La pallacanestro, lassu’ nel Wisconsin, ha sempre avuto un ruolo marginale nel corso dei decenni. Messa in ombra dal football dei Green Day Packers e dal freddo polare che si abbatte sul lago Michigan per buona parte dell’anno. Ma la passione per la palla a spicchi, si sa, non ha latitudini, e il percorso che ha portato i Milwaukee Bucks nella storia e’ stato lungo e tortuoso, e porta un nome su tutti, quello del “GreekFreek”,GiannisAntetokounmpo. Cosi’ come portava quello di Lew Alcindor (poi divenuto Kareem Abdul-Jabbar) e del mago Oscar Robertson nei Bucks del primo ed unico titolo del 1971. I Bucks, primi attualmente nella Eastern Conference e nell’intera NBA con un record di 49-8, hanno raggiunto un posto nella post-season gia’ al 23 Febbraio, dopo la sconfitta con i Washington Wizards – i piu’ veloci di sempre a riuscirci, appena dopo la pausa per l’All Star Game e a Marzo non ancora iniziato.
Le fortune di questo team risiedono certamente nel Dio Greco Giannis, ma non solo. In questa stagione la squadra ha trovato una profondita’ che non aveva lo scorso anno, con la crescita dell’italoamericano Donte DiVincenzo e l’esperienza e solidita’ di Hill, Ilyasova, Korver e Matthews. Il pragmatismo di Mike Budenholzer e’ palpabile – ben 11 giocatori segnano almeno 5 punti a partita, a dimostrazione delle rotazioni studiate nei minimi dettagli dell’ex allenatore degli Hawks. Eric Bledsoe non sta segnando come ai Suns, ma i suoi 15.8 punti di media rappresentano un passo in avanti per la guardia di Kentucky, che sta mostrando di saper gestire con accortezza e saggezza un quintetto da titolo. Se gli aggettivi per Giannis ormai si sprecano – il greco veleggia a 29.9 punti a partita con 13.6 rimbalzi e 5.8 assist, dritto verso il suo secondo premio di MVP – e’ la conferma ad altissimi livelli di Khris Middleton, meritatamente ancora All-Star che rappresenta il vero ago della bilancia. L’ala da Texas A&M ne sta mettendo 21.1 a notte e sta migliorando tutte le sue statistiche individuali, senza citare l’intelligenza del suo gioco, perfettamente complementare alla potenza fisica del compagno greco. Forse, pero’, e’ l’amalgama del gruppo che sta facendo la differenza, e aver firmato anche il fratello minore del centrone Brook Lopez – Robin – ha rappresentato una furbata che poteva sembrare rischiosa data l’esuberanza dei due, ma alla fine a livello di spogliatoio ha aumentato l’unita’ d’intenti del gruppo, basti dare un’occhiata ai tweet dei due fratelli, con scenette esilaranti pre e post partita che dimostrano quanto questi Bucks non solo vincano, ma lo facciano divertendosi.
https://twitter.com/brwrestling/status/1205655993947840512?s=21
Quindi, se e’ vero che la storia si ripete e la fortuna e’ cieca…dal colpo di fortuna di Alcindor, scelto fortunosamente nel draft del 1970 ed esploso inaspettatamente fino alla vittoria del titolo, quasi trent’anni dopo i Bucks potrebbero avere i loro nuovi Alcindor-Robertson, questa volta sotto la guisa di Antetokounmpo-Middleton. Verso un secondo storico e meritato titolo. Lakers permettendo – e anche qui la storia potrebbe ripetersi.