Kaukenas e il ritorno sul parquet: «Reggio è la mia casa, sono qui come un rookie per dare una mano»
Si è svolta questa mattina presso la sala conferenze delle sede di Pallacanestro Reggiana la presentazione di Rimantas Kaukenas, ex capitano biancorosso che dopo aver abbandonato la carriera da professionista lo scorso luglio è tornato sui suoi passi firmando con il club emiliano sino a fine stagione.
«Ero quasi sicuro che non ce l’avrebbe fatta a rimanere a casa – ha esordito l’ad Alessandro Dalla Salda – Rimas ha un’età biologica diversa da quella anagrafica, la vera sorpresa è stata quando aveva deciso di smettere. Per noi è come un infortunato che torna in campo dopo 6 mesi, ora ci sentiamo più forti e più tranquilli anche come mentalità poi sarà il campo a fare da giudice. Il suo contratto termina a fine stagione poi ci troveremo nuovamente per discutere del nostro futuro».
«Se Kaukenas ha deciso di tornare a giocare è perché ha ancora tanto da dare dentro al campo – ha sottolineato il ds biancorosso Alessandro Frosini – Perché non riprenderlo ho subito pensato, è uno di noi e con il suo ritorno ricomponiamo il pacchetto di esterni che la scorsa stagione ci ha tolto tante soddisfazioni. Rimas entra in punta di piedi ma ci porta esperienza e saprà dare le linea guida alla squadra. Deve trovare la condizione fisica ottimale per sostenere il ritmo partita senza forzare i tempi, ma dal punto di vista della gestione il giocatore è encomiabile».
«Sono di nuovo qui perché a Reggio mi sento come a casa e sto bene – le prime parole di Rimantas Kaukenas – Ho tanta voglia di giocare, ho ancora il fuoco dentro. La scorsa estate ho preso la decisione più difficile della mia vita, avevo un problema alla spalla che mi ha fatto venire tanti dubbi e portato a quella scelta. Da due mesi però non avverto più alcun dolore e per questo motivo sono tornato sui miei passi. In Lituania mancava la motivazione, ogni volta che lavoravo in palestra mi chiedevo quale fosse il mio obiettivo: i tifosi, lo spogliatoio, le emozioni positive e negative sul campo, la bellezza del basket mi mancavano troppo. Se sono qui per vincere lo scudetto sfiorato negli ultimi due anni? No, ora sono come un rookie e devo capire come funziona la squadra, non voglio rompere gli equilibri ma dare una mano ai compagni. La Serie A? Squadre come Caserta e Venezia sono cresciute molto, anche Capo D’Orlando, Milano sta facendo fatica ad affrontare tre partite a settimana ma col tempo e la pazienza migliorerà secondo me».