Lunga intervista a Cesare Pancotto, coach dell’Acqua S.Bernardo Pallacanestro Cantù, per il quotidiano La Provincia di Como. Un estratto delle sue dichiarazioni.
«Non posso che ribadire un concetto già espresso e rafforzato dall’ultima scelta di mercato: siamo una squadra a forte identità giovane, che ha come primi obiettivi quelli di diventare un gruppo e di crescere. Cameron Young? Quando si fà mercato, c’è sempre un bivio tra desiderio e necessità: con lui abbiamo un giocatore di energia, animato da forti motivazioni. E, lo sottolineo, sono contento di questa scelta. Non solo di Young, sono soddisfatto di tutti i giocatori che sono arrivati a Cantù».
Sul prossimo impegno nel precampionato, il “Trofeo Lombardia, e sulla ripresa dall’infortunio di Wes Clark. «Vediamo come reagirà Clark, per ora non mi sbilancio sul suo utilizzo al “Lombardia”. Ma il fatto di aver lavorato senza play e senza guardia, ha accresciuto il senso di responsabilità della squadra. Se posso sbilanciarmi, questo gruppo ha saputo lavorare cercando di colmare con l’impegno e il sacrificio le lacune che ci sono state».
Sulla presenza del giovane Gabriele Procida. «Gli ho detto che ha ottenuto quello che non si meritava, nel senso che è con noi perché l’allenatore ha voluto fargli un regalo. Gli ho detto che deve mangiare ancora tanta pasta scotta: le qualità ci sono tutte, lui deve lavorare per diventare tra due-tre anni un protagonista della serie A. Lasciamolo crescere con calma, facendogli assaporare il valore e il gusto della conquista».
La Pallacanestro Cantù che si devono aspettare i propri tifosi. «Avendo lavorato non al completo, non abbiamo sviluppato tutte le possibili dinamiche di squadra. Di sicuro saremo camaleontici, perché non ci manca la capacità di adattarci. In queste settimane di lavoro ho anche visto tanta energia e una buona base tecnica, qualità che vanno però ancora migliorate e affinate. Ci serve del tempo».