L’NBA vuole ripartire. Come anticipato dai vari media americani, il Commissioner Adam Silver si riunirà con i proprietari dei 30 franchise nella giornata di domani (giovedì 4 giugno), per definire il formato con cui riprendere la competizione, interrotta lo scorso 12 marzo dopo il positivo di Rudy Gobert al Coronavirus.
La pandemia mondiale, che ha costretto il mondo intero a riprogrammare eventi di ogni tipo, ha toccato uno dei campionati più amati e seguiti nel profondo, costringendolo a un lungo stop. Sebbene in Europa, con la difficoltà di quadrare i vari eventi nazionali, si sia deciso finalmente di cancellare Turkish Airlines Euroleague e 7DAYS Eurocup, l’annunciata ripresa di competizioni nazionali come la Bundesliga in Germania o l’ACB in Spagna lasciava ben sperare sul fatto che la stagione NBA 2019-20 si sarebbe conclusa “prima o poi” e “in qualche modo”.
Finalmente sarà più “poi” che “prima”. Secondo quanto lasciato trapelare dalla stampa, il nuovo torneo a 22 squadre, che si disputerà nella sede unica di Orlando (Florida), prenderà il via il 31 luglio, per concludersi al massimo il 12 ottobre, data dell’eventuale Gara 7 delle Finals.
So the NBA's inviting 22 teams to Orlando: 13 Western Conference, 9 Eastern Conference. Eight-regular season games per team. Play-in for the 8th seeds. July 31-October 12. Vote tomorrow to ratify.
The NBA's back.— Adrian Wojnarowski (@wojespn) June 3, 2020
È il “come” che lascia un po’ perplessi. Data l’impossibilità di disputare tutto quello che resta di regular-season, ma vista la negativa di iniziare subito con i Playoff, giacché la lotta per le posizioni che contano soprattutto nella Western Conference era al rosso vivo, le squadre invitate a Orlando saranno 22. 9 della Eastern Conference e 13 della Western. Oltre ai team che attualmente occupano le posizioni Playoff (Milwaukee, Toronto, Boston, Miami, Indiana, Philadelphia, Brooklyn e Orlando a Est e Lakers, Clippers, Denver, Utah, Oklahoma City, Houston, Dallas e Memphis a Ovest), ci saranno i Washington Wizards della Eastern Conference e cinque compagini della Western Conference: Portland, New Orleans, Sacramento, San Antonio e Phoenix.
Oltre a Danilo Gallinari, quindi, comodamente accasato in posizioni post-season con i suoi Thunder, vedremo nuovamente in campo anche Nicolò Melli con i New Orleans Pelicans e Marco Belinelli con i San Antonio Spurs. Ogni squadra disputerà 8 partite di regular-season, che serviranno per stilare la griglia di partenza dei Playoff.
L’NBA metterà in atto tutte le misure di sicurezza e sanitarie necessarie per mantenere la salute di giocatori e membri dello staff. La sede designata, il complesso Disneyland, è pronta ad accogliere un evento senza precedenti. Gli incontri saranno a porte chiuse, ma c’è grande attesa televisiva.
Il cambio di date nel calendario, qualcosa che era già nell’aria per non coincidere con la stagione di NFL (Football americano), prevede quindi che la stagione 2020-21 prenda il via il giorno di Natale, spostando in avanti tutte le date relative al mercato, come Draft, free-agency, ecc., rendendo ancora più difficili gli scambi tra giocatori NBA e campionati europei, visto che quando la stagione NBA 2019-2020 finirà, l’Eurolega 2020-21 sarà già iniziata.
Per non parlare poi di cosa potrebbe succedere a inizio estate 2021, con il torneo preolimpico che l’Italia disputerà a Belgrado dal 29 giugno al 4 luglio, e gli azzurri impegnati in NBA alle prese con l’eventuale primo turno di Playoff 2020-21.
Ma stiamo guardando troppo avanti… Intanto concentriamoci su queste finali atipiche, quindi sul Draft, che con la presenza di Niccolò Mannion potrebbe rivedere un italiano al primo giro 12 anni dopo Gallinari. Quindi ci aspetta un’intensa free-agency, con il proprio Gallo e Belinelli sul mercato, mentre Melli avrà un altro anno di contratto con i Pelicans.
Comunque vada, sarà uno spettacolo, e l’NBA non se lo vuole perdere.