La Sigma vince il derby di Sicilia: la panchina giallorossa risulta decisiva
La Sigma arriva al completo, anche se in settimana giravano voci sulla possibile assenza di Taurean Green dopo il lieve infortunio di Bologna. Niente di grave invece. Il play con passaporto georgiano è nello starting five insieme a Bell, Giuri, Callahan e Cittadini.
Situazione ben diversa per l’Upea: quasi recuperato al 100% Marco Passera, qualche acciacco di troppo invece per Benevelli (che giocherà per pochi minuti con evidenti difficoltà atletiche) e Pellegrino che comunque resterà in panchina per tutta la gara. C’è un uomo in più invece, Anthony Mason Jr., neo arrivato in casa Orlandina, ala tiratrice con varie esperienze in college e minors americane. Mason, il quale cercherà di non far rimpiangere il buon Alex Young, viene schierato in quintetto insieme a Passera, Battle, Poletti e George.
La partita inizialmente la fa l’Orlandina, perché il quintetto iniziale di Barcellona fatica al tiro e sbaglia anche semplici conclusioni: bene quindi per Capo d’Orlando che ha sin da subito George e Passera in stato di grazia. La prima frazione di gioco, molto positiva per gli ospiti, vede questi ultimi sopra di una sola lunghezza. Perdichizzi sa bene cosa fare, mescola le carte in gioco e rivoluziona il quintetto in campo, lasciando il solo Taurean Green dei cinque iniziali: Bucci, Mocavero, Sanders ed Eliantonio, che poi si riveleranno i migliori della partita, riescono a dare un’impronta diversa all’attacco giallorosso e non è un caso se il primo (e decisivo) allungo arriva a metà secondo quarto, quando capitan Bucci ne mette 11 in 9 minuti e Mocavero, tra un appoggio a canestro e l’altro, ne fa ben 13. Bastano questi ultimi due dati statistici per trovare la chiave della gara: Barcellona ha anche il tempo di allungare, fino ad arrivare al +19 del terzo quarto, forse un po’ troppo pesante per gli avversari: coach Pozzecco, beccato più volte da striscioni e cori dei tifosi di casa, cerca di smuovere le acque alternando Portannese e Mason, Benevelli e Poletti, senza ottenere, però, troppi risultati.
Un timido parziale di 0-7 riavvicina l’Upea che, per qualche errore facilmente evitabile (vedi un canestro da sotto sbagliato da Mathis ed un contropiede mal gestito da Battle), non riesce mai più a varcare la soglia degli 8 di svantaggio. Il black-out del terzo quarto, che ferma le squadre per circa 10 minuti, regala qualche spunto ai tifosi per gli sfottò e permette ai barcellonesi di rifiatare, riorganizzare le idee e controllare l’ultima frazione di gioco nella quale il nuovo acquisto Mason fa vedere qualche giocata individuale interessante.
Vince meritatamente Barcellona, giocando di squadra e dimostrando di essere una delle più serie candidate a vincere il campionato, grazie ad un quintetto di alto livello ma, soprattutto, ad una panchina formata da uomini che riescono in qualsiasi momento ad incidere sulla partita. Vince il pubblico, quello ospite e quello di casa, anche se avremmo gradito qualche striscione in meno, soprattutto quelli indirizzati al Poz, apprezzato ed applaudito in tutti i palazzetti d’Italia (anche a Cantù, dove di certo non lo amavano per i suoi trascorsi varesini) ad eccezione di questa sera. Ma ci può anche stare, un derby è pur sempre un derby e ci auguriamo di viverne tanti altri con lo stesso spettacolo e lo stesso entusiasmo, ovviamente oltre quello di ritorno del 25 Aprile in cui l’Orlandina ce la metterà tutta per smentire le parole di inizio stagione del patron della Sigma Immacolato Bonina (“Mi dispiace, ma con l’Orlandina saranno 4 punti”, ndr).