Il Pagellone del girone d’andata della serie A
La redazione della serie A di Basketitaly.it per voi lettori ha analizzato il girone d’andata di tutte le sedici protagoniste della massima serie dando i voti alle squadre per il rendimento finora espresso in campionato:
Cimberio Varese: Voto 10
Alla squadra di coach Vitucci al termine di questo girone d’andata manca solo la lode al voto, ma probabilmente in estate nessuno si sarebbe aspettato di trovare la formazione varesina al comando della classifica con ben 13 vittorie e solamente due sconfitte al termine del girone d’andata.
Già dal precampionato, dove i varesini avevano vinto tutte le gare amichevoli, si era intravisto che la dirigenza guidata in primis dal presidente Cecco Vescovi aveva fatto un’ottima campagna acquisti con in più il vantaggio di poter lavorare in preparazione con un gruppo al completo senza le defezioni di giocatori impegnati con le nazionali per le qualificazioni agli europei, ma le buone avvisaglie delle amichevoli dovevano essere confortatedalle prove d’esame del campionato. Pronti e via in campionato e la Cimberio piazza un filotto di nove vittorie consecutive con la prima sconfitta, che arriva solo alla decima giornata a Roma per mano della Virtus. La sconfitta di Roma rimarrà la sola fino a quello dell’ultimo turno contro Venezia, quando Varese si è dovuta arrendere in casa contro Venezia, ed alle tante assenze. Proprio gli infortuni del capitano Ere e di Banks (i due dovrebbero recuperare per le Final-Eight di coppa) tra fine 2012 ed inizio 2013 sono state le note dolenti di questo fantastico campionato finora disputato dai varesini, ma anche in occasione degli infortuni la dirigenza varesina ha voluto perseguire la propria politica di far maturare e dare maggiore spazio alle proprie seconde linee in organico senza ricorrere al mercato con qualche acquisto in entrata. Mercato estivo, dove la dirigenza ha costruito una buona intelaiatura e coach Vitucci da buon ingegnere ha fatto in modo che ogni ingranaggio potesse girare al posto giusto. Tutte vinte le scommesse sul mercato per Varese, che ha rilanciato i veterani Mike Green ed Ebi Ere reduci da una scorsa annata deludente, ha portato in Italia giocatori del calibro di Banks e Dunston, quest’ultimo il miglior pivot del girone d’andata nella lega, senza svenarsi economicamente, ed ha puntato forte su uno dei gioielli più lucenti del basket italiano quale il giovane Achille Polonara. Probabilmente l’unico giocatore, che è stato un pochino al di sotto delle aspettative è stato l’ala-pivot Dusan Sakota, ma siamo sicuri che anche il serbo avrà modo di riscattarsi nel girone di ritorno.
Autore: Livio Cavezza
Dinamo Banco di Sardegna Sassari: Voto 10
L’obiettivo stagionale è quello di proseguire il trend degli anni passati: MIGLIORARE la stagione precedente. La cosa avviene con regolarità dalla stagione 2007 2008; la scorsa stagione i risultati sono stati: l’eliminazione al primo turno delle Final8 contro Siena, la qualificazione in Eurocup a fine campionato con il quarto posto in stagione regolare, l’eliminazione in semifinale PlayOff scudetto contro Siena (3-0 memorabile nel primo turno contro bologna), che comunque ha portato SASSARI al terzo posto finale. Per ora i risultati dicono che è vicecampione d’inverno, dietro solo a Varese (l’anno scorso ottava dopo il girone di andata).
Tappe importanti di questa stagione:
Il 2012 2013 ha visto l’esordio in Europa di Sassari e anche di tutta la Sardegna, sono arrivate 2 vittorie nel girone di qualificazione, entrambe contro Siviglia, da ricordare la bella prestazione PIONIR HALL ARENA in casa della Stella Rossa, ma contro la formazione di Belgrado e Orleans sono arrivate solo sconfitte con la conseguente eliminazione all’ultima giornata; il bilancio dell’esperienza europea è comunque positivo per la crescita e la maturità acquisita in campo europeo e la conseguente visibilità; in campionato le soddisfazioni principali sono arrivate con la vittoria contro Cantù all’ultimo secondo con l’ormai classico Buzzer Beater di Drake Diener; bella anche la vittoria in trasferta a Milano rovinata però dal brutto episodio di aggressione ai tifosi della Dinamo fuori dal forum. Le altre tappe importanti del cammino degli uomini di Sacchetti in campionato, sono la sconfitta a Varese di un punto con il tiro della vittoria che si è fermato sul ferro e naturalmente lo storico +30 a SIENA in mezzo ad una folla commossa al PalaSerradimigni, di fatto la vittoria più bella della storia della DINAMO. La stagione prosegue con grandi motivazioni per le Final8, il primo turno vedrà i sassaresi impegnati contro Brindisi, rivale della coppa Italia in Legadue giocate proprio a Sassari, in cui la Dinamo venne sconfitta a tempo scaduto grazie all’ausilio dell’istant replay che annullò giustamente un tiro di Kemp sulla sirena, in quella stagione Brindisi scavalcò la Dinamo nelle ultime giornate dopo che guidò il campionato dall’inizio alla fine, fatale una striscia di 6 sconfitte consecutive nelle ultime 6 partite, Brindisi venne promossa direttamente, la Dinamo seppur scoraggiata vinse i PlayOff, nell’anno successivo la Dinamo all’esordio in A centrò gli storici playoff, mentre Brindisi retrocedette, questa stagione i pugliesi sono l’unica squadra in campionato ad aver vinto al PalaSerradimigni, insomma una bella rivalità sportiva.
MIGLIOR GIOCATORE: TRAVIS DIENER, un genio, in questo momento è il miglior assistman del campionato e da quando finalmente è a pieno regime è diventato il vero faro guida della squadra. Giocatore di classe superiore alla media, invidiato da tutta la LegaA
CI SI ASPETTAVA DI PIU’: Dane Diliegro, molti muscoli ma poca capacità di saperli sfruttare, giocatore da raffinare, su cui comunque la società conta e insisterà sino alla fine.
Autore: Nicola Cascioni
Montepaschi Siena: Voto 7
La terza posizione al termine del girone d’andata, dopo i sei anni consecutivi in cui la Mens Sana si era laureata campione d’inverno potrebbe sembrare una diminutio per i senesi, ma se si analizza attentamente la situazione sono molto più le note positive che quelle negative nel girone d’andata di Siena. Innanzitutto bisogna partire dai presupposti estivi quando la Montepaschi si è presentata alla partenza del campionato con un nuovo coach, l’ex vice Banchi succedeva a coach Pianigiani, ed un roster completamente rinnovato fatta eccezione per le riconferme di Ress, Carraretto e Moss. Come naturale conseguenza di tutti i cambiamenti la formazione senese ha stentato in avvio campionato (non tanto dal punto di vista dei risultati 4 vittorie e 2 sconfitte nelle prime sei, ma del gioco), anche per la complicità di infortuni (Eze, Kemp poi tagliato e Rasic) e giocatori non ambientatesi con l’ambiente senese (il lungo Kasun che ha rescisso il suo accordo con la società). Nella seconda parte del girone d’andata la squadra di Banchi è cresciuta nel gioco, ed ha trovato il suo leader nel play Bobby Brown, che in meno di cinque mesi è riuscito a far dimenticare ai tifosi senesi il suo illustre predecessore Bo McCalebb. Oltre al play americano arrivato dal campionato tedesco, il grande leader della Montepaschi edizione 2012/13 è Tomas Ress, che sembra essere incarnato in maniera naturale nei panni di nuovo Stonerook come leader spirituale ed umorale del gruppo senese. La squadra senese non ha completato la sua rimonta alla testa della classifica (bilancio di fine girone d’andata 11 vittorie e 4 sconfitte), dopo un filotto di sei vittorie in fila tra la settima e dodicesima giornata, perché è incappata in due sconfitte in fila nelle ultime due sconfitte. Il -30 dell’ultimo turno d’andata contro Sassari è stato abbastanza roboante, ma gli ultimi stop dei toscani sono soprattutto figli delle tante fatiche e tossine accumulate nella battaglie di Eurolega, dove Siena, vincente nei primi tre turni di Top 16, sta recitando in maniera superba il ruolo di unica rappresentante italiana nelle coppe europee.
Autore: Livio Cavezza
Chebolletta Cantù: Voto 8 – tendenza in crescita
Terminata la prima metà del campionato, il bilancio della chebolletta Cantù (11-4) non può che dirsi positivo. La Supercoppa in bacheca è il simbolo di un lavoro pluriennale, mentre la qualificazione alla Regular Season di Eurolega ha permesso al sodalizio biancoblu di rimanere sulla mappa del basket continentale. Tecnicamente l’evoluzione della squadra ha seguito un’evoluzione lineare, con la tegola dell’infortunio a Jerry Smith superata con la promozione a point guard titolare, guadagnata sul campo, di Jonathan Tabu, da poco affiancato da Kevin Anderson. L’esclusione dalle Top 16 ha lasciato un segno emotivo, ma l’ultimo mese ha testimoniato con i risultati sul campo la qualità del lavoro continuativo in palestra senza l’impegno infrasettimanale. Il quarto posto a ridosso delle prime ha rilanciato la squadra di coach Trinchieri nella corsa al miglior posto in griglia in ottica play-off. Giocatore simbolo che ha saputo salire di livello per leadership e responsabilità, Manu Markoishvili, top scorer a 13.3 punti di media in un attacco che ha beneficiato della ritrovata fiducia di un Aradori costante nel portare punti in cascina e dell’intelligenza cestistica di un Leunen che sta cucendo il proprio modo di giocare a misura dei nuovi interpreti del sistema. L’atletismo portato da Tyus e Brooks, quest’ultimo in evoluzione nel doppio ruolo di 3 e 4, ha dato una dimensione verticale alla squadra e un impatto fisico nuovo rispetto alle versioni precedenti di Cantù, mentre Cusin garantisce intimidazione e presenza nel pitturato. Capitan Mazzarino, in un ruolo ridimensionato per minutaggio, garantisce ancora percentuali cardinalizie dai 6.75, resta l’incognita legata a Marko Scekic, il cui rientro a pieno servizio darebbe al roster una profondità difficilmente eguagliabile.
Autore: Stefano Mocerino
Virtus Acea Roma: Voto 7.5
Voto più che positivo per la squadra capitolina che, partita in sordina, ha sorpreso tutti gli addetti ai lavori. Eppure l’alba del 2012/13 non prometteva nulla di buono: ai continui annunci di disimpegno del presidente Toti infatti non erano corrisposti segnali da parte dell’imprenditoria romana. Poi il presidente virtussino, con un vero gesto d’amore, ha provveduto all’ottemperamento di tutta la documentazione necessaria all’iscrizione e da lì non ci si è più fermati. Nuovo gm (Alberani) e nuovo team manager (Carotti) e nuovi giocatori, confermato solo il coach (Calvani). L’obiettivo della salvezza sbandierato ad inizio stagione sembra ampiamente raggiunto dopo 15 giornate, la qualificazione alle FinalEight è ormai in tasca (dopo ben quattro anni d’assenza) e, come si sa, l’appetito vien mangiando. E allora sotto con la Coppa Italia sperando poi nei play-off, perché la banda Calvani non vuol smettere di stupire.
IL MIGLIORE: Datome 8 – Difficile trovare il migliore in un gruppo che nella sua quasi totalità ha ben figurato. Se proprio però c’è da fare un nome allora non si può non citare Gigi Datome. L’ala sarda pur di restare all’ombra del Colosseo ha rinunciato ad importanti proposte e ad un ingaggio, percepito fino all’anno scorso, notevole. I freddi numeri vanno dalla sua parte: 17.7 punti, 51.1% da due, 48.4% da tre per un 21.5 di valutazione media. Ormai è uno dei top-player dei nostro campionato, di sicuro è il migliore azzurro. Le fortune di Roma passano anche dalle sue mani.
IL PEGGIORE: Dagunduro sv – Una premessa è d’obbligo: se Roma ha sorpreso tutti nel suo rendimento è difficile, molto difficile, trovare un giocatore che ha reso al di sotto delle aspettative. Ad essere cattivi potremmo però fare il nome di Ade Dagunduro. La guardia nigeriana è stata condizionata, a dire il vero, da continui problemi fisici sin dal suo arrivo e i postumi dell’operazione al ginocchio, a cui si è sottoposto a fine novembre, lo terranno fuori per altri due mesi. Lo stesso gm Alberani spera che Ade, una volta al 100%, possa davvero dare quel contributo che dirigenza e tifosi si aspettano.
Autore: Eugenio Nardone
Trenkwalder Reggio Emilia: Voto 8
La formazione reggiana neopromossa è una delle più belle sorprese di questo girone d’andata, andato in archivio con 8 vittorie ed il sesto posto, che è valso la qualificazione alla Final-Eight di Coppa Italia a Milano. Dopo lunghi anni di purgatorio in LegaDue, ad inizio campionato l’obiettivo principale della dirigenza biancorossa era quello di una salvezza senza eccessivi patemi, ma questo girone d’andata va di gran lunga oltre i programmi della società emiliana. L’inizio campionato, però, è stato tutto in salita per i reggiani, sconfitti nelle prime tre gare d’ esordio in massima serie. Il più grande problema della squadra di coach Menetti era stata la produzione offensiva con bottini che stentavamo a raggiungere la quota dei 60 punti. A causa delle magre prestazioni dell’attacco reggiano finirono subito sulla graticola gli americani Donell Taylor e Dominic James. Il primo ha smentito tutti coloro che lo ritenevano un giocatore adatto alla Legadue, dopo i vittoriosi campionati con Reggio e Casale, ma non per la A, ed è stato il grande trascinatore di Reggio nel filotto di cinque vittorie tra la quarta e l’ottava giornata (per Taylor 19,5 punti di media nel girone d’andata), mentre il secondo, salito alla ribalta per la promessa di matrimonio fatta alla fidanzata in pubblico davanti agli stupiti e divertiti spettatori dell’All-Star Game di Biellla, lentamente ha incominciato ad ambientarsi con il campionato italiano, ed ha messo in mostra buone qualità tecniche ed atletiche. Buone notizie per coach Menetti sono arrivate anche dagli italiani: Cinciarini, dopo la stagione finita in calando a Cantù, che ha avuto il sapore della bocciatura per il play della nazionale, ha trovato in quel di Reggio Emilia l’ambiente ideale per il proprio riscatto personale, mentre Michele Antonutti nei panni di 4 tattico, piuttosto che di ala, sta facendo vedere le ottime cose fatte intravedere negli anni di Udine in massima serie.
Autore: Livio Cavezza
Enel Basket Brindisi: voto 8!
Coach Piero Bucchi alla guida della neopromossa Brindisi chiude il girone di andata al settimo posto con un saldo positivo di 8 vittorie e 7 sconfitte. I biancazzurri partono male perdendo a Siena e gettando al vento i due punti contro Varese: a 48 secondi dalla fine i brindisini erano avanti per 90-83 ma si sono fatti rimontare da Ebi Ere e compagni per poi perdere malamente al supplementare. La prima vittoria arriva contro Cremona. Dopo una buona prestazione il capitano Ndoja e i compagni si devono arrendere a Cantù mentre la Domenica successiva nel matinée contro Venezia i pugliesi toccano il fondo. Immediato e clamoroso riscatto a Sassari. Brindisi c’è e in 7 partite detta legge con 6 vittorie. Le ultime 3 partite del girone di andata sono un incubo per una neopromossa: Roma, Bologna ed infine Milano. La prima è una sconfitta interna ma a Bologna, Viggiano trascina i suoi alla storica conquista delle Final Eight di Coppa Italia rimontando dal -14 e vincendo di 13. La sconfitta contro Milano è cronaca recente. Nelle prime 15 partite Jonathan Gibson, combo guard from West Covina – California, è il miglior giocatore della squadra nonché miglior marcatore del campionato dall’alto dei suoi 19,9 punti ad allacciata di scarpe. La panchina invece non incide offensivamente: Fultz dovrebbe essere l’uomo di esperienza che si alza dalla panca ma purtroppo non convince ed è il giocatore di Brindisi più in difficoltà.
L’obiettivo dichiarato di inizio stagione è la salvezza ma sull’onda dei risultati la New Basket Brindisi potrebbe cavalcare l’entusiasmo che si respira in città e infastidire le grandi per la corsa ai playoff.
Autore: Antonio Magrì
EA7 Milano: Voto 5
Ampiamente sotto le aspettative di inizio stagione che la volevano dominatrice del campionato, l’Olimpia Milano fatica da subito e già alla terza giornata arriva la clamorosa sconfitta ad Avellino di 22 punti. Faticando sempre a trovare gioco però arriva la storica vittoria sul campo di Siena che mancava da 9 anni ma è solo un fuoco di paglia e lo dimostrano le numerose sconfitte interne con Varese, Sassari, Reggio Emilia, Cantù, Venezia. L’Olimpia appare quindi una squadra da trasferta ma con numerosi problemi interni, e infatti la rivoluzione inizia col taglio di Cook e la messa fuori squadra di un deludentissimo Hendrix. arriverà Bremer che però sembra il lontano parente del giocatore della scorsa stagione e, sul finire del girone d’andata, arriva Marques Green al posto di Stipcevic e potrebbe portare leadership a una squadra ancora spaesata.
IL MIGLIORE: Bourousis, il migliore per rendimento e continuità. poteva contendergli il posto Langford ma il greco è apparso più continuo del comunque eccellente americano.
IL PEGGIORE: Hendrix, delusione enorme soprattutto in rapporto ai soldi spesi per averlo. Appare quasi come un autentico bidone e da l’essere quello necessario per il salto di qualità diventa una vera tassa da pagare per i milanesi
Autore: Dario Destri
Umana Venezia: Voto 5,5
La Reyer questa estate è stata costruita con l’obiettivo di migliorare gli ottimi risultati conseguiti l’anno passato al suo ritorno in massima serie, ma agli investimenti di patron Brugnaro non sono conseguiti i risultati sul campo. Il voto insufficiente per i lagunari sta nel fatto di non essere riusciti a conquistare le Final-Eight di Coppa, mentre l’anno scorso la formazione di coach Mazzon con un sorprendente girone d’andata riuscì a conquistare un posto nelle finali di coppa a Torino. Proprio coach Mazzon a causa dei magri risultati di inizio campionato (3 vittorie nelle prime dieci giornate) è stato più volte sulla graticola, ma la società più volte ha rassicurato ed ha dato fiducia all’allenatore. Alla fine la strategia di attesa della dirigenza della Reyer dato i propri frutti: infatti Clark e compagni hanno chiuso il girone d’andata con quattro vittorie nelle ultime cinque gare con l’unica macchia della sconfitta in casa contro Avellino nel penultimo turno, che ha pregiudicato le speranze di qualificazione alla coppa. L’Umana, nonostante, il successo sul campo della capolista Varese nell’ultima giornata visto la concomitante vittoria di Milano a Brindisi è stata esclusa dalla Final-Eight. Proprio il rendimento interno al Taliercio lascia maggiori rimpianti nei veneziani alla fine del girone d’andata, infatti tra le mura amiche sono arrivate ben quattro sconfitte, mentre in campo esterno Clark e compagni hanno avuto un rendimento ottimo (quattro vittorie on the road) con gli acuti delle vittorie di Milano e Varese. Vittorie esterne che dimostrano tutta la bontà ed il valore del roster veneziano, che con qualche infortunio in meno rispetto allo sfortunato inizio stagione, ed una volta consolidato il proprio gruppo senza più entrate ed uscite sul mercato, sembra avere le carte in regola per raggiungere i play-off nel girone di ritorno.
Autore: Livio Cavezza
JUVECASERTA: Voto 8
Il voto è già molto alto ma se la banda di Sacripanti avesse centrato le Final8 in quel di ReggioEmilia probabilmente avrebbero centrato la perfezione, ma quest’ ultima raramente si realizza. A Caserta la stagione non era iniziata nel migliore dei modi, le solite preghiere varie per cercare uno sponsor, il taglio di Visser che si procura un infortunio alla spalla il giorno prima di volare verso l’ Italia, poi quelli più recenti di Nic Wise e Chatfield, un mix di segnali negativi e preoccupanti che non lasciassero presagire a nulla di buono ma… . Ma nessuno aveva fatto i conti con Sacripanti capace di imprese tattiche memorabili vedi Sassari, nessuno aveva fatto i conti con Mordente e con Stefano Gentile capaci di regalare ai casertani un successo in quel di Avelllino da troppo tempo agognato, con Akindele autore insieme a Michelori di lotte infinite sotto le plance, con la difesa asfissiante di Jonusas e con il talento di Jelovac, con capitan Maresca, con Mavraides e con Sergio. Con TUTTI! Perché sarebbe un affronto dimenticarne qualcuno, perché si lotta e si da sempre tutto nell’ arco dei 40 minuti, perché la forza di questa squadra è il gruppo, ed anche nei momenti fuori dal campo più complicati loro hanno risposto PRESENTE! Alzi la mano chi si aspettava soltanto di poter bissare imprese come quelli di Sassari, Cantù, Avellino e Bologna? Nessuno, o forse soltanto il direttore d’ orchestra di questa meravigliose prestazioni.
Autore: Vincenzo Bonavolontà
Saie3 Bologna: Voto 5-
La Bologna degli italiani, una Virtus che guarda al bilancio in maniera forse un po’ troppo oculata e che si pone come obiettivo principale in stagione il raggiungimento del premio fissato per il ricorso al maggior numero di italiani. Il risultato di ciò non poteva che essere un deludente girone d’andata condotto dalla SIAE3 nel quasi più completo anonimato se non fosse per l’inizio con le due vittorie prima sul campo di Cremona e poi sull’Emporio Armani Milano. Vittorie alle quali sono seguite tre sconfitte consecutive – a Montegranaro, contro Varese ed Avellino – prima di tornare alla vittoria (anche in maniera convincente) contro Biella. Altre due sconfitte – Caserta e ReggioEmilia – e due vittorie – Roma e Pesaro – prima di chiudere il girone d’andata con il botto. Venezia, Siena, Sassari, Brindisi e Cantù tutte squadre che hanno gioito in questo fine di girone contro una Virtus Bologna totalmente in preda a se stessa. Molti giovani stanno trovando il campo con continuità, vedi Imbrò e Moraschini, e costruiscono qualcosa di importante per le loro carriere ma quell’undicesimo posto sta troppo stretto ad una delle squadre che ha fatto la storia della pallacanestro italiana in una città da sempre innamorata di questo sport. Una squadra che si colloca terzultima nella classifica realizzativa con appena 70,7 punti messi a segno a partita da Hasbrouck e compagni.
I voti devono tenere in considerazione tanti aspetti e mentre tante altre società, nelle stesse condizioni di Bologna, avrebbero meritato un voto più che sufficiente non si può che rifilare un mediocre 5- alla Virtus Bologna.
Il migliore: Kenny Hasbrouck, 14,4 punti per la guardia americana
Il peggiore: Viktor Gaddefors, Ala svedese da appena 4.2 e 2.7 rimbalzi in 15.2 minuti, non pronto per il nostro campionato.
Autore: Enrico De Pompeis
Vanoli Cremona: Voto 6
il voto è la media delle due diverse gestioni, disastrosa quella di Caja nelle prime 8 giornate, molto più positiva quella del suo successore, Gresta.
Il colpo dell’estate in casa biancoblu si chiama Luca Vitali, ma nonostante ciò la squadra fatica ad ingranare; dopo tre sconfitte consecutive, è la quarta giornata quella buona per sbloccare lo “zero” alla voce punti; il primo hurrà, con Avellino, viene seguito sette giorni più tardi dall’exploit sul parquet di Montegranaro, dove i biancoblu di coach Caja colgono una vittoria importante per la lotta salvezza. Ma da lì in poi, Cremona si arena, subisce una netta involuzione a livello di gioco; il trittico, non certo facile, Roma-Cantù-Milano, porta in dote altrettanti ko, con due scoppole contro le lombarde. Quella contro Milano è fatale a coach Caja, che viene sollevato dall’incarico, all’indomani della sconfitta.
Sul pino biancoblu si siede, dunque, il suo vice, Luigi Gresta che all’esordio, a Sassari, va vicinissimo all’impresa di giornata, perdendo di solo due punti. La squadra esce tra gli applausi del Serradimigni, quasi rivitalizzata dall’avvicendamento in panchina: la vittoria è solo rimandata e arriva la giornata seguente, tra le mura amiche, contro Venezia. Il successo contro Pesaro prima della Pausa Natalizia regala una boccata d’ossigeno, che permette di affrontare la capolista Varese a cuor leggero; l’inaspettato ko contro Reggio Emilia non scalfisce la Vanoli, che rimedia alla brutta battuta d’arresto, rullando Biella al Lauretana Forum, con un +33 senza repliche. Cremona gira a quota 10 punti al 12° posto, con 4 lunghezze di vantaggio sulla coppia all’ultimo posto, formata da Pesaro e Biella.
Autore: Massimo Rossi
Sutor Montegranaro: Voto 5
Girone d’andata non sufficiente per la Sutor, che dopo le problematiche economiche vissute in estate non è riuscita a risollevarsi pienamente.
Da una parte i problemi societari non si sono risolti, o meglio, ancora non è stato trovato un Main Sponsor, e con una situazione debitoria come quella marchigiana è ancora più grave.
Lo staff tecnico, non è riuscito finora a plasmare un gruppo di giocatori che è molto dotato dal punto di vista offensivo, ma molto meno nella metà campo difensiva. Sono state mosse diverse critiche da parte dei tifosi a Recalcati, ma se si raffronta la spesa per il mercato estivo più quella per i correttivi fatta dai gialloblù e dalle altre società che lottano per salvarsi si capisce che i problemi non derivano solo da li.
Terminiamo parlando del roster: a fine Agosto veniva certamente additato come il primo indiziato per la retrocessione. Delle tante scommesse fatte ce ne sono state alcune vinte, altre no. I vari Steele, Burns e Johnson stanno facendo la loro parte, e anche se il loro rendimento non è costante, la scelta ricaduta su di loro si può definire ben spesa. Il contrario è avvenuto con Andrews, che complice l’infortunio occorso a 15 giorni dall’inizio del campionato è stato totalmente negativo. Ma chi ha deluso più di tutti è senz’altro la vecchia guardia, che insieme a Slay venivano considerati come i pilastri di questa squadra: al momento sono loro quelli che hanno dato meno alla causa.
La svolta per la stagione è stato senz’altro l’ingaggio di Valerio Amoroso, che ha ricompattato il gruppo dando nuova linfa ad una squadra che si era appiattita pericolosamente.
Autore: Alessio Angelini
Sidigas Avellino: Voto 5
Era annunciata come la sorpresa del campionato e invece è lì a lottare per la salvezza. Si spera che la rivoluzione attuata dalla dirigenza a stagione in corso possa portare i suoi frutti anche se per ora non sembra essere così: Tucci subentrato a Valli non sembra aver trovato la quadra, dei continui innesti solo Ivanov e Dean sembrano poter davvero dare una scossa. La squadra soffre fin troppo l’assenza di un vero play, la difesa non ha ancora trovato i giusti accorgimenti e non è un caso che i lupi siano la seconda peggior squadra per punti subiti (più di 85 a partita) dietro solo a Montegranaro. Piove sul bagnato se poi si analizza il cammino dei lupi. Ne vari scontri diretti infatti la Sidigas ha raccolto solo sconfitte, l’ultima contro l’ex Zare Markovski, coach di una Pesaro che è tornata a raccogliere i due punti dopo ben undici stop di fila proprio al PalaDelMauro. Per il girone di ritorno c’è assoluto bisogno di invertire la rotta anche perché tutti i match salvezza (tranne che con Cremona)si disputeranno fuori casa.
IL MIGLIORE: Spinelli – In un primo scorcio di stagione assai negativo è arduo trovare giocatore che abbiano raggiunto la sufficienza. Citiamo i “meno peggio”. Ivanov dal suo arrivo (ha sostituito l’evanescente Ebi) ha fatto molto bene, Dean dopo i primi match disputati in biancoverde sembra finalmente aver trovato la giusta condizione come dimostrano i 17 punti contro Venezia e i 19 contro Pesaro nelle ultime due giornate, Johnson ha sempre fatto il suo dimostrando quantomeno attaccamento alla maglia. E’ giusto però premiare anche il capitano, tale Valerio Spinelli, che nei momenti più difficili sembra davvero metterci l’anima, sopperendo così ai limiti fisici e tecnici. Se tutti i componenti del roster, a partire dai vari Hardy, Dragovic e Richardson, giocassero con la metà della sua voglia, Avellino non sarebbe sprofondata nelle sabbie mobili della zona retrocessione.
IL PEGGIORE: Dragovic – Se una squadra costruita per FinalEight e play-off si ritrova al terz’ultimo posto vuol dire che molte delle sue componenti non hanno reso secondo le aspettative. Tanti i giocatori finiti nel mirino della critica in casa Scandone, ma probabilmente quello più bersagliato è Nikola Dragovic. Il montenegrino, arrivato come uno dei migliori prospetti del suo paese, ha palesato notevoli limiti di tenuta difensiva e tattica. A fronte di un discreto inizio, nella seconda parte di stagione è stato protagonista di prestazioni davvero sottotono: nelle ultime 9 del girone d’andata ha fatto registrare 7.2 punti e 11/37 da tre (29%) a fronte dei 15 punti di media e del 17/32 da tre (53%) delle prime 6 giornate.
Autore: Eugenio Nardone
Scavolini Banca Marche Pesaro: Voto 4+
Dopo un estate così tribolata dal punto di vista societario e finanziario i tifosi della Vuelle erano ben consci che i sogni di gloria assaporati l’anno passato con la semifinale scudetto contro Milano, che facevano tornare alla mente del popolo pesarese antichi fasti, dovevano essere messi definitivamente nel cassetto. Però l’inizio stagione sembrava essere nato sotto una buona stella per la squadra adriatica con Valter Scavolini, che decideva in extremis insieme alla Banca Marche di sponsorizzare la squadra, e con una squadra, che, nonostante fosse stata costruita per ultima tra tutte quelle di A e con pochi denari, era riuscita a vincere le prime due gare delle tre in campionato. A quel punto, probabilmente, gli stessi tifosi biancorossi hanno pensato che la salvezza, poi, non sarebbe stata una chimera così ardua da raggiungere. Tale previsione non potè rivelarsi più sbagliata, infatti tutte le difficoltà di un gruppo costruito last minute sul mercato sono venute a galla, ed il primo a farne le spese è stato coach Ticchi alla fine della nona giornata dopo la sconfitta casalinga contro Caserta. La sesta sconfitta in fila fu fatale al coach pesarese doc, che ha confermato il detto latino di: “Nemo profeta in patria”. A succedere Ticchi è arrivato il coach macedone Markovski ma i risultati non sono migliorati, infatti con il coach slavo le sconfitte consecutive sono arrivate addirittura ad undici. La vittoria nell’ultimo turno in quel di Avellino è stata una vera e propria ancora di salvataggio per i marchigiani, che hanno evitato di raggiungere il primato di sconfitte consecutive nella propria storia (12 nella stagione 1973/74), ed hanno agganciato all’ultimo posto in classifica a quota 6 punti l’Angelico Biella. Adesso in quel di Pesaro si guarda al futuro con moderato ottimismo e con la speranza che gli ingenti investimenti fatti sul mercato per acquistare elementi di sicuro valore come Stipcevic, Kinsey e Torey Thomas possano allontanare le sabbie mobili della lotta per la retrocessione.
Autore: Livio Cavezza
Angelico Biella : Voto 4
Girone d’andata da dimenticare per l’Angelico Biella. Una squadra costruita affinché potesse lottare con le unghie e con i denti per restare nel massimo campionato nazionale. Una squadra, però, troppo ricca di scommesse e di giocatori non pronti in un campionato come quello italiano – nonostante il ridimensionamento degli ultimi anni -. La squadra di coach Cancellieri ha iniziato la stagione con due sconfitte, la prima sul proibitivo campo di Sassari e poi quella interna contro Pesaro. La squadra piemontese trova il primo successo stagionale contro la JuveCaserta con una prestazione convincente ma il calendario gioca un brutto scherzo all’Angelico che è costretta ad affrontare ReggioEmilia, Siena, Bologna e Varese (con le due emiliano-romagnole in trasferta). Quattro sconfitte ma Soragna e compagni non si perdono d’animo e si riscattano alla grande andando ad espugnare il campo della Sidigas Avellino e bissando il successo battendo Venezia una settimana dopo al Lauretana Forum. Quella contro l’Umana sarà l’ultima gloria di un girone d’andata conclusosi con una striscia negativa di sei sconfitte patite contro Montegranaro, Cantù, Brindisi, Milano, Roma e Cremona. La situazione è disperata e con soli sei punti conquistati coach Cancellieri non può fare a meno di presentare le dimissioni alle quali si aggiungo anche quelle del GM Marco Atripaldi. La società, però, respinge le dimissioni ammettendo di aver costruito una squadra un po’ troppo azzardosa, ma capace comunque di trovare in Trey Johnson una delle migliori guardie del campionato, e che ben presto arriveranno rinforzi – il primo sarà quello di Tsaldaris.
Il migliore: Trey Johnson, la guardia americana (arrivata in corsa) è tornata a Biella per migliorare quanto fatto nella stagione 2009 e lo sta facendo alla grande. I suoi 17,2 punti gli permettono di essere il quarto miglior realizatore del campionato.
Il peggiore: Nemanjia Jaramaz con appena 7.1 punti realizzati. Pare che sia proprio lui il primo a lasciare Biella in questa rivoluzione pre-girone di ritorno.
Autore: Enrico De Pompeis
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