E’ un Calvani a 360 gradi quello che si racconta davanti alle telecamere di Leggo tv. Diversi gli argomenti toccati, ecco quanto raccolto dalla redazione di BasketItaly.it.
Il coach romano, nell’analizzare il buon avvio di campinato, sembra non dimenticare l’estate travagliata passata dal basket romano: “Non siamo certamente partiti con i favori del pronostico: ci siamo iscritti l’ultimo giorno utile e questo grazie al presidente Toti senza il quale oggi parleremo di B-Dilettanti e non di serie A. Siamo partiti seguendo le direttive del presidente che ci ha richiesto prima di firmare degli uomini e poi dei giocatori e i risultati ci stanno dando ragione. Siamo al terzo posto a pari punti con Siena, una squadra costruita per fare l’Eurolega. Siamo contenti, c’è un grande gruppo, abbiamo fatto riavvicinare il pubblico alla squadra ed è forse questa la vittoria più importante. Non è un caso che nelle tre partite perse in casa contro Cantù, Sassari e Siena al 40′ non ci sia stato un fischio ma solo applausi“.
Parole d’elogio anche per il capitano Datome, un uomo dalla spiccata etica del lavoro: “Dissento da tutti coloro i quali credono che Datome sia un giocatore baciato dalla fortuna. Gigi ha sì buone doti tecniche che gli hanno consentito di arrivare in alto, ma ha soprattutto una grande etica del lavoro che io in 32 anni da allenatore e in 23 da professionista non ho visto in nessuno. E’ solo grazie ai duri allenamenti che è arrivato ad essere il miglior italiano del campionato“.
Il coach vuole condividere col gm Alberani i meriti di un buon avvio di stagione e sottolinea il grande rapporto che li lega: “Con Alberani c’è stato subito un gran feeling. Ci siamo conosciuti, sportivamente parlando, due anni fa quando io ero in Legadue a Casalpusterlengo e lui a Forlì. Poi quest’estate ci siamo conosciuti “visivamente” via Skype: abbiamo fatto una chiacchierata di un ora e mezza e abbiamo subito capito di parlare la stessa lingua. So di avere un ruolo importante in questa Virtus e di questo devo ringraziare l’ingegner Toti e lo stesso Alberani. Non sono il tipo che va oltre il proprio ruolo, anzi anche per questioni puramente tecniche cerco sempre il parere della società. Oggi, dico la verità, farei fatica ad immaginarmi alla Virtus Roma o in qualsiasi altro club senza Alberani: siamo molto uniti, basta un istante per capirci“.
Infine la Coppa Italia che Roma torna a giocare dopo 4 anni: Calvani ci tiene a fare pochi voli pindarici ma di certo vuole che i suoi si giochino tutte le loro carte: “Per Roma è un giusto palcoscenico per riconoscere gli sforzi economici del presidente. Per certi versi siamo debuttanti: basti pensare che della Virtus che arrivò in finale contro Napoli nel 2006, oggi c’è solo Toti. Nessuno quindi ha esperienza a questi livelli, allenatore compreso. Pertanto stiamo con i piedi ben piantati a terra, siamo umili ma al tempo stesso vogliamo giocarci le nostre carte. Cantù, per esperienza, ha qualcosa più di noi. Spero che l’inserimento di Mancinelli possa solo in seguito portare i suoi frutti ma in ogni caso sono una squadra costruita per l’Eurolega e quindi da temere“.