Luca Banchi: “La premialità degli italiani venga reinvestita su strutture e giovanili”
Intervista a Luca Banchi, coach del Lokomotiv Kuban Krasnodar, per Tuttosport.
La sua squadra affronterà stasera (ore 19, diretta streaming su Eurosport Player) l’Umana Reyer Venezia per la seconda giornata di 7 DAYS EuroCup.
“Per problemi di ristrutturazione del palasport abbiamo svolto la preparazione all’estero, e fino a pochi giorni fa stavo in albergo. Abbiamo preso Johnny O’Bryant dopo che era stato rilasciato dal Maccabi Tel Aviv, ma è arrivato infortunato e stiamo già viaggiando molto. Speriamo che la Reyer non ci spazzi via”.
Sulla pallacanestro italiana vista dall’estero.
“Ha perso posizioni, lo sappiamo. Pochi progetti importanti, Milano, poi Venezia, Virtus Bologna e Sassari. Ma stanno dando continuità anche Trento e Brindisi. E’ un segnale. Non basta. il nostro campionato, però, ha identità tecnica e c’è ancora tanto pubblico al palasport, come non penso di trovarne qui e ho trovato poco in Grecia. C’è atmosfera Tutto nonostante manchino infrastrutture moderne. La crisi, la mancata defiscalizzazione, hanno indotto i club a tagliale i costi. Si investe ancora sul tifo. La Bundesliga, dove sono stato 4 mesi, mi ha invece colpito”.
Sui settori giovanili italiani e non solo…
“Io non sono mai stato d’accordo sul premio per l’impiego di italiani. Perché i club lo utilizzano per il monte salari dei giocatori, un autofinanziamento. Io lo aumenterei anche, ma a patto che tutto, o perlomeno una buonaparte venga reinvestito nei settori giovanili, nelle strutture di base, negli allenatori e istruttori, nella loro formazione, nelle palestre. Allora avrebbe un senso. Bisogna ripartire dai settori giovanili, investire. Poi giocheranno gli italiani bravi, perché nessun allenatore li tiene in panchina e le regole attuali bastano. Nessuno gioca la stagione con 5 o 6 stranieri. Il punto è che bisogna costruire un metodo, far crescere i ragazzi su piano mentale, tecnico e fisico, non solo del talento. Bisogna a fare reclutamento capillare, sul territorio, girare. Non posso vedere né accettare che l’Italia non abbia lunghi e in altri sport sì. Il basket è nelle scuole? Lo sia di più”.