L’Upea sbanca il PalAlberti di Barcellona. Le ragioni di un successo
Cuore, umiltà ed esperienza: i tre ingredienti che i ragazzi di Capo d’Orlando hanno portato con sé sul pullman per la vicina trasferta di Barcellona.
Amarezza e delusione, invece, hanno contraddistinto lo stato d’animo degli avversari a fine partita, da un lato consapevoli di aver di fronte un avversario ostico, per di più in un derby, dall’altro forti dei propri 6 punti e dell’avvio problematico dell’Upea.
Ma in un derby si sa, viene fuori tutto: emergono i campioni, in grado di mettere a segno canestri incredibili o di indirizzare la partita in un certo verso, emerge l’esperienza dei veterani, a cui ci si affida tecnicamente e mentalmente nei momenti più difficili, viene fuori la timidezza dei giovani, che per la prima volta si ritrovano a giocare sfide del genere, il calore del pubblico, ieri fantastico, a colorare ancor di più una gara straordinaria.
“Straordinaria”, è soltanto uno dei tanti aggettivi che rendono l’idea riguardo la partita di ieri, giocata ad altissimi livelli, probabilmente più bella ed affascinante dello scorso anno a causa del fattore equilibrio, che ha contraddistinto tutti e 40 i minuti e che non ha visto in alcun frangente una delle due squadre prendere davvero il controllo della situazione.
Equilibrio garantito dai botta e risposta fuori dall’arco dei tre punti, con un Alex Young, ex della gara, indemoniato specie nel primo e nel terzo quarto, e con un Gianluca Basile monumentale, mvp indiscusso della gara, con 6/9 da tre.
Ad infiammare la partita, sin da subito, le scorribande del playmaker giallorosso, Andre Collins, incontenibile per tutti e giocatore più che fondamentale per le rotazioni di Perdichizzi: non è un caso, infatti, se il parziale che ha permesso all’Upea di ricucire il distacco nel secondo quarto, è arrivato non appena il play statunitense ex-Ferrara è tornato per rifiatare in panchina, lasciando spazio ad un Pinton senz’altro volenteroso ma con qualità chiaramente differenti dallo stesso Collins.
Il play di Barcellona fa davvero tutto: detta i ritmi, gioca a meraviglia il pick and roll e sa bene cosa fare non appena superato l’avversario, scegliendo lo scarico fuori dall’arco per i compagni oppure, se il lungo avversario non ha effettuato alla perfezione lo show difensivo, trova pronto il compagno sottocanestro per due punti semplici. Collins è la vera anima della squadra, chiude con 21 punti e 12 assist, ciò significa che dalle sue mani sono passati almeno 50 dei 79 punti di Barcellona: il capitano Maresca infatti piazza le due bombe sul suo scarico, Fantoni schiaccia entrambe le volte sul suo assist sfruttando un Nicevic inizialmente disattento, Natali entra in partita grazie a lui, Toppo appoggia due comodi punti da solo, Young segna almeno la metà dei suoi 31 punti perché lui sa trovarlo da solo. Collins è tutto, forse troppo per Barcellona, e Perdichizzi lo sa molto bene che la prova di ogni singolo giocatore dipende, in un certo senso, dal gioco di Collins. Questo pero’ può rappresentare un limite per la squadra del presidente Bonina, che ha tra le sue fila ancora una volta un roster di grande livello, ma probabilmente ciò che arriva dal pacchetto italiani non è abbastanza.
Il duo americano, infatti, a meno di improvvisi appannamenti, potrà garantire sempre giocate di livello, punti e spettacolo, ma i vari Maresca, Fantoni, Toppo, Filloy, Natali e Pinton, che presi singolarmente sarebbe titolari in qualsiasi altra squadra di Gold, dovrebbero fornire un contributo diverso e più completo dal semplice canestro su scarico o bimane soli contro il canestro.
E’ una valutazione nuda e cruda, ma gran parte delle sorti della Sigma e di coach Perdichizzi, adesso un po’ criticato da parte dei tifosi, passa da qui.
Non si può dire che Barcellona, adesso, stia passando un brutto momento, perché siamo ancora alla quinta giornata e perché la classifica, ad oggi, dice che non c’è alcuna ammazza-campionato e le squadre sono tutte lì, con il gruppo di capoliste 2 soli punti sopra, a quota 8.
Parlando sempre di classifica, l’Upea in quattro giorni fa un balzo da quota 0 e si porta a 4 punti, ed è indubbiamente in rampa di lancio verso posizioni ancor più soddisfacenti.
La prova di squadra fornita ieri sera ha davvero dell’incredibile, con un quintetto (Soragna escluso, a causa dell’infortunio che lo ha messo fuori già dopo 5 minuti) da 10 e lode in diversi frangenti della partita: all’inizio ad esempio, sono stati Mays ed Archie a spadroneggiare in attacco, con il lungo paladino (19 e 7 rimbalzi) che ha messo in campo ancora una volta quella solidità e quella completezza che lo ha contraddistinto in questo inizio di campionato, e con la saggezza ed intelligenza cestistica del play ex-Scafati, ieri bravo a capire quando abbassare il ritmo e quando servire i compagni, quando prendere il fallo di esperienza o quando buttarsi dentro per una penetrazione.
Di campioni l’Orlandina quest’anno ne ha tanti, ma prima di parlare di loro serve una menzione speciale per Marco Portannese, ieri in campo per quasi tutta la partita, ordinato, indemoniato in difesa, concentrato sulla partita e sicuro dei propri mezzi: per lui ieri 12 punti e 6 assist, e sicuramente miglior prestazione stagionale.
Dicevamo, “campioni” e veterani: non possiamo valutare la prestazione di Soragna, che come detto prima ha dovuto lasciare il campo nel primo quarto, ma Nicevic e Basile, invece, hanno messo un’impronta indelebile su questa partita, specialmente nel secondo tempo. Inizialmente infatti Nicevic soffre in difesa; poi il Poz lo manda in panchina, lascia qualche minuto a Benevelli e Cefarelli per farlo rifiatare, e poi Sandro ritorna in campo più concentrato, pronto ad essere uno dei protagonisti della vittoria, segnando canestri di pregevole fattura contro Fantoni e Toppo, che possono soltanto restare a guardare.
Nicevic e Basile, due che forse neanche avranno avvertito la pressione di questa partita, due che hanno giocato decine e decine di gare probabilmente più importanti di questa, due che forse, nonostante tutto, avevano voglia di dimostrare qualcosa a chi li aveva definiti delle “figurine”.
Basile ci mette un po’ ad entrare nel vivo, così come all’esordio, ma soltanto offensivamente parlando, perché la sua difesa, forse un po’ troppo sottovalutata dagli altri, è sin da subito fortissima, e il parziale della prima e unica rimonta, quella di cui parlavamo prima, quella del secondo quarto, è arrivato grazie al suo ingresso in campo.
Ma Basile è di più, tutti aspettano la sua tripla ma lui si fa attendere, sceglie il momento giusto per iscriversi a referto, e da lì in poi è uno spettacolo: nel secondo tempo ne mette a segno 5, alcune “ignoranti”, altre da distanze improponibili. Mays e compagni lo sanno che devono darla a lui, e il Baso ripaga la fiducia mettendone 2 negli ultimissimi minuti di gioco, proprio quando Young e Collins cercavano in tutti i modi, con le unghie e con i denti, a non far scappare via l’Upea.
L’Upea è questa, chi non la conosceva adesso può farsi un’idea e riempire il palazzetto Domenica contro Verona. Non sappiamo per quanto e se durerà, infatti molto dipenderà dalla condizione fisica, a lungo andare, dei veterani e dalla solidità mentale del resto della squadra e dello staff, ieri impeccabile sotto ogni punto di vista.
Questa è la strada giusta, questo è l’entusiasmo adatto ad una squadra che vuole fare sognare. Una menzione, infine, va alla coreografia offerta dalle due tifoserie ed al calore dei quasi 500 tifosi orlandini giunti a Barcellona, a coronamento di un derby indimenticabile.
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