Intervista sul Corriere dello Sport a Marco Spissu, play del Banco di Sardegna Dinamo Sassari.
Un estratto delle sue dichiarazioni.
“Ho sempre lavorato con serietà, ho sempre voluto fare questo come lavoro. Non avevo alternative, ho rinunciato a tante cose per essere qui. So di non avere ancora fatto quasi niente, ma la strada è quella giusta. Non avendo grande fisico ho dovuto sicuramente lavorare sulla rapidità, essere più veloce degli altri nell’esecuzione. Sto poi curando la difesa, dove la furbizia ti può aiutare qualche volta, però rivuole soprattutto cuore”.
Sugli anni passati in A2 con Casalpusterlengo, Derthona e Virtus Bologna. “Credo che se uno vuole vincere si deve mettere delle pressioni, avere la mentalità vincente vuol dire questo. Ho passato degli anni bellissimi sia a Tortona che a Bologna, anche in fase di rendimento della squadra è andata benissimo: questo mi ha aiutato settimana dopo settimana a costruirmi una mentalità forte.”
Sul ruolo di play titolare voluto da coach Gianmarco Pozzecco. “Ovviamente ero contento, eravamo a casa sua a Formentera ed era solo una chiacchiera al tempo, poi è divenuta realtà. All’inizio ero un po’stranito dall’arrivo di Jerrells: entrambi vogliamo vincere… Ma lui ha capito e ora siamo in sintonia e cerco di rubare qualche trucchetto proprio a lui”.
Quando a fine gara al PalaSerradimigni intona il coro del Commando sotto la curva… “Cerco di essere sempre me stesso, perchè mi sento ancora uno di loro. Il coro con il Commando a fine partita rimarrà una delle cose più emozionanti della mia carriera.”
Sulla Nazionale. “Dovrebbe rispondere qualcun altro, ma sento qualcosa dentro di importante. Ho sensazioni positive. Se dovesse succedere non vedrei l’ora di andare”.