenza per gli Stati Uniti mai si materializzava. A proposito di ciò bisogna dire che negli States vi era, a dispetto degli ultimi anni nei quali si sono definitivamente aperte le porte per i giocatori europei e di tutto il mondo, una certa diffidenza per i giocatori che non fossero made in Usa. Infatti quando Zeljko lascio la Benetton nell’estate del 99’ non lo fece per andare negli Stati Uniti ma per approdare ad una delle regine del basket continentale quale era, ancor di più che ai giorni nostri, in quegli anni il Panathinaikos Atene. Al Pana arriva e ritrova, anche per espressa richiesta di quest’ultimo, coach Obradovic (sia il tecnico che il lungo si trasferiranno nel estate del 99’ da Treviso alla capitale greca) ed insieme vinceranno due campionati in fila (2000 e 2001) e soprattutto la finale dell’Eurolega nel 2000, nelle quali final four Rebraca verrà votato Mvp. Nell’Estate del 2001 per l’ormai ventinovenne Rebraca, arrivato alla massima maturazione in termini cestistici, arriva lo sbarco in Nba ai Detroit Pistons. Con la casacca dei Pistons gioca 125 partite fino al 2004, poi, dopo una fugace esperienza agli Atlanta Hawks con solo tre presenze, chiude la sua esperienza nel 2006 giocando nei Los Angeles Clippers. Purtroppo bisogna dire che al termine di una brillantissima prima annata ai Detroit Pistons (circa 7 punti di media a partita) la sua carriera nel Nba fu contrassegnata da una serie incredibili di infortuni, che ne minarono il rendimento e la piena esplosione tra i pro americani. La sua carriera, infatti, si conclude nel 2007 quando nel Gennaio viene operato nuovamente alla schiena per la rimozione di un frammento dell’ernia del disco, si accorda con il Valencia per la stagione 2007/08, ma poi nel Dicembre dello stesso anno decide di ritirarsi. Per Zeljko alla fine i successi e le coppe alzate in carriera saranno ben sedici, e solo il rammarico che le avverse condizioni fisiche non poterono mostrare per interno al mondo Nba le sue grandi doti di saltatore, e quel bellissimo stilisticamente e quasi infallibile arresto e tiro dalla media distanza.