La classe di Aradori, l’energia di Tyus, la zona di Cantù: il meglio del derby nel Count Down di BasketItaly.it
Il derby numero 131 tra Cantù e Varese rivisto attraverso il nostro Count Down, introdotto dalla sublime prestazione di Aradori e della difesa canturina, che tiene la Cimberio a 60 punti, di gran lunga minimo stagionale (73 il limite precedente nella vittoria a Caserta alla sesta di andata) per l’attacco di Vitucci:
10 – i falli subiti, i tiri presi e i liberi guadagnati per un totale di 20 punti da Pietro Aradori. Abusa di Banks e Rush spalle a canestro, punendoli coi suoi deliziosi fadeaway, si prende e mette i tiri decisivi. Chapeau!
9 – i punti concessi dalla zona biancoblu nel secondo quarto all’attacco più forte della Serie A. La vittoria canturina nasce soprattutto da lì e la sensazione è che si rivedrà spesso questo tipo di difesa nel finale di stagione
8 – il plus/minus di Johnny Tabu, secondo solo al +11 di Aradori. Il play di Kinshasa sbaglia qualche tiro, anche facile, di troppo, ma nel finale trova la lucidità per autografare il break decisivo con l’assist per la bimane di Tyus e il canestro nel traffico che manda i titoli di coda
7 – i punti di Alex Tyus, ma dovremmo inserire l’11 nel Count Down, come i suoi rimbalzi, per descrivere come merita la sua prova monumentale in vernice. Stoppa (3), altera tante parabole varesine, non si tira indietro nelle sportellate con Dunston. Ferocia da Gator, vista la sua Alma Mater
6 – i rimbalzi (oltre ai 10 punti con 4/5 al tiro) di Marco Cusin, altro baluardo nel pitturato biancoblu, specie nel primo tempo. Se le guardie di Vitucci vanno a sbattere nelle loro avventure a centro area, tanto merito va dato al centro friulano
5 – le triple (su 21 tentativi) della Cimberio versione PalaDesio. Come già capitato – non certo a caso – contro Siena al Forum, quando l’avversaria nega tiro perimetrale e transizione, l’attacco di Varese va in sofferenza. Promemoria importante per Vitucci in ottica playoff
4 – i punti del Mancio: gioca “solo” 11 minuti, deve ancora recuperare la condizione, ma mette due zampate d’astuzia per scavare il piccolo ma fondamentale margine di fine terzo quarto
3 – gli assist di Mike Green, metà esatta del suo fatturato abituale. La difesa di Molin lo isola impedendogli di innescare i compagni con continuità e lo stesso pick’n’roll con Dunston, nonostante le buone cifre finali del centro ex Holon (16 più 10 rimbalzi), non produce il consueto impatto sulla partita
2 – le interruzioni del match nel primo tempo causate dal lancio di carta igienica della curva biancoblu. I soliti Ultras, direte voi… invece un modo intelligente, non violento ed ironico per sottolineare in diretta Tv nazionale l’assurdità delle decisioni dell’Osservatorio, che ha voluto mutilare anche questo derby della tradizionale rivalità sugli spalti
1 – l’unica tripla, ma dal peso specifico enorme, di un Maarty Leunen tessitore delle trame canturine sui due lati del campo. Non si vede molto nel tabellino, è vero, ma anche l’Universo che ci circonda è composto al 95% da materia oscura…
0 – i punti di Dusan Sakota, nonostante la partenza in quintetto dopo la discreta Final Eight dove era stato giustiziere di Roma in semifinale. Con due sole triple tentate, grazie anche ai close out dei difensori di Molin, il serbo è l’emblema del contributo pressoché nullo della panchina biancorossa nel derby
Stefano Mocerino
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