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NBA WEEK – WESTERN RECAP – LOS ANGELES SUL TETTO AD OVEST, SPROFONDO NELLA BAIA

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La California, nel bene e nel male. La scorsa settimana ha fissato il consolidamento di Los Angeles Lakers e Clippers in altissimo, mentre i Golden State Warriors, finalisti NBA lo scorso anno, chiudono una settimana decisamente da dimenticare con quattro sconfitte in fila, striscia di sette (fermata dalla vittoria su Memphis di stanotte).

L’alba dei Lakers sta già’ diventando mattino (record 11-2), con la coppia James – Davis a far sfracelli e un’amalgama che sta diventando super (quasi 50 punti di media in due, 9 rimbalzi a gara per AD e 11 assist per Bron, a testimoniarne la complementarita’) e una panchina che ha dinamismo ed esperienza, ben coesa da un umile ma preparato “gestore” come Frank Vogel. Dall’altra parte della metropoli, i Velieri non dimostrano meno potenza, pur con un record inferiore (9-5), e una strategia dell’alternanza tra George e Leonard da parte di Doc Rivers da vecchio volpone, che forse rischia di far perdere troppo di vista la posizione in griglia playoff ma che certamente dimostra di essere una serissima concorrente al titolo, con la W clamorosa e schiacciante sugli Atlanta Hawks (150-101). Tra i due litiganti, gli Houston Rockets di coach D’Antoni, che anche loro sfoggiano la coppia d’assi Westbrook e Harden (61 punti a partita in due con 13 rimbalzi e 15 assist!!!) e un filotto di quattro vittorie in settimana (44 punti a gara per il Barba, ma ormai non fa quasi più clamore). Finiscono dietro la lavagna i Warriors, con la bella sorpresa Eric Paschall ad essere la sola nota lieta all’ombra del Golden Gate, insieme ai San Antonio Spurs del nostro Marco Belinelli, tristemente poco più di un comprimario in una squadra ormai da rifondare (sei le sconfitte di fila al momento, striscia aperta) ma pur sempre condotti da un maestro come Gregg Popovich, che potrebbe ancora tirar fuori il coniglio dal cilindro. L’ultimo pollice verso lo ricevono i Blazers, due gare e due sconfitte contro Clippers e Pelicans, ridotti ad ingaggiare Carmelo Anthony, ormai bell’e finito da un paio di anni. Menzione speciale va ai Dallas Mavericks e specialmente a Luka Doncic, che sta strabiliando il circo con una clamorosa tripla doppia di media (29.5 punti, quasi 11 rimbalzi e 10 assist a partita) a nemmeno 21 anni di eta’. Predestinato, e ci aveva avvisati tutti già in Europa.

UP:

LOS ANGELES LAKERS

Come gia’ detto nel cappello, la coppia Davis – James sta dimostrando impegno e dedizione alla causa quest’anno, e il primo sembra davvero ciò che King James desiderava al fianco per ritrovare lo smalto spesso perduto durante la scorsa stagione. Quattro vittorie di fila in settimana, l’ultima Domenica scorsa contro gli Hawks, e Kobe Bryant ad assistere allo Staples Center. Una distribuzione di compiti precisa (lo dimostrano i 5 punti a partita di tutto il roster, escluso il “picchiatore” Dudley) e un entusiasmo ritrovato nella franchigia californiana danno a loro lo scettro della Western questa settimana. Rieccoli.

HOUSTON ROCKETS

Non solo il record (11-3) e la coppia d’oro Harden-Westbrook, ma alcune vittorie significative – come quella sui Clippers, con il curioso siparietto tra Austin e Doc Rivers, col figlio a chiedere il tecnico per il padre e poi salutarlo mentre usciva – danno una posizione sicura negli Ups di questa settimana alla squadra texana. Clint Capela sta dimostrando che non sia solo fisicità e difesa, ma un netto miglioramento nei movimenti d’attacco e un dominio totale a rimbalzo (13 di media per lui) lo fanno un lungo che potrebbe essere decisivo nel prosieguo della stagione, soprattutto dopo la terza gara in fila oltre 20 rimbalzi (l’ultimo fu Moses Malone nel 1982). Collaudati.

LOS ANGELES CLIPPERS

Paul George – Kawhi Leonard…e chi li ha visti? Ancora i due non hanno giocato insieme, ma il contributo singolo non si e’ lasciato mancare, e dopo le prime 9 giocate da Leonard, l’ultima settimana ha visto il rientro del fuoriclasse ex Pacers segnare 29.3 punti a partita e letteralmente trascinare la squadra in fazzoletti di campo, come nella vittoria incredibile di +49 sugli Hawks, in cui ha marcato 37 punti in 20 minuti. Se poi Sweet Lou ci mette anche 22 punti abbondanti in media e Pat Bev / Harrell non lasciano nulla sul tavolo dell’impegno, questa squadra rimarrà tra gli Up di Basketitaly davvero a lungo. Qualche rischio nel fare troppo turnover pero’ Doc Rivers ce l’ha, e testimone e’ il bilancio di 2-2 in settimana, nonché il record di 9-5 che li porta già sensibilmente lontani dai capolista Lakers. Chi va piano, va sano e va lontano.

 

DOWNS:

GOLDEN STATE WARRIORS

Chi se l’aspettava dei Warriors cosi’, dopo le ultime (quasi) invincibili annate? Steve Kerr sembra non starci capendo niente in una squadra che praticamente ha visto ancora pochissimo Steph Curry e che sta avendo segnali solo dal carneade Eric Paschall e da un efficace ma davvero solo DeAngelo Russell, ormai sdraiata in fondo alla Conference con un record di 3 vinte e ben 10 perse, tra cui il -26 nel derby coi Lakers. La soluzione apparentemente non c’e’, se non quella di intervenire nella finestra di mercato con qualche scambio oculato e recuperare il prima possibile Klay Thompson e a pieno regime Curry. Sempre che questi due ne abbiano davvero intenzione. Svogliati.

PORTLAND TRAIL BLAZERS

Il sopracitato ingaggio di Carmelo Anthony suona quasi come una resa per la squadra di Terry Stotts, che non può più affidarsi solo a Lillard (quasi 29 punti di media per lui) e ad un McCollum in crescita. Positivo Whiteside in doppia doppia di media (15+12) ma quattro sconfitte sulle ultime cinque li lasciano cadere nel vuoto con un 5-10 eloquente. Va trovato un partner affidabile alla coppia Lillard-McCollum e un po’ di esperienza che non coincida con senilità precoce (vedi Gasol e Anthony). Rassegnati.

SAN ANTONIO SPURS

Ci fa male, molto male inserire i gloriosi texani in questa categoria, ma le sei sconfitte in fila all’AT&T Center non si vedevano da prima dell’arrivo di un certo Tim Duncan. Il nostro Marco Belinelli nei bassifondi della panchina intristisce ancor di più in uno scenario che deve giocoforza cambiare identità, col gioco di DeRozan e Aldridge efficace nei numeri singoli ma non nell’economia di squadra, e un Popovich che sembra capirci quasi meno di Kerr a Golden State. In settimana, un mini-tour ad Est che – sperano i tifosi degli Speroni – possa dare un po’ di linfa a San Antonio (compresa la trasferta del Madison Square Garden di Sabato prossimo dove saremo presenti) prima dello scontro coi Lakers di Lunedì’ prossimo. Fine di un era?