Dalmasson analizza la nuova Trieste: “Nessun salto nel buio, abbiamo puntato sull’esperienza”
La prossima sarà una stagione molto importante per la Pallacanestro Trieste. La prima stagione di Serie A dopo 14 anni d’assenza. La panchina della nuova Alma Trieste sarà affidata ancora a coach Eugenio Dalmasson, punto di riferimento del basket triestino dal 2010.
Il tecnico di Trieste, in un’intervista rilasciata al quotidiano Il Piccolo, analizza il suo nuovo roster:
Che Alma vorrebbe vedere?
Una squadra di giocatori che stanno bene insieme e hanno voglia di lottare. Senza prime donne ma con elementi scelti per la capacità di diventare protagonisti a turno e di essere in grado di occupare anche più ruoli.
Una caratteristica non nuova, per Trieste.
In questi anni abbiamo dato con la società un’identità. E questa identità ci ha dato tante soddisfazioni. Lavoriamo per mantenere quella fisionomia di gioco con giocatori più adatti per reggere il confronto in serie A. E da neopromossi non abbiamo cercato salti nel buio privilegiando pedine già esperte del nostro basket.
Walker è l’unico vero volto nuovo in Italia.
Lo seguivamo dall’anno scorso, avevamo raccolto informazioni per premunirci nel caso non avessimo potuto riavere Green. Le referenze erano buone. Poi Javonte è tornato, lui è andato in Australia dove si è infortunato, si è operato ed ha ripreso nella DLeague, al punto da premiato come giocatore più progredito.
Quali le differenze con Green?
Non ha l’esplosività e la forza fisica di Javonte pur essendo un ottimo atleta. Rispetto a Green ha una maggior confidenza con il tiro da tre punti anche se non è un mangiapalloni. Aiuta a rimbalzo, è un discreto difensore e come Green grazie a braccia lunghe intercetta molti passaggi. Ricordiamoci che per lui sarà la prima esperienza europea, concediamogli tempo e pazienza.
Sono più noti i due lunghi. Knox lo abbiamo visto con la Fortitudo e nell’ultimo anno ha giocato bene a Capo d’Orlando in A.
Le referenze sono eccellenti, sia da parte di Sussi che di Mazzon che lo ha allenato in Sicilia. Andrea voleva portarsi Knox a Ravenna e se tra i vari stranieri dell’Orlandina voleva proprio lui significa che Justin è convincente come persona e come giocatore. Non è sceso in A2 perché voleva giocarsi una chance in A e ha scelto Trieste. Così come Mosley. L’abbiamo sempre detto: cerchiamo giocatori che diano garanzie e desiderino lottare per questa squadra. Il mercato, del resto, soprattutto per quanto riguarda i lunghi è terribile.
Concorrenza spietata e titolata.
Siamo una neopro e in questo momento certe trattative a un certo livello non sono possibili. I club che fanno le coppe hanno la priorità nelle scelte di certi procuratori.
Mosley sarà un debuttante in A.
Gli mancava questo salto e ha voglia di compierlo. In A2 ha dimostrato le caratteristiche che cercavamo: salto, rimbalzi, difesa ed energia. Anche a Legnano ha fatto bene e non a caso coach Ferrari voleva portarselo a Casale.
Proviamo a mettere a confronto i due nuovi lunghi.
Knox è meno esplosivo di Mosley ma è un 2,07 vero, con una buona stazza, ha un buon tiro ma è anche molto bravo spalle a canestro e potrebbe creare un mix micidiale con Peric perché non sarà facile limitarli per le difese avversarie. Mosley è uomo da pick and roll, intimidatore, più rapido di Knox per aiutare gli esterni nelle difese aggressive. Insomma sono diversi e ci consentono varie soluzioni.
Facciamo l’avvocato del diavolo. Non c’è il rischio che l’Alma sia troppo sbilanciata sui lunghi rispetto agli esterni? Peric, Da Ros (con Janelidze a coprirlo), due Usa, Cittadini, Strautins che è un’ala piccola finora impiegata da 4. No. Siamo equilibrati. Con Wright in regia c’è Fernandez che potrà dimostrare il suo valore in A, Cavaliero garantisce qualità e minuti importanti, Walker e Sanders sono due guardie-ali intercambiabili, Strautins lo considero un esterno e se vogliamo complicare la lettura tattica agli avversari c’è sempre la carta di Peric “3”.