Quella della Mens Sana Basket è indubbiamente una delle pagine più controverse della storia recente della pallacanestro italiana. Dal dominio assoluto in campionato, con la conquista di sette scudetti consecutivi dal 2006/07 (gli ultimi due sono stati revocati), al rumoroso fallimento avvenuto nel 2014.
Uno dei personaggi chiave dell’inchiesta “Time Out” è senz’altro Ferdinando Minucci, ex direttore generale e presidente della Mens Sana Basket nonché presidente incaricato della Lega Basket. Era stato infatti scelto come successore di Valentino Renzi alla guida della Lega, l’8 febbraio 2014 – incarico a cui lo stesso Minucci ha poi rinunciato.
Mentre il procedimento è in corso, abbiamo intervistato in esclusiva proprio Ferdinando Minucci.
D: Dott. Minucci quali sono le sue sensazioni per questo processo? Il 9 marzo ci sarà una nuova udienza, sente di aver commesso degli sbagli? Si rimprovera qualcosa?
R: Certo che ho commesso un errore utilizzare la sovrafatturazione. A mia parziale giustificazione il fatto che essendo un sistema diffuso ho sottovalutato, insieme alle persone che ne erano a conoscenza, la portata delle conseguenze.
D: In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha detto che la sua colpa è aver sovrastimato fatture all’interno di un sistema generale: Siena, di gran lunga la migliore sul campo in quegli anni e con alle spalle un florido sponsor, ne aveva bisogno?
R: Noi sicuramente no!
D: Non si è reso conto che magari certe azioni potevano portare alla lunga danni finanziari alla società?
R: I motivi del fallimento della società sono da ricercare altrove. In Primis dal cambio repentino e inaspettato di comportamento del Monte dei Paschi e del suo AD Viola. Prima siamo stati spinti dal management della banca verso traguardi sportivi ambiziosi. Dopo la quarta Final Four l’obiettivo dello sponsor era vincere l’Euroleague per questo assicurava sostegno ed extrabudget. Poi inopinatamente non solo non sono arrivati gli extrabudget ma alcune fondamentali sponsorizzazioni, legate al gruppo MPS (Leggo Axa etc…), sono venute meno. Inoltre a stagione iniziata e prima delle perquisizioni della guardia di finanza, Viola mi ha fatto comunicare dal suo segretario che non ci avrebbe più pagato i premi, tra l’altro già maturati. Purtroppo questa non sarà la decisione più invasiva presa da Viola nei confronti della Mens Sana.
D: In altre interviste ha detto che il sistema del nero era generale e diffuso. Perché avrebbero punito solo lei, che fu anche eletto presidente di lega quasi all’unanimità (14 sì e 2 no)?
R: Questa è una domanda che non deve rivolgere a me.
D: Quale delle accuse le hanno fatto più male?
R: Sono molte le cose dette e scritte che sono completamente prive di alcun fondamento. Sono state fatte circolare senza nessuno scrupolo per la verità e per la mia persona. Purtroppo le fake news attraggono più della verità. È stato semplice diffamare, offendere, chi non poteva controbattere. E nonostante che la stessa magistratura abbia appurato che non mi ero appropriato delle enormi somme, oltre due milioni di euro fatte circolare a suo tempo, qualcuno artatamente utilizza ancora questo argomento per denigrarmi. Queste accuse infamanti sono uno dei motivi hanno spinto a parlare.
D: Processo sportivo: cosa pensa della revoca dei titoli? c’è una precisa indicazione politica? Qualcuno parla addirittura di lotta intestina Coni-Fip;
R: Non sono al corrente di lotte intestine. La revoca dei titoli è solo esclusivamente un fatto politico deciso dai vertici federali. Sin dal deferimento la linea della FIP era chiara, al punto che c’è voluto il Collegio di Garanzia del Coni per far partecipare l’attuale Mens Sana, che nel primo giudizio era stata estromessa. I bene informati davano per certo la condanna al di là della validità delle tesi difensive
D: Segue la pallacanestro italiana? Cosa pensa del movimento in generale? Una squadra dal budget importante come l’Olimpia Milano fatica ad affermarsi a livello europeo e la Nazionale non raccoglie quanto potrebbe. Qual è il suo pensiero?
R: Sono impegnato, come vede, su altri fronti meno attraenti. Solo un pensiero: è più facile colpire gli alti che costruire un progetto in casa propria. Questo vale sia per Milano, che la federazione!
D: Cosa pensa della Mens Sana di oggi? Le fa male vederla caduta così in basso dopo i gloriosi successi?
R: Certo che fa male, ti impegni oltre venti anni della tua vita lavorativa investendoci molti capitali e molto impegno facendo errori e cose corrette e improvvisamente quello che era il tuo più grande sostenitore si trasforma nel tuo peggior nemico. Dieci anni per coinvolgere il Monte dei Paschi nel sostenere il progetto, neppure un minuto per distruggerlo!