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Ascesa e declino di Andrea Bargnani: da prima scelta a palla al piede per Toronto. È davvero cosi?

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 Parabola incredibile quella di Andrea Bargnani nella NBA, forse l’italiano di maggior talento nella storia ma che sta vivendo

un momento di incredibile flessione. Per cola sua, per colpa degli infortuni per colpa di Toronto insomma per cause molteplici. Ma ripercorriamo i passi di Andrea nella lega professionistica americana e cerchiamo di capire cosa potrebbe essere meglio per lui.

Nel 2006, ormai consacrato a livello europeo con la Benetton Treviso, viene selezionato con la chiamata numero 1 al Draft NBA dai Toronto Raptors. È in assoluto il primo europeo a essere chiamato con la prima scelta assoluta e il secondo, dopo Yao Ming, a non essersi formato cestisticamente negli USA. Non fu un Draft particolarmente ricco ma la prima chiamata fece capire che i Raptors puntavano molto su di lui e si sprecavano i paragoni con Nowitski in quanto pochi giocatori della sua stazza fisica potevano vantare un tale tiro dalla lunga distanza. Bargnani esordisce il 1 novembre 2006 contro i Nets e gioca solo 8 minuti segnando 2 punti. È un pessimo inizio per i Raptors e Bargnani accusa il colpo mostrando problemi di adattamento, tuttavia pian piano il giocatore si sblocca e a Orlando contro i Magic segna ben 23 punti segnando la miglior prestazione italiana di sembra battendo il record di Esposito (18 punti). Nel gennaio 2007 vince il premio di Rookie del mese e viene selezionato per il Rookie Challenge di Las Vegas durante l’All Star Weekend candidandosi definitivamente a Rookie dell’anno. Andrea viene operato di appendicite e resta fuori oltre un mese rientrando all’ultima partita prima dei Playoffs dove affrontano i Nets perdendo la serie 4-2. La sua prima regular season si chiude con 11,6 pt e 3,9 rim a partita mentre nei playoffs le statistiche aumentano leggermente. Arriva secondo nella classifica dei Rookie dell’anno dietro al solo Brandon Roy che diventerà anche All Star.

Già dal primo anno di evidenzia il suo limite maggiore: i rimbalzi, troppi pochi per un giocatore di 2 metri e 13, ma la cosa viene parzialmente nascosta dal giocare accanto a Chris Bosh che i rimbalzi ne prende e tanti.

La seconda stagione inizia tra le difficoltà sia tecniche (il difficile rapporto con il coach Sam Mitchell) sia fisiche a causa di un’ipertensione al ginocchio. Migliora ancora il suo record personale segnando 28 punti contro i Lakers e mostrando sempre di più le sue clamorosi doti offensive ma tuttavia il suo minutaggio non aumenta, anzi cala di un paio di minuti rispetto alla stagione precedente. Ai Playoffs verranno eliminati dagli Orlando Magic per 4-1. Andrea chiude la stagione con 10,2 pt e 3,7 rim. Ancora troppo pochi.

Nella stagione 08-09 Andrea perde il posto in quintetto a causa dell’arrivo di Jermaine O’Neal ma tuttavia questa cosa dura solo 8 partite e viene reinserito in quintetto addirittura accanto a Bosh e O’Neal e cosi migliora ancora il suo record personale con una prestazione da 31 punti e 10 rimbalzi contro i Bulls. Fattore da non dimenticare: a dicembre 2008 viene esonerato Sam Mitchell con il quale non ha avuto un grande rapporto. Tuttavia nonostante un buon gioco espresso i Raptors non raggiungono i playoffs e Andrea chiude la stagione con 15,4 pt e 5 rim migliorando quindi le sue medie in carriera.

Il 9 Luglio 2009 arriva la svolta: Bargnani firma un rinnovo da 5 anni, a partire dalla stagione 10-11 per 50 milioni, segno di come i Raptors vogliono puntare su di lui in vista della scadenza di Bosh in estate. Contro Indiana firma il suo record assoluto a rimbalzo prendendo 17 carambole e sempre sullo stesso campo mette a segno 34 punti in 36 minuti di gioco dando ancora prova del suo talento offensivo. Tuttavia i Raptors, causa scelte di mercato non proprio favolose, non accedono ai Playoffs e Andrea chiude la stagione con 17 punti 6 rimbalzi e 1 stoppata di media, migliorandosi ulteriormente.

Con la partenza di Bosh Bargnani diventa capitano e leader offensivo di Toronto che vuole ricostruire attorno a lui e infatti cede la clamorosa delusione(strapagata) della scorsa stagione Turkoglu in cambio di Barbosa e Jones. Vengono inoltre firmati giocatori extra Usa come David Andrersen e Kleiza. Tuttavia queste scelte non poteranno grandi benefici alla squadra anche se Andrea migliora ulteriormente le sue prestazioni e al Madison Squadre Garden segna addirittura 41 punti conditi da 7 rimbalzi e 6 assist. La stagione si chiuderà ancora fuori dai Playoffs 21 punti di media e 5 rimbalzi. Bargnani si dimostra sempre più uno dei top NBA nel ruolo grazie alle sue strepitose doti offensive, mettendosi anche in odore di All Star game, tuttavia senza trovarlo. Ma le scarse prestazioni della squadra e la poca prospettiva di essa stessa cominciano a far sorgere dubbi sulle capacità di Bargnani da uomo franchigia e viene spesso criticato per la sua scarsa intensità sia in difesa sia a rimbazo, suo grande difetto.

La stagione 11-12 inizia come la sua migliore in assoluto. Andrea segna sempre tantissimo entrando nella top 10 dei marcatori NBA. Nelle prime 3 partite post lockout ha già 21 punti di media e continuerà su questi livelli. A gennaio tuttavia subisce un primo infortunio al polpaccio dal quale però recupera velocemente e al suo ritorno segna una prestazione da 36 punti. Ma il problema al polpaccio continua a perseguitarlo e si infortuna altre 2 volte limitandolo notevolmente. È l’inizio del calvario per Andrea che rinuncerà anche alla nazionale con cui invece aveva giocato un europeo la stagione precedente brillando a livello individuale ma evidenziando i suoi noti limiti.

Nella stagione attualmente in corso Bargnani non sembra più lo stesso giocatore capace di fare tutto in attacco, sia per gli infortuni che continuano a perseguitarlo (in particolare al gomito e al polpaccio) sia per i tanti malumori di squadra e lo scarso rendimento dei Raptors. Dopo diverse prestazioni incolori Andrea viene addirittura fischiato dal proprio pubblico e lo stesso GM Colangelo ammette che stanno cercando di cederlo. Il giocatore, che non vanta una grande forza caratteriale, accusa il colpo e le sue prestazioni calano. Con l’arrivo di Rudy Gay Torondo ha un nuovo leader offensivo e Andrea si infortuna nuovamente al gomito chiudendo in anticipo una pessima stagione.

È la fine della sua carriera ai Raptors? Forse si, e sicuramente a questo punto se lo augurano tutti, dalla società (prigioniera del contratto pesante di Bargnani), al giocatore, volenteroso di cambiare aria e rilanciarsi in una squadra di maggiore prospettiva.

Ma come può un giocatore passare da nuovo Nowitski e probabile All Star a bidone della squadra? È veramente cosi sopravvalutato? Ovviamente no, la verità come sempre sta nel mezzo.

La verità è che Andrea ha evidenti limiti caratteriali e non solo. È un giocatore spesso denominato “molle” ossia poco grintoso. Sicuramente è vero, non vanta la leadership di Gallinari o la grinta di un Mason Rocca ma ha qualità tecniche estremamente rare in un giocatore di 213 cm come il suo tiro dall’arco e le sue capacità in entrata. Il suo può grande limite restano però i rimbalzi. Un giocatore della sua stazza dovrebbe rasentare la doppia cifra quasi sempre ed è forse proprio questa mancanza che non lo ha mai fatto diventare un vero All Star.

Tuttavia, conosciuti i limiti, la franchigia di Toronto ha sbagliato praticamente ogni mossa di mercato non riuscendo mai ad affiancargli un vero leader che possa compensare le sue lacune, anzi puntando totalmente su di lui ha decisamente sbagliato strategia, come in tutte le altre mosse di mercato (una su tutte il contrattone di Turkoglu). Il risultato è che ora i Raptors sono una squadra ancora da ricostruire ma prigionieri di un contratto pesante come quello di Bargnani che poche squadre potrebbero accollarsi, e lo stesso Andrea ne risulta prigioniero. Sicuramente in estate proveranno a cederlo e allora proviamo a chiederci: a chi?

Pare evidente che Andrea debba essere affiancato a un rimbalzista di alto livello e a un altro leader di squadra quindi il primo posto dove potrebbe veramente essere perfetto a mio parere sono i Lakers di D’Antoni. Con Howard sotto canestro, Kobe a condurre e la velocità del gioco in trasizione di D’Antoni, Bargnani sarebbe perfetto oscurando le sue lacune ed evidenziandone i pregi, tiro su tutti. Questa è solo un’ipotesi della quale tra l’altro si vociferava a ridosso della trade deadline ma resta sempre il problema del grosso contratto. Quindi difficile prevedere come andrà a finire in estate e dipende molto anche dalla condizione fisica che tanto lo ha limitato negli ultimi due anni e che forse lo costringerà nuovamente a rinunciare alla nazionale per Eurobasket 2013.

Andrea ha sicuramente il talento e le capacità per essere tra i primi 10 marcatori Nba e lo ha ampiamente dimostrato, ora sta a lui crescere caratterialmente (e magari anche a sti benedetti rimbalzi!) e sta a Toronto fare il possibile per realizzare la scelta migliore per entrambe le parti: la cessione a un’altra franchigia che sappia veramente valorizzare il talento di una prima scelta assoluta, anche se molto discussa. 

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