Daniele Cinciarini: “Fortitudo come casa mia. Il derby? Un tormentone, ma non deve distrarre…”
Foto da pagina Facebook “Fortitudo Pallacanestro Bologna 103”
Intervista a Daniele Cinciarini, guardia della Fortitudo Pompea Bologna, per il Corriere di Bologna.
Un estratto delle sue dichiarazioni.
La Fortitudo farà il suo ritorno in Serie A dopo 10 anni martedì alla Vitrifrigo Arena a Pesaro nell’anticipo contro la Carpegna Prosciutto VL. “Partita eccitante, tra due grandi piazze, con un gran pubblico. È una capitale del basket, ed è sempre la mia città. Certo, trasmette più emozioni, soprattutto a me, ma non esageriamo”.
La rivalità tra Effe e Vuelle. “Io ricordo che quando ero bambino e andavo al vecchio Hangar a vedere la Scavolini sognando un giorno di poterci giocare, la rivalità più sentita dai pesaresi era con la Virtus. Le grandi sfide con la Fortitudo vennero dopo e col tempo diventò una classica”.
Con la VL Pesaro non si è lasciato benissimo. “Non andò bene, non riuscii a fare del mio meglio, ma è una storia passata. Ci ho già giocato da avversario tante volte, non devo dimostrare nulla, nessun sassolino. Penso solo alla Fortitudo, a una stagione che sarà lunga e dura: ogni occasione di fare punti va sfruttata”.
Sul pugno di Sims. “Sì, l’ho visto, ero a pochi metri, in panchina. Non ne farei un caso: Henry è un ragazzo competitivo, ed è stato solo sfortunato: è come quando ti casca a terra il telefono, per una questione di millimetri può andare in frantumi o non farsi nulla… Non lamentiamoci e teniamo duro, tanto la stagione è una maratona. E Stephens ci darà una mano in fretta. Avere tanti veterani serve anche a questo: rendere gli inserimenti più facili”.
In estate Cinciarini ha fatto di tutto per restare con la Fortitudo. “L’ho detto più volte, la sento come casa mia, ed a questa età stare bene in un posto, sia io che la mia famiglia, conta più dei soldi”.
Sul derby di Bologna, che giocherà per la prima volta a 36 anni. “Ci mancò poco con l’ultimo, aprile 2017, sapevo già di venire qui ma lo vidi in tv assieme ai compagni di Caserta, pensando che prima o poi sarebbe toccato anche a me. Si gioca a Natale ma se ne parla già da mesi: un tormentone. Bello così, ma poi non deve diventare una distrazione”.