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Do you remember? – Bobbitt: un Lakers dal talento “stupefacente”

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Quante meteore, quanti campioni inesplosi, quanti bidoni sono passati nel nostro campionato? Le loro storie, a volte curiose ed al limite del surreale , saranno raccontate sul nostro portale in questa nuova rubrica dal titolo “Do you remember?” che a cadenza settimanale vi farà compagnia.

Genio e sregolatezza. O meglio, soprattutto sregolatezza. Tanti sono i giocatori approdati in Italia con la nomea di essere dei cavalli pazzi, magari con grande talento, ma pur sempre cavalli pazzi. In Irpinia però un solo un nome risponde a queste caratteristiche: Tony Bobbitt.

Ma andiamo con ordine. Dicembre 2005. In casa Avellino, allora targata Air, tira un’aria pesante, molto pesante. L’inizio di stagione è stato a dir poco fallimentare: Giuliani, chiamato in veste di GM e di head-coach, inizia perdendo sette partite di fila e, dopo il tonfo interno contro la neo-promossa Capo d’Orlando (78-84), fa le valige. La società decide di chiamare un esordiente, quell’Andrea Capobianco che solo qualche anno più tardi approderà in Nazionale in qualità di assistente e farà le fortune di Teramo. Il cambio in panchina sembra sortire i suoi effetti: la squadra raccoglie la prima vittoria stagionale proprio contro Teramo al PalaScapriano (strano il destino!) ma nonostante ciò la classifica nei giorni antecedenti al Natale piange (ultimo posto a -4 da Roseto e Reggio Calabria). E’ per questo che urgono rinforzi anche perchè alcuni acquisti di Agosto si rivelano inadatti alla massima serie (Dumas e Willy Taylor su tutti).

Ecco quindi che dagli States arriva tale Tony Bobbitt, guardia classe ’79 con un’infanzia difficile alle spalle. Cresciuto nel Derbyshire, uno dei quartieri più poveri di Daytona Beach in Florida ed espulso da diverse scuole, a 17 anni tornando a casa trovò sua madre assassinata con un proiettile in testa e riversa in un lago di sangue. E’ su di lui che i tifosi ripongono quasi tutte le speranze salvezza anche in virtù del suo curriculum che può vantare perfino un’ esperienza in Nba coi Los Angeles Lakers (nella foto a sinistra indossa la canotta gialloviola n°15). Peccato però che le presenze in maglia giallo-viola siano solo due e collezionate per giunta in noiosissimi garbage time. Fatto sta che il campionato incalza e neanche il tempo di scendere dall’aereo che Capobianco lo manda in campo contro Roma. L’esordio non è dei migliori: Avellino in vantaggio di 1 ha l’ultimo possesso, potrebbe morire con la palla in mano ma il buon Tony pensa bene di sparare una tripla da otto metri che non prende neanche il ferro. Ne consegue un rimbalzo di Roma che vola in contropiede, Tonolli subisce fallo, fa 2/2 ai liberi e scrive il 68-67 che dà ai capitolini la vittoria. Contro Roseto non va meglio:  Avellino perde e Bobbitt tira con un orrendo 1/9 che sommato all’1/8 della domenica precedente fa 2/19. Qualcuno inizia a storcere il naso ma nel match salvezza contro Reggio Calabria ecco il Bobbitt che non t’ aspetti: 25 punti in 17 minuti e vittoria per 99-73. L’ex Lakers sembra aver davvero ingranato, così come Avellino che inizia ad inanellare successi, lascia il fondo della classifica ed insegue quel terz’ultimo posto che vorrebbe dire salvezza. E non importa se fuori dal parquet Tony ne combini più di Carlo in Francia (da pranzi fatti con cappuccino e gomme americane a serate condotte non proprio da atleta) perchè al Forum d’Assago, il 6 marzo (6^ di ritorno) Tony ne mette 24 in 23 minuti con 6/10 dall’arco. Milano va al tappeto (101 a 76), l’Air accorcia su Capo d’Orlando e Roseto e persino la Gazzetta gli dedica un pezzo il lunedì successivo. Sembra che sia finalmente esplosa una stella e che Avellino possa davvero rimanere in serie  A. Niente di tutto ciò: nelle partite successive Bobbitt fa più danni della grandine (contro Udine concluderà con un imbarazzante 0/11 da tre) e ad Avellino i soli Patricio Prato e David Young non bastano. Poi in una calda giornata di inizio Maggio la doccia fredda: Bobbitt risulterà positivo alla cannabis in seguito ad un test antidoping effettuato proprio dopo il match con l’Olimpia. E’ la fine dell’avventura italiana dell’ex Lakers chiusa a 11.8 punti di media col 42.4% da due e 34.6% da tre.

Avellino nel frattempo perde sempre più contatto con la zona salvezza e a fine stagione chiuderà al penultimo posto che però le varrà il ripescaggio in virtù del fallimento di Roseto. Non ci sarà invece ripescaggio nel Belpaese per il povero Tony che si barcamenerà tra Nbdl (oggi D-League) e qualche puntatina in Europa tra Germania e Cipro. A distanza di anni in Italia pochi forse si ricorderanno di lui se non qualche tifoso Olimpia che non avrà rimosso quella prestazione al Forum a dir poco “stupefacente”.

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