#FIBAWC: Italia e lo small-ball, come fare di necessità virtù
L’Italia allenata da Meo Sacchetti tornerà a disputare un mondiale di pallacanestro dopo tredici anni di assenza. L’ultima volta che abbiamo visto gli azzurri in una World Cup è stato nel 2006, quando la nazionale, allenata in quell’occasione da Carlo Recalcati, aveva disputato un’eccellente prima fase, arrivando seconda nel Gruppo D dietro agli Stati Uniti. L’Italia aveva perso solo contro lo stesso Dream Team americano nel girone, ma era poi stata eliminata agli ottavi dalla Lituania.
Tra gli azzurri c’è solo un sopravvissuto da quell’ultima apparizione ai mondiali: Marco Belinelli. La guardia dei San Antonio Spurs, infatti, aveva debuttato con la maglietta dell’Italia a 20 anni proprio in occasione dell’appuntamento iridato, mettendosi in mostra con 26 punti contro la Slovenia e 25 contro lo squadrone americano, compreso un 2+1 con fallo di Carmelo Anthony che era valso il momentaneo +12 Italia, che però alla fine non era bastato per raggiungere il successo. L’anno successivo, il giovane giocatore di Bologna era stato scelto al primo giro del Draft NBA, anche grazie a quell’exploit.
Gli altri giocatori che si trovano in Cina non sanno cosa significa difendere i propri colori in un mondiale, e neppure in un’Olimpiade, visto che l’ultima partecipazione dell’Italia ai giochi era stata ad Atene 2004, quando la nazionale aveva conquistato un’indimenticabile medaglia d’argento.
Quella che per molti è stata considerata “la miglior generazione della storia” della pallacanestro italiana ha ormai passato la trentina, e rischia di ritirarsi non solo senza aver mai vinto niente, ma anche senza aver neppure lottato per traguardi importanti. È il caso ad esempio di Andrea Bargnani, numero uno del Draft 2006, e che ha lasciato la pallacanestro professionistica senza nessuna gloria a livello di nazionale. Questo potrebbe essere il destino anche di alti giocatori iconici come Danilo Gallinari, probabilmente l’italiano più completo di tutti i tempi, che ha appena compiuto 31 anni, o di due simboli della pallacanestro europea e recenti campioni dell’Eurolega come Gigi Datome (Fenerbahçe, 2017) e Daniel Hackett (CSKA, 2019), entrambi nati nel 1987.
Nicolò Melli, l’assente che abbassa le aspettative
L’Italia si è qualificata per l’appuntamento mondiale senza troppi problemi in occasione delle tanto discusse “finestre FIBA”. Questo perché i giocatori sono parecchi e le stelle di primo livello che giocano in NBA o in top-team Eurolega sono relativamente poche. Senza Belinelli, Gallinari, Datome, Melli o Hackett, la nazionale ha comunque potuto schierare quintetti competitivi per le partite di qualificazione, anche perché l’Olimpia Milano, unico rappresentante azzurro in Eurolega, ha spesso e volentieri ‘prestato’ i propri – poco utilizzati – azzurri alla causa.
L’eccellente stagione di Danilo Gallinari con i Los Angeles Clippers, il buon contributo di Marco Belinelli di ritorno a San Antonio, il crescente protagonismo europeo di Nicolò Melli e Daniel Hackett, assieme alla consacrazione del ruolo di leader di Gigi Datome con il Fenerbahçe lasciava nell’immaginario collettivo italiano un “quintetto delle meraviglie” con licenza a sognare. Tutti davano per scontato che Melli avrebbe potuto giocare da Cinque, ruolo coperto con solvenza nel Fenerbahçe di Obradovic per via dei lunghi infortuni di Jan Vesely e Joffrey Lauvergne nella seconda parte della stagione. Un quintetto Hackett-Belinelli-Datome-Gallinari-Melli avrebbe potuto lottare per qualcosa di importante, aggiungendo inoltre altre armi efficienti per la seconda unità, come il naturalizzato Jeff Brooks o Alessandro Gentile, che ha ritrovato la forma fisica e mentale dopo il suo passaggio per l’Estudiantes e il campionato spagnolo.
Sarebbe stato… Ma non sarà. Sia Nicolò Melli che Gigi Datome hanno chiuso il campionato turco con una visita alla sala operatoria per mettere a posto problemi fisici che si sono portati dietro per gran parte della stagione, ai quali va aggiunta la stanchezza accumulata. Il lungo di Reggio Emilia, inoltre, si prepara per la sua prima esperienza in NBA, e quindi era preventivabile che non avrebbe fatto parte della spedizione asiatica dell’Italia. Da lì in poi, i sogni di grandezza azzurri hanno sfumare come un castello di carte.
Senza Melli, l’Italia si ritrova a non avere un riferimento dominante sotto canestro. Amedeo Tessitori, unico giocatore veramente di ruolo, che però non arriva ai Sette Piedi (è 2.08), difende i colori del Treviso Basket. Squadra storica, certo, ma neopromossa. Tex ha dimostrato molta voglia e dedizione, ma gli manca esperienza. Anche l’energico Paul Biligha, passato da poco dalla Reyer Venezia all’Olimpia Milano, gioca come centro, ed un giocatore molto atletico, ma è alto 200 centimetri, 22 in meno che il gigante serbo Boban Marjanovic, ad esempio.
La salute di Gallinari e Datome ha tenuto tutti col fiato sospeso
Come se non fosse abbastanza, due dei giocatori più rappresentativi della nazionale non si sono quasi potuti allenare con normalità durante da lunga estate azzurra, in quanto alle prese con la riabilitazione dai propri problemi fisici. Stiamo parlando di Gigi Datome, il capitano della squadra, che doveva recuperarsi dell’operazione al ginocchio alla quale si era sottomesso a fine campionato, e di Danilo Gallinari, operato d’urgenza di appendicite a Verona lo scorso 3 agosto. Entrambi hanno debuttato solo nell’ultimissimo torneo amichevole disputato l’ultimo fine settimana prima del mondiale in Cina, dimostrando di esserci, ma non ancora al 100%.
Gallinari, capace di fare la differenza anche se a mezzo servizio, nel 2018-19 ha disputato la miglior stagione in NBA della sua carriera tra le file dei Clippers, con una media di 19.8 punti a partita (con 43.3% in triple e 90.4% dalla lunetta, tra i migliori del campionato) e 6.1 rimbalzi. Il talentuoso lombardo, trasformato in Quattro fisso da Doc Rivers per la gioia di Meo Sacchetti, che nei suoi 2.08 ha il tetto del suo roster, si stava allenando a pieno ritmo con i suoi compagni prima dell’operazione di appendicite. Un intervento semplice e comune, e per fortuna è andato tutto bene, ma pur sempre un’operazione chirurgica. I medici dei Thunder, il suo nuovo franchise in NBA, sono subito volati in Italia per verificare le condizioni del loro nuovo assistito. Considerando la piaga di giocatori NBA che hanno rinunciato a partecipare al mondiale, che ha visto coinvolti anche i suoi compagni di squadra a Oklahoma City Steven Adams (Nuova Zelanda) e Shai Gilgeous-Alexander (Canada), c’era chi temeva che la “velata pressione NBA” avrebbe avuto il sopravvento… Ma per fortuna, il Gallo c’è!
L’Italia e i suoi 12 ‘piccoli’ guerrieri sono pronti
L’Italia è volata in Cina lo scorso 19 agosto, e lo ha fatto con 14 uomini. Una volta constatato che Datome e Gallinari sono arruolabili, Meo Sacchetti ha proceduto con gli ultimi sue tagli: Giampaolo Ricci e suo figlio Brian, due ali forti.
Ecco i dodici per il mondiale:
- #00 Amedeo Della Valle (1993, 194, G, A|X Armani Exchange Milano)
- #3 Marco Belinelli (1986, 196, G, San Antonio Spurs – NBA)
- #5 Alessandro Gentile (1992, 200, G/A, – )
- #6 Paul Biligha (1990, 200, C, A|X Armani Exchange Milano)
- #7 Luca Vitali (1986, 201, P, Germani Basket Brescia)
- #8 Danilo Gallinari (1988, 208, AF, Oklahoma City Thunder – NBA)
- #10 Daniel Hackett (1987, 199, P/G, CSKA Mosca – EL)
- #12 Ariel Filloy (1987, 190, P, Umana Reyer Venezia)
- #15 Jeff Brooks (1989, 203, AF, A|X Armani Exchange Milano)
- #16 Amedeo Tessitori (1994, 208, C, De’ Longhi Treviso)
- #23 Awudu Abass (1993, 198, A, Germani Basket Brescia)
- #70 Luigi Datome (1987, 203, A, Fenerbahçe – EL)
[P=Playmaker, G=Guardia, A=Ala piccola, AF=Ala Forte, C=Centro]
Il secondo numero indicato dopo l’anno di nascita sono i (pochi) centimetri di altezza di ogni giocatore. Nessun Sette Piedi [2.13, ndr], due giocatori da 2.08 e due da 2.03. Non c’erano alternative: Sacchetti si è portato in Cina quanto di meglio il parco giocatori nazionale potesse offrire al momento.
Small-ball sarà il motto, il grido di battaglia, la filosofia di questa Italia. Ovviamente, difendere contro le torri di squadre più dotate fisicamente potrebbe rappresentare un problema, però bisogna considerare anche l’altro lato della medaglia: anche i lunghi rivali dovranno contenere i veloci e versatili giocatori italiani, che cercheranno di trarre il massimo vantaggio dai mismatch e fare della necessità del suo gioco piccolo un punto di forza e un marchio d’identità.
Il calendario
Nella prima fase l’Italia giocherà nel gruppo D con Filippine, Angola e Serbia.
- 31/08/2019, 13.30 (ora italiana) – Filippine-Italia
- 2/09/2019, 9.30 (ora italiana) – Italia-Angola
- 4/09/2019, 13.30 (ora italiana) – Italia-Serbia
Passano le prime due di ogni girone, quindi, se tutto va come previsto, gli azzurri termineranno secondi dietro alla Serbia e accederanno alla seguente fase.
Nel Gruppo J della seconda fase, quindi, presumibilmente Italia e Serbia si troveranno assieme a – se tutto va secondo pronostico – Spagna e Tunisia (eventualmente il Portorico o l’Iran potrebbero accompagnare gli iberici). Anche nella seconda fase passano le prime due di ogni girone, che accederanno ai quarti, e i risultati della prima fase verranno portati dietro anche nella seconda. Quindi Spagna e Serbia dovrebbero arrivare con una vittoria in più degli azzurri, e si dovranno sfidare tra di loro.
Detto ciò, alla fine è molto probabile che l’Italia si giocherà la qualificazione ai quarti contro la nazionale iberica allenata da Sergio Scariolo, che sulla carta è nettamente superiore, ma in una partita secca non si sa mai, tutto può succedere… Poi è già successo: sia nell’EuroBasket 2013 che in quello del 2015 l’Italia ha battuto la Spagna nella fase a Gironi, quindi, anche se piccola, esiste comunque una speranza di gloria.