John Brown lascia a bocca aperta Banks e la Fortitudo, consegnando la finale a Brindisi. 78 a 53 il finale
Una vera e propria bolgia dantesca del tifo. Questo il clima che si respira nel sabato sera di Final Eight alla Vitrifrigo Arena di Pesaro. Happy Casa Brindisi e Fortitudo Pompea tornano a scontrarsi dopo la sfida di inizio dicembre al PalaDozza.
Parte subito bene la Happy Casa. Rompe il ghiaccio con il sottomano vincente, annulla 3 possessi offensivi di Bologna e costringe al time-out Antimo Martino con un parziale di 7 a 0 in tre minuti scarsi. Usa tutta la fantasia del suo roster coach Vitucci, attacando con grande semplicità e dinamismo per poi bloccare tutti gli spazi alla Pompea. John Brown parte con energia e mostra tutta la sua forza schiacciando sopra Henry Sims, lasciando a bocca aperta il compagno Banks. Una Fortitudo fin troppo scolastica trova il bandolo della matassa per soli due minuti, ributtandosi sotto ma è solo uno sprazzo nella sostanziale incapacità a superare il ferro. Adrian Banks si unisce al gioioso e incandescente attacco di Brindisi mettendo a segno una tripla che accarezza solamente la retina. Arbitri costretti a controllare all’Instant Replay il canestro di Stipcevic, contestato dalla panchina di Bologna. Prodezza oltre tempo massimo. La danza del terzo tempo, interpretata da Cinciarini riapre le ostilità per il secondo quarto ma Brindisi non ha alcuna intenzione di lasciar germogliare alcun seme di speranza per i tifosi fortitudini. Appena due possessi dopo Banks risponde con una prodezza simile penetrando tra i varchi della difesa bianco-blu e ristabilisce l’equilibrio. Non vi sono molte alternative per Martino e la Fortitudo. Con 7 minuti sul cronometro è necessario trovare le energie per sgretolare un abissale distacco attorno alle 15 unità. Schiacciata di schiena di Sutton che sfrutta la disattenzione al palleggio di Cinciarini e il 3 contro 0 per infierire sul ferro con poderosa decisione. Si fa sentire la stanchezza accumulata ieri sera contro la Leonessa Brescia. Sims e Aradori faticano a trovare il ritmo giusto, lasciando sulle spalle delle guardie il compito di tenere, per quanto possibile, alta la testa. Applausi per il recupero kamikaze di Banks che riesce non solo a salvare una possibile palla persa ma trova Gaspardo in transizione che la schiaccia a canestro. John Brown, dopo 5 minuti di relativo riposo consegna a Vitucci un intervallo da +21.
Tornate sul parquet con lo 0% da tre per la Fortitudo e una singolare disparità nella gestione dei rimbalzi offensivi (favorevoli per 3 a 10 ai bolognesi), parte la seconda metà di gara con una pesantissima ipoteca brindisina sull’accesso alla Finale di domani. La scioltezza dell’entrata di Thompson e il fallo in attacco fischiato a Sims per il contatto con John Brown lasciano presumere che sia davvero poche le possibilità di un cambio di rotta. È ancora il centro americano a punire la distrazione fortitudina. Schiacciata degna del Dunk Contest che si terrà questa notte a Chicago come main event dell’All Stars Saturday. È crisi nera per la Pompea, due spanne sotto come condizione atletica rispetto a una divertita Happy Casa. Continua l’ossessione di John Brown per il canestro avversario, trovato molto spesso grazie allo spazio concesso dai tagli che mandano in bambola la difesa felsinea. La strapotenza di Brown è la pietanza ideale per saziare il palato della Happy Casa dopo la scorpacciata da 30 punti di distacco. Cala l’intensità per i ragazzi di Vitucci in misura proporzionale alle speranze bolognesi di raggiungere la Finale. Normale amministrazione di una nave che vede ormai all’orizzonte la sfida con la Reyer Venezia per giocarsi la Coppa. Una partita a se stante l’ultimo quarto di una sfida conquistata a colpi di schiacciate dalla New Basket Brindisi.
Nulla da recriminare alla Fortitudo che può andare comunque fiera del cammino da favola vissuto con i suoi tifosi in una competizione dove squadre corazzate per l’Europa hanno decisamente maggiori possibilità di farsi strada nella “follia” di una quattro giorni incandescente. Un pizzico di amarezza per essersi fatti travolgere da una Happy Casa Brindisi che ha mandato un discreto biglietto da visita alla Reyer Venezia in vista della sfida decisiva di domani. Poco da aggiungere a una gara semplicemente perfetta per una competizione eliminatoria di pochi giorni. Il piano di coach Vitucci di mettere alle corde un’avversaria uscita più stanca per la vittoria di ieri sera mettendo in campo un vero e proprio arsenale nel primo tempo, conservando il lungo vantaggio nel terzo periodo e lasciando largo ai giovani con meno minuti sulle gambe la chiusura delle ostilità. Avere dubbi sulla nomina di John Brown III quale MVP del match significa non aver visto nemmeno un minuto dell’incontro. Un dominio del canestro certificato non tanto dai dati statistici (18 punti e 5 rimbalzi) quanto dall’energia e rapidità che hanno tagliato le gambe ai ragazzi di Martino.