Spagna-Russia 93-85 (21-13; 45-28; 66-55)
Finisce un’era, quella di Juan Carlos Navarro nelle Furie Rosse dei canestri. Forse finirà anche quella del maggiore dei fratelli Gasol, Pau. Di certo non cessa di vincere qualcosa la Spagna, che ancora stordita dalla batosta subita dalla Slovenia agguanta almeno il bronzo. Di fronte a sé, una Russia che per due quarti dà l’impressione di essere rassegnata al suo destino e va sotto facilmente, inchinandosi con deferenza ai fratelli Gasol. Marc (25+4 rimbalzi) e Pau (26+10 rimbalzi+3 assist) guidano il primo allungo, uno Shved (18) meno brillante delle ultime uscite può solo tamponare le falle che si aprono ovunque, mentre la Spagna va al +9 dopo 8’ (19-10). Divario che si allarga nella seconda frazione, fino al +17 che poco prima di metà gara sembra chiudere in anticipo la lotta per il bronzo. Quando si accende, l’attacco russo può spaventare chiunque e nel terzo quarto rosicchia qualcosa, iniziando ad affidarsi alla giornata di buona vena di Dmitrii Kulagin e Zubkov (entrambi con +/- positivo, +6 ciascuno). Ma è nel periodo conclusivo che, com’era successo contro la Serbia, si va molto vicini al sorpasso; toccato il +10 al 35’, la Spagna subisce un 2-10 in poco più di 2’ che la mette a pochi centimetri dalle fauci dell’orso russo (78-76. Rimettono le cose a posto i Gasol e provvidenziali rubate che colgono in fallo la frenesia da rimonta di Mozgov e compagni. Ottima terza spalla dei lunghi Sergio Rodriguez, oggi con la mano calda sia in proprio che per i compagni, autore di importanti giocate nei minuti importanti e a referto con 16 punti, 9 assist e 3 rubate. Alla squadra di Bazarevich non basta il 45% da 3 punti (14 triple a bersaglio), fondamentale il deficit a rimbalzo (38-27) e il quantitativo industriale di liberi concessi (37, 26 a segno per gli iberici).