Caso Pozzecco – Sardara: “Nelle ultime ore siamo stati distanti, anche molto. Ma non sono mai salito su un aereo”
In un’intervista rilasciata al collega Mario Canfora de La Gazzetta dello Sport, Gianmarco Pozzecco spiega i retroscena della sua riconferma in extremis sulla panchina di Sassari.
Un racconto degno delle più belle storie di Hollywood, e che a noi, romantici della palla a spicchi, piace parecchio.
Queste le parole del Pozz:
“Attorno alle 10.15 mi stavo preparando per andare alla conferenza. Suona il campanello ed era Adriano, un bambino di 10 anni che ha suo nonno che vive due piani sopra il mio. Gli avevo regalato una canottiera della Dinamo, lo accoglie la mia fidanzata, in lacrime. Tania mi chiama e dice: “Vieni qui, Adriano è triste perché te ne vai”. Allora ho subito risposto: “Non ti preoccupare, Gianmarco resta alla Dinamo”. Ed ero felice per aver regalato una tale gioia. Questo alla fine ha un valore inestimabile. Il fatto che abbia potuto dire “io rimango” mi ha fatto stare bene, sarei stato in netta difficoltà se fosse successo il contrario. E poi dico la verità: non vado sui social perché non mi interessano, ma percepivo un dispiacere reale se avessi chiuso con la Dinamo. A un certo punto non mi sono sentito più l’allenatore della squadra. Mi sono messo più volte in discussione. Questo io e Sardara non lo abbiamo mai negato. Nelle ultime ore siamo stati distanti, anche molto. Ma non sono mai salito su un aereo. E ieri ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito che bisognava proseguire.”