I playoff regalano spettacolari partite con otto squadre che sono impegnate a giocare ogni due giorni. Sembra proprio un altro campionato rispetto alla regular season durante la quale oltre alla griglia playoff è stata sancita la retrocessione dell’Angelico Biella. Per le altre squadre da Caserta a Pesaro, passando dalla storica Virtus Bologna e dalla neopromossa Brindisi, è stata una stagione fatta di alti e bassi ma ricca di emozioni: diamo un voto alle stagioni già concluse delle 8 non ammesse ai playoff.
Juve Caserta 8,5 (13W-17L)
La stagione dei bianconeri passerà alla storia come una delle più ricordate da parte dei tifosi, quegli stessi tifosi che hanno tra i propri ricordi stagioni contrassegnate da uno scudetto vinto (1991), finali scudetto, finali a livello di competizioni europee (Coppa delle Coppe e Coppa Korac), ma allo sttesso tempo e modo apprezzeranno a lungo questa stagione nella quale i propri beniamini hanno raggiunto l’obiettivo minimo della salvezza. Ma una salvezza raggiunta tra mille difficoltà in campo (addio degli americani Chatfield e Wise dopo le prime gare di campionato senza che questi venissero sostituiti) e fuori (problemi economici societari al quale il presidente Iavazzi con grande caparbietà e generosità ha cercato di far fronte durante il campionato, riuscendo anche a superare la terribile beffa targata Gianluca Galimberti) per la quale lo staff tecnico bianconero e giocatori hanno distillato fino all’ultima goccia di energia fisica-mentale. Salvezza, raggiunta con largo anticipo, ed addirittura quel sogno play-off cullato a lungo, e svanito nel momento nel quale si poteva materializzare con la sconfitta in casa nel derby contro Avellino. Grande il lavoro compiuto dall’artefice principe di questa stagione coach Sacripanti, al quale va stretta la terza posizione nella classifica di allenatore dell’anno, e grandi i campionati disputati dalle sorprese Gentile e Jelovac, nonchè la rinascita agonistica dei veterani Mordente e Michelori. Il sogno casertano per continuare in massima serie avrà bisogno di nuovi soci da affiancare al presidente Iavazzi, e dovrà ripartire dalla difficile riconferma in panchina di Sacripanti.
Livio Cavezza
Sidigas Avellino 6,5 (13W-17L)
Il voto finale della stagione irpina è la media tra il 4 che i lupi si son meritati fino all’inizio del girone di ritorno, ed il 9 meritato per le ultime 12 gare di campionato, nelle quali la Sidigas ha vinto ben 9 gare. Alla fine l’obiettivo di inizio stagione di approdare ai play-off, nonostante una clamorosa rimonta svanita con la sconfitta interna contro Venezia alla penultima giornata, non è stato centrato, ma è arrivata comunque una salvezza diventata improba ad un certo punto della stagione. Gli irpini, nonostante un roster dai nomi sicuramente non di secondo piano, nelle prime battute del girone di ritorno si erano ritrovati ultimi con Biella e Pesaro, e dovevano fare i conti con le sconfitte interne contro entrambe nel girone d’andata. La svolta della stagione è arrivata con l’arrivo del terzo allenatore stagionale Cesare Pancotto, dopo Valli e Tucci, e con l’ingaggio extralusso (grande colpo della dirigenza irpina) del regista Jaka Lakovic. Pancotto ha colmato la mancanza di una guida tecnica di esperienza e di carisma, mentre l’asso sloveno è diventato il faro in campo per i compagni nei momenti complicati delle partite con la sua leadership tecnica e talento, riuscendo, anche, a valorizzare giocatori partiti in sordina nella prima parte di stagione come Nikola Dragovic e Paul Biligha. Un roseo futuro potrebbe attendere la squadra biancoverde la prossima stagione, ma non si può ripartire che dalle conferme di Pancotto e quella più complicata di Lakovic.
Livio Cavezza
Vanoli Cremona 8 (13W-17L)
Da mani nei capelli la prima parte di stagione, targata Caja, nel quale la squadra vince sì due partite, ma non dà mai l’impressione di essere un gruppo coeso. Roster allestito con giocatori provenienti principalmente dalla Legadue, con pochissima o nulla esperienza al piano di sopra, eccezion fatta per Vitali, Stipanovic e Peric. Svolta decisiva quando la squadra viene affidata a Gigio Gresta, che rigenera il gruppo; con lui Cremona diventa il quarto attacco del campionato, a oltre 80 punti di media segnati e il sogno play off accarezzato da molto vicino, e sfumato solamente dopo il ko contro Venezia. La squadra lotta, corre, difende, segna, e continua a farlo anche quando perde il suo attaccante principe, Lance Harris. Una stagione da “incorniciare”; chissà dove sarebbe potuta essere la piccola Cremona, se coach Gresta si fosse seduto sul trono dall’inizio del campionato.
Mvp indiscusso Luca Vitali, tornato ad essere uno dei playmaker più forti del campionato. Prende in mano la squadra con prestazioni sontuose, sfiorando la tripla doppia e addirittura la quadrupla doppia in una circostanza. Il cervello di questa Vanoli, immarcabile per gran parte degli avversari, che ancora adesso si stanno chiedendo come fermarlo. Nota di merito, però, per tutta la squadra, che ha retto la pressione ed è cresciuta insieme giorno dopo giorno.
Massimo Rossi
Enel Brindisi 6,5 (11W-19L)
Il girone d’andata merita un 8, quello di ritorno un 4. La media dice 6 ma le dieci sconfitte nelle nelle ultime undici sono un boccone troppo amaro per società e tifosi i cui sforzi e sogni sono naufragati in un mare di sconfitte. Dopo la Final Eigth di Coppa Italia (per questo è stato aggiunto mezzo voto) conquistata grazie al 7° posto a fine girone d’andata e le spettacolari vittorie contro Siena e Cantù ad inizio ritorno, il play Scottie Reynolds, genio e sregolatezza, tira i remi in barca invece che cavalcare l’onda dell’entusiasmo di una piazza che aveva visto i propri beniamini sciolinare uno dei migliori basket di Italia: Bucchi non riesce a riprendere le redini della squadra che sprofonda fino al dodicesimo posto che, con 22 punti, decreta comunque la prima storica salvezza brindisina in LegaA. Miglior biancazzurro del torneo è Jonathan Gibson, secondo miglior marcatore del campionato, che con i suoi 18,4 punti ad allacciata di scarpini ha coccolato i cuori dei tifosi dopo averli sedotti nei playoff vittoriosi della scorsa stagione. Da segnalare anche l’ottima stagione del pivot Cedric Simmons, il cui rinnovo di contratto ha rappresentato il primo mattone per la prossima stagione. La prima salvezza non si scorda mai.
Antonio Magrì
Sutor Montegranaro 6,5 (11W-19L)
Era iniziata tra mille difficoltà la settima stagione nella massima serie per Montegranaro. Lo scorso Maggio aveva pagato in extremis contributi e stipendi per veder ratificata la propria iscrizione. Poi un’estate a cercare giocatori semi sconosciuti che potessero far raggiungere la salvezza con due punti di partenza importanti: il GM Santoro e soprattutto Coach Recalcati. La partenza non è stata semplice, un americano subito fuori (Andrews) e un innesto a poche ore dalla prima giornata (Freimanis) ma arriva anche la prima vittoria a sorpresa con Avellino. Non ce ne saranno molte altre prima della fine dell’anno, ma la svolta avviene con l’arrivo dell’ex Amoroso. Una vera e propria iniezione di freschezza in un gruppo che stentava troppo. Da lì un paio di mesi per trovare la giusta alchimia, ma poi lo chef Recalcati arriva al suo piatto migliore. La salvezza arriva addirittura con 5 giornate di anticipo, cosa che nemmeno il più ottimista dei tifosi gialloblù potesse immaginare. La perla è senz’altro la vittoria casalinga con la capolista Varese in casa. Unica nota negativa, la fuga di Steele in Israele per il ritardo nei pagamenti degli stipendi. MVP della stagione, per distacco, Christian Burns, arrivato nelle marche dopo un’operazione al ginocchio, ha dimostrato di essersi ripreso in pieno e che merita palcoscenici più importanti di quelli che può offrire una squadra che punta alla salvezza.
Alessio Angelini
Virtus Bologna 4,5 (10W-20L)
La stagione inizia bene con 3 vittorie nelle prime 3 giornate, per poi incominciare a sprofondare piano piano fino a toccare il fondo con la sconfitta di Biella, dove lo spettro della retrocessione incominciava a farsi consistente. Ma più che sul campo, la stagione virtussina è deprecabile per la gestione societaria, con le dichiarazioni/provocazioni dell’AD Sabatini che hanno portato all’esasperazione buona parte dei tifosi (compresa la curva dei ForeverBoys, in sciopero le ultime giornate). Il momento migliore è coinciso molto probabilmente con la fine della stagione, quando Sabatini ha annunciato le sue dimissioni e Villalta ha accettato il ruolo di presidente della Virtus, primo segno di un nuovo corso. MVP sicuramente Gigli, che ha giocato spesso su un ginocchio malconcio, concludendo la stagione con 10.2 punti di media con il 61% da 2 e 6.4 rimbalzi di media, per un 15 spaccato di valutazione totale. Da segnalare anche il finale di stagione di Pullen (in cui ha regalato diversi trentelli), senza il quale la salvezza non sarebbe stata così scontata.
Andrea Maiocchi
Scavolini Banca Marche Pesaro 6 (10W-20L)
A Pesaro in estate si era consci, che dopo la fantastica stagione precedente culminata con la semifinale scudetto dal sapore antico contro l’Olimpia Milano, ci sarebbe stato da soffrire nel campionato andato appena in archivio per centrare la salvezza. La formazione pesarese è stata in ordine temporale quella costruita per ultima sul mercato tra le squadre di A e con molte scommesse al debutto nel nostro campionato tra i giocatori stranieri. A pagare le conseguenze di questa tardata programmazione, a causa di un budget tutto da costruire nel corso dell’estate (al quale per l’ennesima volta ha contributo attraverso la sponsorizzazione in larga parte Valter Scavolini), è stato coach Ticchi in primis, al quale è subentrato Zare Markovski. La squadra pesarese con il coach macedone in panca e gli arrivi importanti sul mercato di riparazione del play croato Stipcevic e dell’americano Kinsey, è riuscita a risollevarsi dall’ultima posizione in classifica nella quale era precipitata, dopo il record negativo di 11 sconfitte tra la quarta e la quattordicesima giornata del girone d’andata. La salvezza sul campo è stata raggiunta con diverse giornate d’anticipo, ma ora nella città adriatica bisogna lavorare per la salvezza della squadra in massima serie, perché vi è l’urgente bisogno di reperire sponsor che possano affiancare il solito inossidabile Valter Scavolini.
Livio Cavezza
Angelico Biella 4 (6W-24L)
Dopo 12 indimenticabili stagioni in LegaA i piemontesi devono sventolare bandiera bianca davanti ad una stagione partita male e finita peggio. Coach Cancellieri deve fare i conti troppo spesso con gli infortuni di capitan Soragna che a fine stagione conterà solo 11 giocate come il pivot Kevin Pinkney che col suo ritorno a Biella a Gennaio ha cercato di invertire la rotta della stagione. Purtroppo i suoi 20 punti a partita non sono bastati nonostante il solido apporto della guardia Trey Johnson che con 16,4 punti, 3 assist e 3 rimbalzi è l’Mvp della stagione rossoblù. Ci si aspettava molto dai giovani ma tra questi il solo Laganà ha dimostrato di essere all’altezza del palcoscenico della LegaA. Tommaso Raspino non ha inciso se non al Beko All Star Game quando si è aggiudicato la gara delle schiacciate proprio davanti al pubblico amico: una delle poche soddisfazioni regalate ai tifosi durante tutta la stagione.
Antonio Magrì
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