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Vanoli Cremona, la storica “prima volta” nel segno di Travis, di Aldo e di Meo.

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La Vanoli Cremona è la formazione vincitrice delle Postemobile Final Eight 2019 di Coppa Italia a Firenze. Le ore 19:46 del 17 febbraio 2019 hanno sancito la vittoria in finale sulla Happy Casa Brindisi per 83-74 e il primo titolo della sua storia. Un sogno che la squadra del patron Aldo Vanoli e di coach Romeo Sacchetti, per tutti Meo, ha raggiunto meritatamente battendo nell’ordine l’Openjobmetis Varese, la Segafredo Virtus Bologna e la compagine pugliese. Risultato straordinario che premia una piccola ma grande società, capace di costruire un ottimo gruppo nonostante un budget tra i più limitati della serie A1.

30 APRILE 2017, IL RIPESCAGGIO E LA POSITIVA STAGIONE 2017-2018

Ma, per iniziare la storia di un trionfo, si deve partire per forza da una data che i tifosi Vanoli non possono purtroppo scordarsi: 30 Aprile 2017. E’ il giorno della sconfitta nel derby di Masnago contro Varese per 78-75 nella 29a giornata di Legabasket della stagione 2016-2017, il giorno infausto della retrocessione in A2. Un incubo, un colpo durissimo per la dirigenza, per la Vanoli Family e per i tifosi bianco-blu. Cremona si prepara quindi alla stagione nella serie cadetta a ripartire con l’arrivo di coach Meo Sacchetti, arrivato nella città delle 3 T dopo le vittorie con la Dinamo Sassari e la stagione precedente a Brindisi dove ha fallito l’approdo ai playoff arrivando 9o in campionato. Ma arriva mercoledì 26 Luglio 2017, giorno in cui la Juve Caserta si vede negare il ricorso dal Collegio del Coni per l’ammissione in A1; è quindi ripescaggio della Vanoli in Serie A1. La squadra è totalmente nuova, vengono ingaggiati i cugini Drake e Travis Diener (quest’ultimo tornato in attività dopo tre anni di stop in cui è stato Director of Player Personnel a Marquette University) a fare venire in mente le vittorie in campo nazionale con la Dinamo Sassari sempre con Meo alla guida. L’obiettivo minimo della stagione 2017-2018 diventa comunque la salvezza. Tanti alti e bassi durante l’andata ma la squadra stupisce gli avversari con la pallacanestro d’attacco tipica del suo allenatore e raggiunge incredibilmente le Final Eight di Coppa Italia da 8a classificata. Sconfigge, sovvertendo il pronostico, la Sidigas Scandone Avellino, fermandosi in semifinale solo al supplementare battuta dalla vincitrice del trofeo Fiat Torino. Si ritorna con la testa al campionato, alla fine sono decisive tre vittorie nelle ultime quattro giornate, con all’ultimo turno la festa al PalaRadi dopo il successo sulla retrocessa Capo d’Orlando e la contemporanea sconfitta della Virtus Bologna nel derby con Reggio Emilia che qualifica alla post season la Vanoli. Cremona ai playoff però viene sconfitta nella serie dei Quarti di Finale dall’Umana Reyer Venezia per 3-0. Mentre Drake Diener si ritira dall’attività, la testa della Vanoli passa alla stagione successiva. E si arriva alle Final Eight di Coppa Italia 2019

LO STORICO TRIONFO DOMINATO SOTTO LA REGIA DI CAPITAN TRAVIS.

La Vanoli Cremona alza al cielo il suo primo trofeo della sua storia, la Coppa Italia, grazie a una quattro giorni di dominio: nell’ordine Varese (82-73), Virtus Bologna (102-91) e Brindisi (83-74) si sono dovute inchinare senza lasciare il beneficio del dubbio a un ritmo di gioco che ha stordito. I risultati finali di Quarti, Semifinali e Finale saranno crudi numeri ma dicono una cosa per lo meno sacrosanta: è la lampante dimostrazione che la Coppa Italia è andata alla squadra che si è dimostrata più forte, faccenda che non sempre, in passato, si è verificata. Mentre nelle altre partite c’è stato un grande equilibrio fino alla sirena finale, le squadre che hanno incontrato la Vanoli hanno patito il gioco di Meo Sacchetti, senza orma di dubbio. Tutto questo grazie all’atipicità di esterni come Crawford (MVP della competizione) e Saunders, abili rimbalzisti e ottimi nelle due metà campo; gli italiani veri Ruzzier e Ricci, garra e sostanza di non mollare MAI con il play cresciuto molto sotto coach Meo e Pippo diventato ormai una sicurezza; Mathiang, centro e boa non solo difensivo sotto le plance con tanti rimbalzi ma a tratti dominante; Aldridge, non una prima donna, ma utilissimo nel “sistema Sacchettiano” con triple (sua quella della staffa nella finale). Il tutto è coadiuvato dal regista, e capitano, Travis Diener: 37 anni il 1° marzo, classe straordinaria al suo 2° successo in Coppa Italia dopo quello del 2014 con Sassari. Meritava forse lui il premio di Panasonic MVP della competizione per quello che ha mostrato soprattutto nella semifinale contro la Segafredo con 26 pesantissimi punti e 6 triple. E’ stato osannato dai compagni con il coro “mvp”, e Crawford lo voleva accanto quando è stato premiato.

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foto da pagina Facebook Vanoli Basket Cremona

ALDO VANOLI, LA VANOLI FAMILY

“Sono emozioni forti. Raccogliamo i frutti di anni di passione e sacrifici.” E’ lui il patron. Mai sopra le righe, composto, nelle interviste mai una parola di troppo. Aldo Vanoli è l’uomo che ha creato il progetto Vanoli da quel settembre 2011 quando prese le redini della presidenza da Secondo Triboldi. E’ diventato il sogno Guerino Vanoli Basket con il nome in onore del padre, la “Vanoli Family”. E non si può che sottolineare la sua capacità di gestire la squadra senza mettere pressione, come una famiglia appunto. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Mai notizie negative sulla squadra, mai situazione di ingombro. Programmazione di una piccola società con grande raziocinio e perseveranza.

MEO SACCHETTI

Uno dei grandi protagonisti del trionfo è sicuramente lui, coach Meo Sacchetti. Ha saputo impostare una squadra che pratica il basket che piace a lui, che segna molto e diverte come nella sua filosofia, un gruppo che come dice sempre lui “sta bene insieme”. Il segreto? Come detto in conferenza stampa alla fine del match “Testa libera e fuoco dentro. Sembra una contraddizione.“. La squadra ha reso molto più delle aspettative e lui ha saputo lavorare su alcuni giocatori con l’aiuto dello staff, l’assistente Flavio Fioretti su tutti per la parte della difesa. Meo è comunque il “papà” di questo gruppo, alla fine si è defilato, perchè ha voluto lasciare il palcoscenico ai suoi giocatori, i suoi ragazzi, come li chiama, proprio lui che è il principale artefice di questo storico capolavoro.
Ah, e venerdì c’è Italia – Ungheria a Varese, la sua Varese. Per un pass Mondiale da conquistare con la Nazionale. E al PalaRadi intanto ci sarà un trofeo in bacheca da mostrare…

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