Il tecnico della Bennet Cantù, Andrea Trinchieri, ha incontrato i giornalisti alla vigilia dell’attesa sfida che vedrà la sua Bennet affrontare i campioni d’Italia della Montepaschi Siena.
Ora puoi contare solamente su 8 giocatori. Il fatto di avere rotazioni obbligate può per assurdo essere un vantaggio? Usando una metafora direi che se all’origine la sfida contro Siena poteva essere pensata come a una guerra di logoramento dove si schieravano gli eserciti sul campo e chi rimaneva in piedi con l’ultimo soldato avrebbe vinto la battaglia, adesso chiaramente, con quello che ci è successo e ci sta accadendo, dovremo passare al piano B. Piano che non potrà essere uguale a quello ipotizzato per una squadra con Micov, Shermadini e Scekic perchè si tratta di giocatori con grande stazza fisica e ricordo che il basket è una questione di ingombri. Da una guerra armata contro armata si passa quindi alla guerriglia.
La guerriglia è sempre stata la vostra tattica in passato contro la Montepaschi. Credo che le cose difficilmente cambino fin quando gli ordini di grandezza rimangono uguali. Per questo mi sembra complicato pensare a un pronostico diverso dal solito. Se al termine della finale scudetto Siena ha aggiunto al suo roster Andersen, noi abbiamo preso un giocatore fuori rosa al Panathinaikos, come Shermadini, che per noi è stato e spero sarà fondamentale. Secondo me per certi versi il gap tra le due formazioni si è ampliato. La partita di Supercoppa non ha fatto altro che confonderci perchè era una sfida di settembre e, dopo quella gara, giocata molto bene, ci siamo sentiti più vicini alla Mens sana. Il campionato e la finale di Coppa Italia hanno però ripristinato le distanze.
Parli in generale o delle due formazioni che si affronteranno giovedì? Parlo in generale, ma il mio ragionamento è ancora più valido in questo momento visto che abbiamo l’asse portante della squadra fermo ai box.
In questa situazione un eventuale successo contro la Mens Sana non sarebbe un valore aggiunto? Sicuramente, però bisogna conquistarlo. La verità è molto semplice: se facciamo una partita normale e loro giocano male vincono, così come se tutti e due giochiamo bene. Noi dobbiamo disputare una grande gara e costringere Siena a giocare un po’ peggio del solito.
La Montepaschi ha il miglior attacco del campionato e la seconda difesa. Cantù la miglior difesa, ma il quattordicesimo attacco. Questa può essere una lettura della sfida? La nostra produzione offensiva è insufficiente per diverse motivazioni. Abbiamo cambiato tanto: in qualche caso per colpa nostra, ma molte volte per sfortuna. Se contate quante giornate di campionato o di Eurolega hanno saltato i nostri giocatori vi accorgerete che si tratta di un numero impressionante. Questo ha ritardato la crescita così come la modifica di assetto. Ultimamente poi abbiamo dovuto riprogettare tecnicamente la squadra perchè abbiamo perso un riferimento interno e un elemento capace di unire i reparti. Secondo me inoltre siamo anche poco sorretti dalle percentuali a fronte di una qualità di gioco più elevata poichè siamo un po’ preoccupati. Penso che riusciremo a migliorare, ma in questo momento la crescita, per ovvie ragioni, è più difficile.
Dovendo fare un confronto con la finale di Coppa Italia come vedresti i diversi stati di forma delle due formazioni? Secondo me non si può fare questo paragone perchè in Coppa Italia si trattava della terza gara in tre giorni. Noi siamo arrivati a giocare quella sfida con il led delle energie in negativo e abbiamo fatto una bruttissima partita. Siena invece ha disputato una prestazione eccellente. Sicuramente dal match di giovedì mi attendo qualcosa di diverso.
Ti aspetti che anche il Paladesio dia il suo contributo? Lo so, non me lo aspetto. L’atmosfera di Eurolega e il pubblico possono essere un valore aggiunto. Saremo come una barchetta di pirati che abborda la nave con il forziere: vediamo se riusciremo a salire a bordo.
Una sconfitta con Siena ti può togliere qualcosa per la sfida di Milano? Avevo un grande desiderio: giocare contro Siena e Milano con la mia formazione al completo. In questo momento invece affronteremo le avversarie più forti e saremo costretti a rincorrere delle soluzioni alternative. Per questo penso a un impegno alla volta: ho già tante cose su cui lavorare per domani. Domenica sarà un’altra partita e un’altra storia. Credo che il destino ci sia stato avverso e ci abbia tolto convinzioni e giocatori, però non ci ha ancora strappato l’anima.
Pensi che i tuoi giocatori subiscano l’impatto iniziale della Montepaschi? Secondo me c’è un’oggettiva differenza di valori prima, durante e dopo la gara. Sta a noi trovare un qualcosa, che può essere psicologico, tecnico, tattico o umano, per esempio il nostro pubblico, per colmare questo divario. Domani avremo tanto bisogno di qualcuno che ci spinga oltre le nostre possibilità.
Chi credi possa essere decisivo per Siena? Storicamente la differenza l’hanno sempre fatta i lunghi. Mc Calebb, per il suo modo di giocare, produce contro tutti i tipi di squadra.
Cosa pensi della designazione arbitrale? Il primo modo per avvicinarsi a questa sfida e avere una chance di vincere è non guardare gli arbitri. Gli arbitri faranno il loro lavoro in una partita molto difficile.
Fonte: Ufficio Stampa Pallacanestro Cantù