Approfittiamo dello spazio per le nazionali e, di conseguenza, della “sosta campionato” per fare il punto della situazione in casa Scandone ed analizzare, brevemente, il percorso svolto fin qui dalla compagine di Pino Sacripanti. Per il coach brianzolo è il terzo anno in terra irpina: due semifinali, due finali (una in Coppa Italia ed una in Supercoppa) e due terzi posti consecutivi in regular season. Questa è la sua versione 3.0: giovani di talento e veterani della serie A, in un mix esplosivo e dalle grandi ambizioni. Un quarto del percorso è andato e la Sidigas ci arriva nel seguente modo: terzo posto in campionato, in coabitazione con Milano e Torino, con 6 vinte e 2 perse e terzo posto nel girone D della Basketball Champions League a quota 9 punti. Numeri che fanno bene sperare in un proseguo ancora più prolifico, nel momento in cui gli infortuni finiscano di lenire i cestiti biancoverdi.
Tra le tante difficoltà incontrate in questa prima parte di stagione la più logorante è stata senza dubbio la mancanza di equilibrio tra la fase difensiva e quella offensiva. Avellino ha dovuto fare a meno, fin dalle battute iniziali, del suo centro titolare Kyrylo Fesenko, precludendo così l’asse play-pivot con Fitipaldo. Sacripanti ha dovuto “far di necessità virtù” e, dopo un primo mese di grandi difficoltà nel trovare il giusto assetto, sembra che le cose vadano per il verso giusto. Da segnalare l’innesto a stagione in corso di Ben Ortner, fondamentale per dar riposo a N’Diaye e Leunen e capace, nel suo piccolo, di garantire importanti minuti di qualità su entrambi i lati del campo. La Scandone, rispetto alla passata stagione, appare come un “sistema” più solido, profondo e funzionale. L’innesto di Lollo D’Ercole ne è la perfetta sintesi: Avellino ha, effettivamente, 10 giocatori che possono tranquillamente alternarsi in corso d’opera senza “sacrificare” la qualità e l’esperienza in mezzo al campo.
La Sidigas lentamente sta trovando la sua dimensione e, dopo due sconfitte pesanti da digerire contro Brindisi e Salonicco, il trionfo al Mediolanum Forum ha dato tranquillità, convinzione e determinazione nello sprint verso le Final Eight. La stupenda vittoria contro l’Olimpia è la sintesi di un ingranaggio che, con pazienza, sta trovando i suoi meccanismi. La tripla di Filloy è la punta dell’Iceberg di un grande lavoro all’unisono che coinvolge staff tecnico e giocatori.
Sono tre sono i punti-chiave di questa nuova Sidigas, in attesa del ritorno del duo Fesenko-Fitipaldo e di Shane Lawal:
1-LA RINASCITA DI MARTEEN LEUNEN: Terza stagione in biancoverde per “Martino”, quest’anno con i gradi di capitano e tanta responsabilità in più. Sta vivendo, numeri alla mano, una delle migliori stagioni della sua carriera con un impatto pazzesco in rapporto ai suoi minuti di utilizzo. Playmaker aggiunto, visione di gioco da veterano, sapienza cestistica al servizio della squadra. IMPRESCINDIBILE.
2-LA CRESCITA DI N’DIAYE: Pochi di noi avrebbero scommesso un “penny” ad inizio stagione sul nativo di Dakar. Giunto ad Avellino senza grandi proclami ma giocatore che si è rivelato una pedina imprescindibile dello scacchiere irpino. La sua verticalità e l’efficacia difensiva sono ormai parti integranti del gioco di Pino Sacripanti. Merito al ragazzo e allo staff tecnico per questa crescita così immediata con tanto lavoro e sacrificio. In fiducia e in condizione può essere un fattore determinante e, nel momento in cui produce anche in attacco, non ce n’è per nessuno.
3-SOLIDITA’ DEL DUO FILLOY-RICH: Questa estate il Ds Nicola Alberani aveva definito Filloy e Rich i due pilastri portanti della nuova Sidigas. Il primo giunto in Irpinia da “capocannoniere” del campionato francese con la maglia del Paris; il secondo in qualità di artefice dello scudetto della Reyer Venezia. Tre mesi dopo la musica non è cambiata e le premesse di inizio campionato si sono trasformate in realtà. Con l’assenza di Fitipaldo e una maggior continuità di utilizzo, il numero 12 ha dimostrato carattere, efficacia e solidità. Le sue giocate sono pazzesche, le sue letture da accapponare la pelle. E’ un atleta che non finisce mai di stupire. Dal canto suo, il nativo di Pensacola, è una macchina offensiva senza freni: produce punti “con la pala” e sta crescendo difensivamente. Una garanzia: nei momenti di difficoltà fa sempre la scelta giusta ed ha il carattere di prendersi i tiri da “dentro o fuori”.