Lunga intervista a Jerome Dyson, playmaker della Virtus Roma, per Il Corriere dello Sport.
Un estratto delle sue dichiarazioni.
“Ho sempre giocato da playmaker, un ruolo fondamentale nel basket e per questo ho imparato a gestire la pressione. Se un play gira, fa andare bene tutto il gruppo. Questo cercherò di fare anche qui nella Virtus Roma. Essere il capitano della squadra? Mi riempie immensamente di orgoglio e aumenta le mie responsabilità nei confronti dei compagni, dello staff e dei tifosi. Lo ero stato negli Usa, da giovane. E la prima volta che mi capita in Europa, ma sono pronto.”
Ritrova come allenatore Piero Bucchi, suo coach a Brindisi nella stagione 2013-14.
“Sono a Roma proprio per lui. La stagione di Brindisi è stata eccezionale per tutte le persone che l’hanno vissuta, e a me ha dato poi opportunità di crescere e vincere prima a Sassari e poi a Gerusalemme con l’Hapoel. Mi ha migliorato come uomo e come giocatore, e certe cose non si dimenticano”.
Oggi, alla Virtus Roma, e la sua richiesta ai suoi nuovi tifosi.
“Non dobbiamo puntare solo alla salvezza. Non mi pongo mai limiti. Combatteremo su ogni pallone dal primo all’ultimo minuto per uscire dal campo senza aver alcun rimorso. Il campionato sarà lungo e difficile, quindi non dobbiamo lasciare nulla di intentato. Chiediamo però ai nostri tifosi di scendere in campo con noi. La loro spinta, l’entusiasmo possono essere un’arma in più. Il Palazzo dello Sport dell’Eur è un impianto favoloso ma grandissimo: sarà importante che in tanti si convincano a dividere questa avventura con noi”.