Tocca a Ousman Krubally presentarsi davanti a microfoni e telecamere per la consueta conferenza stampa di metà settimana. Il lungo americano anche nella vittoria con Varese ha fornito la solita prova di solidità, ma è indubbio che la squadra biancorossa viva ancora di troppi alti e bassi: “Stiamo ancora cercando di capire che cosa funziona per noi e cosa no -spiega Krubally- e, anche se in teoria lo sappiamo, a volte vacilliamo. Quando le cose non vanno come dovrebbero, non siamo abbastanza decisi. Quando ci fidiamo di noi stessi e dei compagni, allora le cose funzionano e siamo competitivi contro tutti. Adesso ci affacciamo alla seconda parte di stagione e dobbiamo cercare di affrontarla al meglio”.
L’ex giocatore di Legnano e Venezia è, a oggi, il miglior rimbalzista del campionato: “Ne sono consapevole -afferma Krubally- perché guardo le statistiche: lo faccio non per ego personale, ma perché dai numeri si può sempre imparare qualcosa e migliorarsi. Il fatto dei rimbalzi è quasi una questione personale: ci ho lavorato tanto negli ultimi anni e sono contento di essere arrivato a questo risultato. Avevo detto al coach che avrei lavorato per diventare uno dei migliori rimbalzisti di questo campionato e anche per questo avevo una motivazione profonda. Ho lavorato duramente, e essere motivati dà una spinta in più”.
Dall’arrivo di Gladness ha tratto giovamento tutta la squadra, ma soprattutto il settore dei lunghi: “Il basket è uno sport di squadra -spiega il numero 5 biancorosso- e non si vince da soli, ma indubbiamente l’apporto di Mickell è stato importantissimo, anche se contro Varese siamo riusciti a vincere pur senza di lui. E’ un giocatore di grande esperienza e il suo curriculum parla da solo. Sopratutto, è un grande stoppatore e con lui la difesa viene impostata in un certo modo, che è diverso da quello di quando gioco con Auda. Le dinamiche difensive cambiano, ma tutti diamo il nostro apporto alla causa e sappiamo adattarci alle esigenze dei momenti.
In chiusura non poteva mancare una battuta sui social, essendo Krubally uno fra i più attivi in questo speciale ambito: “I social sono importanti per condividere la propria storia. Sono un mezzo importante che connette le persone e a me piace raccontare di me e di chi sono. Non sono solo un giocatore di basket, ma un padre, un uomo di famiglia e un essere umano con una storia. Spero che quello che ho passato per arrivare fino a qui, ed aver avuto successo -conclude Krubally- possa essere d’ispirazione per altri. Ci saranno sempre persone che non crederanno in te, ma se le avessi ascoltate oggi non sarei qui. Bisogna credere in noi stessi, continuare a perseverare: le difficoltà devono motivare e non abbattere”.
Ufficio Stampa Pistoia Basket