Ci siamo quasi! Poche ore e avremo conferma o smentita delle principali voci di mercato che negli ultimi mesi hanno creato dubbi e alimentato speranze di tifosi e addetti ai lavori. La deadline per lo scambio di giocatori e scelte ai futuri draft sono da sempre punto importante della stagione di tutte le 30 franchige della più importante lega di pallacanestro al mondo. Tanto è stato il buzz provocato sui social da ipotesi e rumors alimentati dalle fugaci informazioni colte da addetti ai lavori ed esperti e dalle speraranze e supposizioni della larghissima fan base. Speculazioni, dettate dai primi segnali arrivati dalla prima metà di stagione, in cerca della soluzione più sensata e concreta nell’oceano di domanda e offerta NBA. Tra voci e conferme proviamo a fare un punto della situazione attuale, avvalendoci dei dati raccolti dai più importanti esperti nei media statunitensi.
La danza a 4 di Rockets, Hawks, Timberwolves e Nuggets
Partiamo dalla notizia di giornata: il grande accordo tra quattro team come non si era più visto dal lontano 2000. Confermata la trattativa annunciata da Adrian Wojnarowski di ESPN. Una trade della stessa vastità di quella che coinvolse 20 anni fa ben 12 giocatori fra cui Patrick Ewing. Al centro di tutto Clint Capela e l’interesse di Atlanta. Sarebbe il management dell’ultima in classifica sulla Costa Est ad aver messo insieme i tasselli del puzzle, trovando un equilibrio tra le proprie esigenze e quelle di altri team al centro di rumors. Lo svizzero lascia il Texas dopo quasi 6 anni, raggiungendo, insieme al collega di reparto Nenê, Trae Young. Per i due lunghi spediti ad Atlanta, i Rockets ottengono da Minnesota Robert Covington (già al centro di voci da un paio di giorni) e Jordan Bell, oltre a una scelta di secondo round al Draft, messa sul piatto da Denver. I Nuggets in cambio danno il benvenuto a Shabazz Napier, Noah Vonleh e Keita Bates-Diop. Ai tre in arrivo da Minneapolis si aggiungono la scelta al primo round e Gerald Green direttamente da Houston. Anche per i T-Wolves una scelta di primo turno, ceduta da Atlanta insieme ad Evan Turner. Al branco della Twin-City si aggiungono anche da Denver Malik Beasley, Juancho Hernangomez e Jarred Vanderbilt.
Un quadro complicato che nella sostanza apre diversi interrogativi sul futuro di Houston. Covington è stato a lungo cercato dalla direzione texana. Obiettivo raggiunto rimanendo con sole due pedine da poter schierare sotto canestro. Difficile predire se l’operosità di Atlanta servirà a porre un freno alla difficile situazione, abbandonando la scomoda poltrona dell’ultimo posto. Il dialogo con Minneapolis, grazie al quale era scaturito due settimane fa il ritorno di Jeff Teague per Allen Crabbe e Traveon Graham, ha sicuramente facilitato Atlanta nel mettere gli addendi al posto giusto. Se la strategia degli Hawks può forse dirsi conclusa, sarà interessante capire se i Timberwolves proveranno ad arrivare a D’Angelo Russell.
D’Angelo Russell e D-Rose: ricercati numero 1 sul mercato?
Lo “scambio a 4” determinerà la realizzazione di ulteriori accordi? Sebbene i nomi coinvolti non destino grande clamore come quello generato da trattative del passato, è certamente possibile che il grande scambio attorno a Capela abbia smosso altre pedine sullo scacchiere. L’interesse per D’Angelo Russell da parte dei T-Wolves è sembrato per settimane qualcosa di ben più concreto di una voce. La difficile stagione ha portato Golden State a valutare la cessione del giovane play, ascoltando le possibili offerte dalle interessate. Nulla di concreto finora, con la principale pista drasticamente raffreddata. Minnesota aveva da tempo intessuto trattative per arrivare a D’Lo. Le richieste del management Warriors per future prime scelte al Draft, avevano mantenuto in situazione di stallo il dialogo tra le parti. La trade a 4 potrebbe aver chiuso definitivamente la porta ai T-Wolves, forse ancora intenzionati ad implementare la guardia a un roster giovane in cerca di maggior qualità da affincare a Towns. Ulteriore variabile che potrebbe portare a un nuovo trasloco di Russell potrebbe concretizzarsi da New York. La nuova voce, strutturata da The Athletic, ha messo in relazione la volontà dei Knicks di cedere Kevin Knox II e i sondaggi di Golden State. A renderne però tutt’altro che semplice la realizzazione rimane il tema prime scelte, essenziale in quella che appare essere la strategia e la situazione salariale nella Baia.
Dalle parti di Detroit le voci di mercato non sono certo una novità. Da novembre diverse sono state le ipotesi sul futuro di Derrick Rose. Il progetto Pistons non sta certamente proseguendo a vele spiegate ed i risultati sono deludenti. La condizione fisica di Blake Griffin non ha aiutato la dirigenza a dare stabilità all’assetto a tre costruito per far compiere il salto di qualità alla franchigia. Un castello di carta che sembra destinato ad essere fatto cadere dal vento del mercato. Il nome di Andre Drummond, attorno al quale ruotava parte della strategia estiva degli ex campioni NBA, era stato accostato ad Atlanta e Knicks nell’ultimo mese. Nulla di fatto fino a questo momento e per il centro 27enne sembra delinearsi una chiusura d’anno in maglia rosso-blu senza playoff. Chi rimane ancora al centro del mercato è Derrick Rose. La situazione contrattuale e il talento dell’MVP 2011, arrivato in Michigan per dare continuità al rilancio della sua sfortunata carriera (iniziato in Minnesota lo scorso anno), fanno gola a tante squadre. Diversi i profili di franchigia interessati. Primi della lista sono i Lakers per dare ulteriore concretezza alla seconda stagione di LeBron nella città degli angeli. L’infortunio stagionale di Cousins aveva inesorabilmente causato un’emergenza sotto canestro. Ottimamente risolta con l’aggiunta di un Dwight Howard in cerca della sua “redenzione”, a preoccupare staff e dirigenza è la costanza offensiva con James in panchina. Tra allarmismi e statistiche settoriali negative, molti esperti e tifosi hanno giudicato incompleta la squadra. Al centro delle perplessità si sono trovati Rajon Rondo e Kyle Kuzma. Entrambi sono stati considerati per motivi differenti anelli deboli della catena giallo-viola, risultando potenziali merci da porre su tavoli di trattative. Kuzma con una serie di buone prestazioni ha raffreddato alcune delle voci nel corso dell’ultimo mese, senza però zittire del tutto l’umore dei tifosi. Rondo, valutato in estate innesto perfetto per punti ed esperienza, non sta producendo come sperato, dimostrando però allo stesso tempo grande capacità di regia, suggerendo nello scontro diretto con Houston del 18 gennaio di mettere Kuzma in marcatura su Westbrook. Scelta brillante che garantito il successo in trasferta.
Perchè proprio Derrick Rose? Il play, già scelto da LeBron come innesto ai tempi di Cleveland, sta dimostrando, numeri alla mano, di star vivendo una seconda era di splendore. Una pista generatasi dopo i tentativi di portare ad LA un altro grande ricercato in questo mercato: André Iguodala. Rose ha dichiarato più volte in maniera emotiva di trovarsi bene a Detroit ed esprimendosi in maniera amara sulla possibile partenza, incontrollabile dal punto di vista di un giocatore. A complicare la separazione tra il play e i Pistons è la richiesta di prime scelte da parte della franchigia. Ciò potrebbe bloccare sia la rincorsa tanto la lunga rincorsa dei Lakers quanto l’interesse di Philadelphia, aggiuntasi alla coda di pretendenti per D-Rose.
Il curioso caso di André Iguadala
Al centro del mercato estivo con il malinconico addio a Golden State, André Iguodala è dall’inizio della stagione inattivo. Considerato dagli esperti quale mera pedina di scambio nelle mani dei Memphis Grizzlies e fuori da qualsiasi progetto della franchigia, il tre volte campione NBA è stato nelle ultime ore al centro di una piccola polemica social tra i giovani rampanti della franchigia e Steph Curry. Le forti dichiarazioni di Dillon Brooks, rilanciate dal compagno di squadra e leader Ja Morant sui social, oltre alle speculazioni sulla volontà di Iguodala di rimanere a tutti i costi fuori roster, hanno portato la risposta di un ex collega illustre di Iguodala. Con un storia Instagram, Steph Curry si è schierato in difesa dell’MVP delle Finals 2015.
La polemica rappresenta una conferma non necessaria del dato evidente sin da inizio stagione: il futuro di Iguodala è lontano da Memphis. Tutto starà a vedere se una trattativa come quella imbastita mesi fa con i Lakers porterà il giocatore a un ritorno dopo un lungo periodo di inattività.
Love, Thompson e una fase verso il tramonto
Non solo Atlanta e Golden State hanno dal fondo delle Conference hanno riscaldato i dibattiti dentro e fuori la Lega. Anche Cleveland è stata e continua tiepidamente ad essere al centro dell’attenzione. Due i nomi con la casacca wine&gold hanno suscitato interesse in molti club. Inserito nel novero dei principali asset della finestra di mercato, Kevin Love è stato sin da dicembre accostato a varie potenziali destinazioni. I Trail Blazers sembravano poter esser la scelta più ovvia. Congelata l’ipotesi, Rockets e Miami sono balzate nelle quotazioni. Allo stato attuale però sembra che l’ex campione NBA concluderà la stagione in Ohio. A confermarlo è lo stesso giocatore interrogato dalla stampa locale sulla possibile ultima partita casalinga con la maglia dei Cavs. «(…) Non ci avevo nemmeno pensato fino a questo momento. Potrebbe valere lo stesso per diversi qui. Tristan (Thompson) non ha giocato stasera. Non so cosa succederà. Lasciamo che le cose accadano, continuo a dirlo. Però mi aspetto di finire probabilmente qui la stagione e dare il massimo.» Thompson potrebbe, al contrario del collega, con maggior probabilità essere incluso in una possibile trade. Fonti vicine al giocatore danno la partenza del lungo canadese quasi una priorità per i Cavaliers che stanno esplorando scenari futuribili. In pole position secondo alcuni sarebbero i Wizards. A smentire con il beneficio del dubbio è David Aldridge su Twitter. Anche qui questione di incastri che non favorirebbe, secondo l’opinionista di The Athletic ed ex membro del team a bordo campo di NBA on TNT, la riuscita di un accordo.
Belinelli & Gallinari: il mercato si tinge d’azzurro?
Nell’assordante susseguirsi di voci e illazioni c’è posto anche per due dei nostri italiani nella Lega. Lo scarso utilizzo di Belinelli nella prima parte di stagione ha generato domande importanti sul futuro del campione 2014 come riportanto anche sul proprio sito dalla redazione di Sky Sport. Il destino dell’ex Fortitudo potrebbe essere legato, secondo Bleacher Report, al destino di un altro alfiere dell’esercito di Greg Popovic: DeMarre Carroll. Nessuna destinazione specifica ma la certezza, a sostegno del rumor, che le qualità di tiratore dalla distanza e la capacità di contribuire dalla panchina al piano di squadra facciano del veterano italiano un buon asset su cui scommettere per aver minuti di qualità in un’ipotetica rincorsa Playoff.
Anche Danilo Gallinari è apparso tra gli indiziati di mercato. Ad Oklahoma City il Gallo si è conquistato come a Denver e Los Angeles un posto di primo piano. In quintetto al fianco di Chris Paul ha ulteriormente dimostrato di poter essere materiale da titolo. Tante prestazioni decisive e uno status da fan favorite. Motivazione per privarsi del Gallo a metà di una stagione al top della condizione sarebbe il contratto in scandenza. Questa la chiave di lettura degli scenari ipotizzati, tra i quali svettano Philadelphia e Dallas. Seppur incredibile come scelta, visti i risultati convincenti della OKC post-Westbrook, nulla è mai certo fino allo scadere.
Ariza, Holiday, LaVine, Schröder, Adams: il resto del mondo NBA
Concludiamo con affari conclusi e voci di scambi più o meno fondate. Se Ariza è passato da Sacramento a Portland due settimane fa, lasciando il posto nella capitale californiana a Kent Bazemore. Una nuova scelta per il rilancio delle grandi speranze di inizio anno, compromesse da infortuni e sconfitte. Jrue Holiday rimane forse uno dei pochi nomi attorno ai quali costruire un ultimo accordo. La categorica dichiarazione di mantenere nel progetto il 29enne play californiano, può celare la possibilità di compromessi dei Pelicans di privarsene in cambio di un’offerta sensazionale.
LaVine, Schröder e Adams pronti a partire? Praticamente impossibile. La partenza da Chicago del suo vero trascinatore rappresenterebbe un terremoto per i Bulls, fortemente intenzionati a tenersi stretto il 2 volte campione dello Slam Dunk Contest. Anche Schröder e Adams sono stati accostati rispettivamente a New York Knicks e Atlanta Hawks. Mere voci quasi certamente destinate a scomparire con la scadenza di domani.
Aspettarsi vere e proprie rivoluzioni con così poche ore appare sempre più difficile anche se sarebbe sbagliato etichettarle come impossibili. Del grande clamore resterà però il dato comune tanto alle operazioni riuscite a quelle sfumate ed a quelle mai realmente nate se non come ipotesi: tutto deve cambiare perchè tutto resti come prima. Un principio enigmatico, quasi un controsenso per racchiudere intenzioni, speranze sfaccettature di un vero e proprio mercato di riparazione.