Siena, si addensano nuove ombre sul futuro: Bagatta lascia la presidenza onoraria, rischio penalità
Torna a regnare l’incertezza societaria in casa Mens Sana, dopo la fine di un campionato soffertissimo che ha visto i biancoverdi chiudere con la salvezza e fuori dai playoff per il secondo anno di fila. Nemmeno giunti all’alba di una stagione chiave per il domani della società di Viale Sclavo, la seconda del progetto triennale lanciato dalla famiglia Macchi proprietaria del 61% del pacchetto azionario, sono molte le ombre che si addensano sul futuro a breve termine del sodalizio senese.
Da settimane infatti si rincorrono voci e rumors sempre più insistenti e inquietanti su una possibile penalità da scontare nella classifica del prossimo campionato di A2, per via del presunto ritardo accumulato nel far partire il bonifico della terza e ultima rata da pagare alla Fip per l’iscrizione al 2018-2019, di circa 2500 euro; il giorno ultimo per ultimare il pagamento era il 2 maggio, ma sarà il 16 la data spartiacque, quando la Comtec valuterà tutti gli incartamenti e decreterà o no se ci sono stati ritardi o irregolarità. Il rischio, oltre a una sanzione pecuniaria, è quella di una partenza ad handicap nel prossimo campionato, con un -3. Su tali speculazioni il silenzio della società è assordante, non arrivano rassicurazioni in merito nè spiegazioni, almeno per capire se davvero il problema è di liquidità o semplicemente di natura burocratica.
A buttare il carico ci ha pensato poi Guido Bagatta, che ieri ha rassegnato le sue dimissioni da presidente onorario. L’ex conduttore televisivo e giornalista, in odore di diventare ministro dello sport per il Movimento 5 Stelle, aveva già lasciato l’incarico di presidente operativo ad inizio stagione, adducendo come motivazione impegni lavorativi che ne impedivano il pieno svolgimento del compito. Questa volta, come spiega una nota stampa: “Le notizie apparse in questi giorni sui media nazionali, relative alla società Mens Sana Basket, mi spingono – afferma Bagatta – anche in vista di possibili incarichi professionali, a rinunciare alla carica di Presidente Onorario di Mens Sana Basket 1871. Ringrazio il Consorzio che inizialmente mi ha coinvolto in questa avventura e il Presidente Massimo Macchi”. Una conferma indiretta della situazione di totale confusione al momento in seno alla società. Le improvvise dimissioni di Bagatta seguono quelle altrettanto fulminee ed inaspettate dell’Ad Francesco Bertoletti di inizio aprile. Il dirigente dopo aver compiuto un ottimo lavoro di risanamento dei conti, ha giudicato il suo lavoro concluso anzitempo, lasciando posto al patron Massimo Macchi. Non senza far trasparire la necessità di dover operare ulteriori tagli alle spese, a partire dal suo stipendio.
La palla, non quella a spicchi, passa ora a Massimo Macchi. Che da mesi è in pianta stabile a Siena e ha promesso di prendersi carico di tutti gli aspetti manageriali della società, forte di una indubbia esperienza come amministratore di aziende di alto livello. Con lui il capo del marketing Stefano Corona, un passato alla Juventus. Ma i tifosi sono preoccupati, perchè a fronte di un impegno economico finora rilevante (tra cui la corposa ricapitalizzazione e gli investimenti nel mercato) le prospettive sembrano adesso più incerte. Le querelle economiche hanno infine bloccato i ragionamenti tecnici in vista della costruzione del roster: resta in dubbio la permanenza del ds Marruganti, che dopo due buoni primi anni post ripartenza societaria, non ha saputo operare sul mercato con la stessa lungimiranza dimostrata ai tempi di Teramo, dove la pesca di americani di alto livello era specialità della casa. Il suo destino è legato a cascata a quello di coach Mecacci, suo pupillo dai tempi di Lucca. La società vorrebbe, per un rilancio, un coach di provata esperienza e personalità, tanto che si erano fatti i nomi di Pancotto, Dell’Agnello e Recalcati. Ma se a mettere in ginocchio sono i 2500 euro della rata di iscrizione al campionato, potersi avvicinare a questi profili diventa per il momento impresa alquanto proibitiva.