fbpx
Home Editoriali Do you remember? Me garba Garbajosa!

Do you remember? Me garba Garbajosa!

0

 Garbajosa-Jose

Questa settimana la nostra rubrica Do you remember si occupa di un giocatore che è stato nominato miglior giocatore europeo dell’Anno 2006, premio che è riservato solo ai “grandi” come Petrovic, Nowitzki, Diamantidis, Sabonis e Gasol, per citarne alcuni.

Il suo nome è Jorge Garbajosa, membro della Roja con la quale ha vinto tutto il vincibile (esclusa la medaglia olimpica d’oro, ma si sa che su quella il Dream Team vanta un diritto di prelazione…)

 

Dopo le giovanili e l’esordio in Acb a 18 anni con il Tau Vitoria, nel 2000 viene osservato da uno dei manager sportivi più noti in Italia, Maurizio Gherardini, che decide di portarlo nell’isola felice della Marca trevigiana. Sono gli anni della grande Treviso, dominatrice in Italia e una delle regine in Eurolega.

Jorge in biancoverde ha l’opportunità di affermarsi come uno dei prototipi di 4 atipici insieme ai vari Smodis, Batiste a cui però aggiunge quella “Garra” tipica dei sudamericani e degli spagnoli.

Dal 2000 al 2004, sotto la guida di D’antoni prima ed Ettore Messina poi, in uno spogliatoio di nomi importanti come Tyus Edney, Riccardo Pittis, Trajan Langdon e Maurice Evans si afferma come leader “silenzioso” di quella squadra che arriva a sfiorare l’Eurolega nel 2003, nella finale contro i padroni di casa del Barcellona di Navarro, Fucka, Bodiroga e Jasikevicius.

Oramai il Garba, come lo chiamano i supporters biancoverdi è sui taccuini di tutta Europa per il mix di tecnica (una manina da tre capace di infuocarsi), doti difensive e capacità di lettura del gioco sopraffine. È in sostanza l’esecutore sul campo delle idee di Messina. Un esempio: siamo a Forlì per le Final Eight di coppa Italia, anno 2004 e naturalmente Treviso, dato il “peso” del suo roster è strafavorita, anche se non testa di serie. Nei quarti l’avversaria è Varese, che nei primi 20’ fa sprofondare anche a -15 Treviso, che però esce dagli spogliatoi con un jolly: una zona 1-3-1 che imbambola i varesini e che ha in Garbajosa il perno centrale. Sfangato il pericolo Treviso alzerà la coppa superando in finale la Pesaro dell’eterno, nei cuori di tutti i tifosi, Alphonso Ford i cui 31 punti non bastano contro Treviso e contro Garbajosa, che sarà Mvp del torneo. Terminerà la carriera in trevigiano con 160 partite disputate, 12.3 punti, 6 rimbalzi ed una valutazione media di 18 in 26’ di utilizzo.

Nel 2004 ritorna in patria, alla corte di Sergio Scariolo, a Malaga, dove vince La copa del Rey ed uno scudetto storico, vinto da Mvp delle Finali. L’Europa ormai è troppo stretta per il suo talento e Jorge attraversa l’Oceano per approdare a Toronto, dove lo aspetta il “suo” Gm, Gherardini e dove arriva dopo aver conquistato con la Roja il Mondiale in Giappone, timbrando la finale con 20 punti e 4 assist, finendo così nel quintetto ideale della manifestazione con il compagno Gasol, Papaloukas, Anthony e Ginobili, non proprio gli ultimi della pista.

Anche la Nba si accorge di lui ed infatti viene nominato rookie del mese di Novembre: la stagione per i Raptors suoi e del suo compagno a Treviso Bargnani sembra andare per il meglio ma il 26 Marzo 2007 a 3’ dalla fine di un Celtics-Raptors, accade l’episodio che determinerà l’inizio della parabola discendente della sua carriera cestistica: da una innocua situazione a rimbalzo, lo spagnolo cade male e si lussa il malleolo e riporta danni al ginocchio. Chiuderà  comunque la stagione con 9 punti 5 rimbalzi e 2 assist di media e con l’inserimento nel miglio quintetto dei rookie…

Ma il Garba contro ogni previsione e anche contro i divieti impostigli dallo staff medico canadese fa di tutto per recuperare dall’infortunio ed essere pronto per gli europei casalinghi, che però riserveranno la beffa finale del canestro di Jr Holden che a fil di sirena ammutolisce 15000 spagnoli, Garbajosa compreso e regala l’Europeo alla Russia.

Ormai i rapporti con i canadesi sono ai minimi termini e nel 2008 arriva alla risoluzione del contratto, non senza polemiche. Chiuderà la stagione con 9 punti 5 rimbalzi e 2 assist di media e con l’inserimento nel miglio quintetto dei rookie.

La scelta del ritorno in Europa è forzata e non mancano le offerte: finisce al Khimki dove firma un sontuoso triennale con cui si riempie le tasche di rubli; i numeri hanno sempre contato poco per Garbajosa, ma quello visto in Russia è solo un lontano parente di quello che ha fatto sognare i tifosi veneti.

Alle Olimpiadi di Pechino il trend negativo si conferma: la cifra più crudele è quella dei soli 5 minuti giocati nella storica finale vinta dagli Usa 118-107. L’ultima chance di poter alzare quella Eurolega, accarezzata ma mai sollevata, arriva con il trasferimento al Real Madrid, dove rincontra il suo mentore Ettore Messina, che lo ha fortemente voluto per il carisma. L’esperimento fallisce perché Messina chiude in anticipo la propria avventura in blancos e Garbajosa è incostante soprattutto per via degli infortuni. Il raggiungimento della Final Four è solo un palliativo.

In Nazionale invece ai Mondiali di Turchia del 2010, si presenta in forma e conferma che l’età è saggezza e che le tecnica non si dimentica: nella partita che costa l’eliminazione agli spagnoli contro la Serbia segna 18 punti con 4/6 da 3.

Terminerà la carriera nel 2012 con la maglia del Malaga.

Oggi il numero 15 più famoso di tutta la Spagna si diverte a twittare compulsivamente ma il ricordo delle sue partite in maglia biancoverde, con la Roja e con i Raptors è quello di un professionista come poche altri, che ha tracciato la strada di un nuovo modo di interpretare il ruolo di ala grande da cui ancora oggi si dovrebbe prendere spunto.

basketitaly.it-riproduzione riservata