Scandone come l’Araba Fenice, risorgere dalle proprie ceneri!
Sono passati 126 giorni dall’ultima partita della Scandone Avellino sul parquet amico del Pala Del Mauro. Altra categoria, altra squadra, altre ambizioni. Era gara 4 dei Playoff scudetto contro l’Olimpia Milano, davanti a 4.000 tifosi biancoverdi: la compagine di Maffezzoli perse a testa alta per 80-86. Da quel momento in poi 5 mesi di agonia: le difficoltà economiche, l’autoretrocessione prima in A2 e poi in Serie B. Un pugno di polvere tra le mani, una società storica salvata in extremis dal sindaco Gianluca Festa. La Scandone degli avellinesi: questo il nuovo motto, questo il nuovo slogan morale per caricare un ambiente martoriato e deluso dalla precedente gestione Sidigas. Capitolo chiuso, si ricomincia. La città di Avellino non vede l’ora; insieme per tornare ai fasti di un tempo. Salvato il logo, salvata la matricola, si ritorna in campo. Il coach De Gennaro è il filo conduttore tra il vecchio ed il nuovo. A lui il compito più difficile: ricreare entusiasmo e far capire ai nuovi arrivati l’importanza di chiamarsi Scandone. Palla a due, ore 18 contro la Stella Azzurra Roma. Questo il primo, nuovo passo.