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Esclusivo – Iannuzzi: “A Brindisi sto bene, sono in un posto che ama la pallacanestro”

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Il primo appuntamento per la rubrica interviste targata BasketItaly parte dal Sud, dalle parole di Antonio Iannuzzi, che abbiamo incontrato per una chiacchierata tra le mura del PalaPentassuglia di Brindisi, al termine di un consueto allenamento pomeridiano.

Il centro di 208 cm è tornato a far parte della corte della Happy Casa dopo l’esperienza, seppur breve, vissuta nella stagione 2017/2018. E quando quest’estate lo staff biancazzurro lo ha richiamato, l’atleta avellinese classe ’91 non ci ha pensato troppo su, firmando volentieri il suo ritorno in terra pugliese.

 

La prima domanda è d’obbligo, come ti trovi nella squadra e com’è stato il primo impatto con i nuovi compagni?

“La squadra la conoscevo abbastanza così come il posto e lo staff tecnico. Con i compagni ci siamo trovati bene sin da subito e abbiamo instaurato un ottimo rapporto anche al di fuori del campo da gioco. Questo è molto importante per fare gruppo e dare il meglio. Al momento sta andando tutto come ci si poteva aspettare e sperare”.

E com’è il tuo rapporto con il coach?

“Conoscevo Vitucci già prima, quando arrivai a Brindisi, e sono contento che mi abbia voluto anche quest’anno. È sicuramente un allenatore molto preparato sul piano tecnico e al tempo stesso una bella persona, che ti aiuta a rendere al meglio soprattutto dal punto di vista mentale”.

Eri arrivato a stagione in corso, a febbraio 2018, e ti sei dovuto giustamente ambientare in un gruppo nuovo; la tua miglior prestazione è arrivata infatti nell’ultima giornata a Cantù. Possiamo dire che la stessa cosa sta accadendo quest’anno e che devi trovare ancora il giusto spazio?

“Sicuramente è sempre difficile iniziare una nuova stagione con una squadra quasi completamente rinnovata e con compagni cui non hai mai giocato assieme. Ognuno ha le proprie caratteristiche ed è un gioco di equilibri che richiede tempo e pazienza da parte di tutti quanti”.

Cosa ti ha spinto a tornare a Brindisi?

“Un posto in cui si vive bene e si ama la pallacanestro. I mesi in cui sono stato due anni fa sono stati piacevoli sotto ogni aspetto e quando questa estate è arrivata una chiamata da Brindisi non ci ho pensato due volte; ho accettato di tornare molto volentieri”.

Come gestisci la pressione e le critiche?

“Cercando di dare il massimo in allenamento ogni giorno. Sto facendo del mio meglio e spero che arriverà anche il mio momento per dare qualcosa in più alla squadra in campo”.

Chi ti ha meravigliato di più, finora, del roster di quest’anno?

“Il capitano Adrian Banks. Nonostante l’età e una carriera già di tutto rispetto, ha sempre voglia di migliorare. E lo si vede anche da quanto si ferma a tirare dopo ogni allenamento. Un grande professionista da cui bisogna apprendere il più possibile”.

Che significato ha per te il 7 come numero di maglia?

“Mia sorella giocava a pallavolo e quando ha smesso io ho praticamente cominciato la mia carriera da cestista. Aveva il numero 7 e allora da quel momento decisi di portarlo sempre con me sulla schiena”.

Un momento della tua carriera, fino ad oggi,  che ricordi particolarmente e con piacere.

“Sicuramente i playoff disputati con Capo d’Orlando e la prima partita vinta al Forum di Milano contro l’Olimpia. E’ un bel ricordo, segno della grande annata che disputammo in Sicilia”.

Quali sono le tue passioni fuori dal campo?                  

“Giocare alla play, ai videogiochi, portare a spasso il cane e trascorrere del tempo libero con la mia ragazza”.

Un aggettivo per descrivere il tifo brindisino.

“Caldo, passionale: è davvero super”.