Arturas Gudaitis: “Nessuna rabbia verso l’Olimpia Milano. Pianigiani non credeva negli italiani”
Arturas Gudaitis, appena annunciato come nuovo giocatore dello Zenit San Pietroburgo, ha rilasciato la sua prima intervista da quando non è più ufficialmente un giocatore dell’A|X Armani Exchange Olimpia Milano.
Lo ha fatto sul blog lituano 15min.lt.
Il centro della Lituania è tornato sulla scelta dell’Olimpia di intraprendere strade diverse dalla sua.
“Ero consapevole che Messina puntasse molto su Kyle Hines. Sono riusciti a firmarlo e non ci vedo nulla di sbagliato. Hanno entrambi vinto in EuroLeague, Hines ha molta esperienza… Tenendo conto dell’arrivo di LeDay e del triennale di Tarczewski ho capito che se volevo giocare molto dovevo andare via. (…) Guardo la situazione in un’altra ottica. Capisco che questo è uno sport professionale e siamo pagati per questo. Guardano i loro affari, non ho rabbia. Penso che se fossi il presidente di una squadra del genere, mi sarei comportato in modo simile. Da parte mia, è stato tutto al massimo, ma negli sport professionistici non c’è tempo di sentirsi dispiaciuti. Si sono comportati così, non provo alcun rancore.”
Sulla sua esperienza all’Olimpia Milano.
“Le prime due stagioni sono state molto buone, durante la terza tutto si è complicato. Gli infortuni fanno parte di questo sport, e io sono stato un po’ sfortunato. Quando si chiude una porta se ne apre sempre un’altra. Non mi affliggo e continuerò a dimostrare di essere un buon giocatore (…) Il primo anno con un nuovo allenatore (Simone Pianigiani ndr), i nuovi sistemi non sono sempre facili. Spero che facciano meglio quest’anno. Ancora una volta, la nuova squadra è difficile da speculare, perché in tre anni ho giocato con una formazione impressionante, ma non tutto è andato bene.”
Poi ha approfondito l’ultima annata rimasta a metà.
“Sarebbe interessante capire come avremo chiuso la stagione. Eravamo esperti, forse mancava un po’ di gioventù. Avevamo giocatori di grande lettura, ma peccavamo di atletismo. Giocare due gare la settimana, a volte tre, non è facile. Per questo abbiamo avuto vari scivoloni in Italia.”
Sull’aver come compagno di squadra Luis Scola.
“Super professionale. Il primo giocatore che ho visto lavorare in quel modo a quarant’anni. Durante i giorni liberi va ancora in sala-pesi e lavora… Un grande esempio, non solo sul campo. La sua dieta alimentare è strettamente allineata, motivo per cui rimane a quel livello.”
Sull’Olimpia Milano degli italiani (con una vena di polemica su Pianigiani…)
“Mi sono sempre posto molte domande sul perché Datome e Nicolo Melli siano andati a giocare al Fenerbahce… Ho pensato che la forza finanziaria dei club sia simile e inizierei a costruire il club da italiani forti, ma perché Milano non l’ha fatto? Pianigiani, diciamo, non credeva negli italiani e non li lasciava entrare in campo, ma Messina ha dato la possibilità sia a Moraschini e Cinciarini. Si è reso conto che senza gli italiani è difficile, soprattutto nel campionato italiano. Ci sono limiti al numero di giocatori locali che devono essere registrati, quindi è bello che Messina creda negli italiani, Sulla firma di Datome all’Olimpia, penso sia davvero un buon giocatore.”
Sullo Zenit e sulla nuova esperienza in arrivo con coach Xavi Pascual, e della possibilità di giocare in NBA.
“Un coach sceglie formazioni e sistemi di gioco. Mi è stato detto che sarei stato uno dei punti di riferimento del club. Questo è importante quando a dirtelo è uno dei tre o quattro migliori allenatori d’Europa. Vedremo come mi impiegherà. Vogliamo fare uno step in più come squadra, entrare nell’elite. Prima dell’infortunio ero sulla strada giusta con l’Olimpia. I Cavs erano venuti un paio di volte a Milano, eravamo sempre in contatto. Resterò in attesa.”