Mercoledì Siena ha conquistato il settimo scudetto consecutivo, il primo dei sette senza Simone Pianigiani che, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha fatto i suoi complimenti a tutta la squadra toscana dallo staff tecnico a quello dirigenziale e non ha dimenticato i prossimi Europei di Slovenia che lo vedranno alla guida della Nazionale.
Su Siena: “Ho sempre creduto che avesse le risorse per farcela, ma sono stati molto bravi a riuscirci. Siena è un posto che dà il meglio quando si sente sola contro tutti, le difficoltà della stagione l’hanno rafforzata. La base resta continuità e etica del lavoro. Luca Banchi è stato bravissimo, ha strameritato il successo. Per sei anni è stato una figura preziosissima nel costruire un gioco che non era necessariamente il suo: che avessimo visioni un po’ differenti si sa. Minucci? Quest’anno Siena aveva la sua identità, ha imposto la sua pallacanestro, anche in Europa. Ci è riuscito in epoche diverse, con allenatori diversi, giocatori diversi, con budget elevati o ridotti. Nel suo successo c’è qualcosa di più profondo, impostato sui valori veri di uno sport di squadra“.
Sui playoff: “E’ stata una sensazione strana, particolare, ho preferito vedere tutte le partite senza il coinvolgimento diretto sul campo. Ho apprezzato la grande forza mentale delle squadre, quella di Roma di ribaltare un playoff iniziato in modo poco brillante con Reggio Emilia e poi andare a vincere a Cantù che non è mai uno scherzo. Una forza impersonata in finale da due giocatori italiani, Hackett e Datome. Non lo dico per piaggeria o perché sono nazionali, hanno meritato davvero i premi individuali di miglior giocatori di campionato, playoff e Coppa Italia. Vedo due aspetti opposti: da una parte, sono state serie appassionanti anche per la gente, il basket italiano deve coltivare la fiammella della passione che vive ancora. Dall’altra l’esasperazione attorno all’evento, le polemiche, i palazzi inadeguati che hanno contribuito a rendere il clima ancora più teso, allontanano il nostro movimento dalla modernità, dalla strada che sta
prendendo l’Europa“.
Infine la Nazionale: “La nota positiva generale è l’entusiasmo che stanno dimostrando nel voler tornare con la Nazionale. C’è voglia di ritrovarsi assieme, spinti sia dalle cose buone che hanno fatto nei playoff come dalla voglia di riscatto di chi ha finito in calando. Avremo delle novità importanti sul nucleo che ha fatto bene l’anno scorso, come Diener, il ritorno di Bargnani, la presenza di Gentile che era infortunato un anno fa. Belinelli? Ci tiene, ma la sua situazione è ancora da valutare“.