Si è da poco conclusa una stagione particolare per l’Enel Brindisi, che tra alti e bassi, ha confermato la sua quinta permanenza consecutiva nel massimo campionato italiano. Con un nuovo coach alla guida, Meo Sacchetti, la squadra pugliese ha vinto e “perso” allo stesso tempo: dalla grande emozione nel battere la capolista Milano, con cui ci si è scontrati anche in Coppa Italia, perdendo per un tiro allo scadere di Macvan, al vincere sul +20 contro Avellino e conquistando il derby del Sud; resta però dell’amaro in bocca a giocatori, staff e tifosi per alcune partite perse nei minuti finali, mal gestite a causa di poca esperienza, di mancata concentrazione o rotazioni corte dovute ai vari infortuni che hanno segnato la stagione della New Basket.
Ma Brindisi è anche questa, una piazza di tifosi appassionati e calorosi che accolgono i propri beniamini, che sorridono e piangono insieme a loro, e la speranza del pubblico ma anche della società che finora ha reso possibile questo percorso, è sempre quella di veder crescere una piccola realtà come quella pugliese.
Eppure a qualcuno più in alto e con più potere sembra non interessare quanto di buono è stato fatto negli anni non solo a livello locale e nazionale ma anche europeo. Dalla stagione 2008-2009 Brindisi porta sulle maglie il nome del main sponsor Enel, anche se già negli ultimi due anni il budget complessivo offerto alla società del Presidente Marino è notevolmente calato. Quest’ultima ha poi trovato sostegno anche nei piccoli sponsor locali che insieme hanno dato l’opportunità a Brindisi di vivere ancora del grande basket.
Non mancano dunque incertezze e preoccupazioni anche per la prossima stagione, come ha dichiarato Nando Marino al Quotidiano di Puglia: “Non ci sono ancora proposte ufficiali sul tavolo. La stagione che verrà va programmata per tempo. Le pratiche per l’iscrizione al campionato sono state avviate ma senza il main sponsor, senza un contributo consistente, si potrebbe valutare l’ipotesi di vendere il titolo e quindi prendere in seria considerazione l’eventualità di chiudere la favola basket Brindisi. Abbiamo le idee chiare su quali siano le nostre aspettative e abbiamo più volte detto che chiediamo a Enel il rispetto della nostra storia sportiva degli ultimi 5 anni. I risultati conseguiti sono stati brillanti. Da quanto emerge dagli studi fatti dagli advisor nazionali sull’esposizione del marchio, per altro, attraverso la maglia, attraverso i giornali, risulta che l’investimento fatto da Enel a Brindisi è più basso rispetto al beneficio ricevuto. Quindi non capiamo come un’azienda che produce utili per 15 miliardi, che investe per il Giro d’Italia possa seguire una logica di riduzione del contributo a un progetto sportivo vincente che continua ad andare bene e che ha una sua cassa di risonanza a livello nazionale. Stiamo parlando di una delle squadre che è andata più spesso sui canali Sky ottenendo i migliori responsi in termini di audience migliori”.
In casa Brindisi vi è inoltre il problema della capienza del PalaPentassuglia; a partire dalla post-season della prossima stagione infatti, non potrà giocare in serie A chi non avrà a disposizione un impianto con almeno 5 mila posti a sedere. È una decisione presa durante il Consiglio Federale di Roseto degli Abruzzi che oltre a creare polemiche, mette in zona pericolo molte realtà della pallacanestro italiana. Marino e soci nei giorni scorsi avevano raggiunto un accordo con la sindaca della città pugliese, secondo cui il Palasport verrebbe ampliato con un progetto approvato dal Coni, solo dopo la verificata mancanza di investitori privati. Ora che il governo del primo cittadino di Brindisi è caduto e l’amministrazione comunale sarà affidata al nuovo commissario prefettizio, verrà tutto nuovamente messo in discussione?
Limbo dell’incertezza dunque per i tifosi brindisini che tuttavia pongono fiducia nei soci e nello staff e attendono notizie positive per ripartire in un altro anno di serie A, continuando a scrivere pezzi di storia nel mondo della pallacanestro.