Do you remember? – Stalin Ortiz: l’uomo arrivato dalla Colombia come nuovo Charles Smith
Per la rubrica che vi porta indietro nel tempo targata “BasketItaly” questa settimana andiamo a ripescare uno dei tanti bidoni del nostro campionato. Parliamo di Stalin Ortiz, guardia colombiana classe ’81 passata in Italia nella stagione 2007/08, nello specifico ad Avellino.
Nella stagione precedente la Scandone è autore di una salvezza raggiunta per il rotto della cuffia grazie ad un maggior numero di punti negli scontri diretti rispetto alla Bipop Reggio Emilia e, nel bel mezzo dell’estate, è protagonista anche di un cambio al vertice della società. Presidente diventa il vulcanico Vincenzo Ercolino che annuncia “urbi et orbi” di voler costruire una squadra che possa competere almeno per i play-off. Come prima mossa il neo patron conferma Matteo Boniciolli, l’allenatore che aveva regalato la salvezza l’anno precedente. Il mercato degli irpini in apparenza sembra essere di basso profilo ma molti acquisti si riveleranno dei veri e propri colpi. Da Cantù arriva un Eric Williams da rilanciare, da San Sebastian, appena retrocessa nella seconda serie spagnola, un certo Devin Smith transitato anche al Maccabi, da Roma un Alex Righetti considerato quasi a fine carriera e da Nancy un allora sconosciuto Marques Green.
Insieme a loro però atterra ad Avellino anche il nostro Ortiz, voluto espressamente da Boniciolli. Il suo curriculum, a leggere solo i freddi numeri, non è così malvagio: uscito da Valparaiso (13.6 punti e 5.6 rimbalzi di media) prima dell’Italia ha girovagato per il Sudamerica tra Argentina, Colombia e Venezuela e ha sempre (o quasi) concluso le sue stagioni ad oltre 20 punti di media. Verrebbe da chiedersi allora, il motivo per cui a 27 anni sia ancora a barcamenarsi in campionati minori e non abbia fatto il grande salto in Europa. Ma il coach triestino è folgorato dal ragazzo e nella conferenza stampa di presentazione, a differenza di quanto accaduto con gli altri acquisti, si lancia in un paragone che si rivelerà quantomeno azzardato: “Ortiz è un grande realizzatore come dimostrato nelle leghe statunitensi. Ha caratteristiche tecniche che ricordano Charles Smith che ora milita nel Real Madrid e che ho avuto la possibilità di allenare alla Snaidero Udine. Sarà la rivelazione del campionato. Nei filmati che ho visionato, se non mi avessero detto che quello che stavo osservando si chiamava Stalin Ortiz, avrei creduto fosse Smith. I due hanno molto in comune, sia nel gioco che fisicamente. Entrambi hanno braccia lunghissime, cosa che per noi rappresenterà certamente un vantaggio ”.
Con quel paragone e con tali aspettative Ortiz inizia il campionato. Avellino, dopo un inizio traumatico (tre sconfitte di fila), conquista vittorie a non finire tanto da qualificarsi, per la prima volta nella sua storia, sia alle FinalEight di Bologna che ai playoff. Gli irpini conquisteranno la Coppa Italia e arriveranno addirittura in semifinale scudetto ma della “rivelazione” Ortiz neanche l’ombra. Certo, non manca qualche acuto (19 punti in 20’ contro Cantù, 14 contro Biella e 16 contro la Fortitudo) ma in generale la sua stagione viaggia in un perfetto anonimato. Concluderà a 5.8 punti (57% da due e 27% da tre) e 2.3 rimbalzi di media.
Con i tifosi avellinesi impegnati a festeggiare la storica Coppa Italia e la qualificazione all’Eurolega 2008/09, il suo addio, a differenza del suo arrivo, passa in sordina. Boniciolli, dopo la trionfale stagione, lascia Avellino e Ortiz perde ogni speranza di restare in bianco verde. Tornerà infatti nel tanto caro Sudamerica: cambia sei squadre in quattro anni (Islanders Sopesa, Gatos de Monagas, Regatas Corrientes, Arrieros de Medellin, Orgullo Paisa e Guerrioros de Bogotà) ed inizia la stagione attuale in Colombia nei Bambuqueros Utrahuilca. Non grandi squadre, probabilmente sconosciuti compagni di squadra a cui raccontare i trionfi della sua unica stagione europea. Di certo, una carriera non degna del “nuovo Charles Smith”.
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