Gigi Datome: “Servono sicurezze per tornare a giocare. Taglio stipendi è inevitabile per sistema sportivo”
Luigi “Gigi” Datome, ala del Fernbahce e capitano della Nazionale Italbasket, è intervenuto nel programma di RAI Radio 1 Extratime. Un estratto delle sue parole.
“In Turchia siamo un po’ in ritardo su quanto successo in Italia, purtroppo mi sembra di vedere per tante cose un film già visto con le persone che vanno in giro in mascherine che venivano prese in giro e sembravano degli esagitati. Non ci sono delle restrizioni, non c’è il lockdown che c’è in Italia, ma per quello che sta succedendo nel resto del mondo in Turchia si adattano. Personalmente la vivo come tanti, sto a casa, sono sempre collegato per quello che succede in Italia perchè per forza di cose ho un occhio di riguardo. Rispetto le regole e spero che finisca il più presto.”
Quando si potrà tornare a giocare e se sarà possibile tornare in campo, c’è disponibilità a giocare in estate?
“Io penso che per forza di cose ci dovranno essere delle sicurezze per poter pensare solo alla pallacanestro. Lo sport è ciò di più bello che viene pensato per senso di partecipazione e aggregazione, penso ai palazzetti pieni e a noi che viaggiamo e giochiamo. Se noi, metti caso a Luglio, saremo nelle condizioni di poter giocare, di poterci allenare e di viaggiare, se le persone potranno venire a vederci nei palazzetti, allora sono convinto che potremmo riprendere a giocare e tutti potranno riprendere la vita che era prima di quest’emergenza. Se non ci dovessero essere queste condizioni bisognerà pensare alla prossima stagione e come programmarla, perché comunque la vita non sarà più la stessa e neppure lo sport. Dovremo essere pronti a affrontare un altro tipo di emergenza.”
Sulla riduzione degli ingaggi, possibile taglio degli stipendi. E’ un modo per aiutare il sistema sport?
“Sicuramente. Noi ci siamo fermati e non ci stiamo più allenando e non stiamo più giocando, mentre i club hanno perso gli ingressi dai botteghini e dai diritti tv. Basta aprire gli occhi e vedere che cosa sta succedendo nel mondo: non è solo lo sport che sta subendo un danno economico, quindi un taglio agli stipendi è inevitabile per poter mandare avanti il nostro sistema sportivo. In che termini ancora non lo so, perché penso che prima bisognerà capire se c’è una possibilità di andare avanti o meno, e poi bisognerà affrontare il discorso, come è normale che sia.”