Un McCalebb a tratti imprendibile da 19 punti con 7/10 da due e 3 assist guida i suoi, con la collaborazione decisiva di Ogun Savas (12 e 4 rimbalzi) pesante da “digerire” nell’area biancoblu e di un Emir Preldzic (10 e 3 rimbalzi che si trasforma in fattore fondamentale nel quarto di coda. Cruciale il contributo nella prima metà di Omer Onan (12) e Bogdanovic (10), quando Cantù comandava il ritmo, mentre Sato (solo 2 punti) contribuisce alla causa con 8 rimbalzi.
Per la Mapooro grande prova di Cusin (16 con 7/9, ma 1 solo rimbalzo) efficace in attacco dove tira con continuità dalla media e intimidatore dietro, dove pure gli aiuti dei compagni non sono sempre puntuali. Markoishvili (20 con 4/7 da tre) è la fonte principale dell’attacco canturino, insieme ad un Aradori (12, 5/8 dal campo) che trova il suo momento migliore nel terzo periodo, mentre Leunen (5) e Brooks (4 con 6 rimbalzi) contribuiscono con gli intangibles, ma poco in termini di punti. Il ‘motore’ del volitivo Tabu (7 e 5 assist) gira un po’ più lento, limitato dall’influenza che taglia le gambe anche a Tyus e alla fine a Trinchieri viene a mancare l’X-factor da gettare in campo per girare la partita.
In cronaca. Avvio sprint di Cantù con Cusin a ripetizione dalla media e le triple di Tabu e Aradori. Dopo il timeout di Pianigiani il Fener alza la difesa, ha qualcosa da Karaman (6 più 4 rimbalzi) e dalle accelerazioni di McCalebb, ma i biancoblu muovono bene la palla (10 assist nel primo tempo, saranno 16 ala fine) e coinvolgono Tyus, che brucia le poche energie per il +7, toccato più volte fino alla tripla di Onan per il 18-22 che chiude il primo quarto.
Markoishvili inizia da play il secondo quarto contro un lucido Ermis, ma senza Tabu la Mapooro è meno fluida. I turchi controllano i tabelloni (15-9 nei primi 20′) e sorpassano sul 26-25 a 6′ dall’intervallo lungo. L’aggressività dei padroni di casa inceppa l’attacco canturino, ma la seconda tripla di Markoishvili tiene cucito lo score. Trinchieri rimette Tabu per un paio di minuti, poi sceglie di chiudere il quarto con il quintetto alto (si rivede anche Scekic in front line con Leunen e Brooks), ancora con il georgiano da play, ma le perse lanciano i turchi, convertite in transizione da Bogdanovic, due volte al ferro, e da Onan per il parziale interno del +7. La classe di Markoishvili limita i danni con un paio di capolavori per il 43-38 sulla sirena.
Cusin ancora dalla media e col lavoro difensivo segna il buon inizio di ripresa per Cantù, che lamenta però il terzo fallo di Tabu. I bianco blu tornano a -1, sul 45-44, ma non trovano antidoto alle iniziative di McCalebb che alza il ritmo e tiene l’inerzia e il punteggio dalla parte del Fenerbahce (49-44 a metà frazione). L’uscita di Cusin lascia Tyus accoppiato con Savas, che usa bene il fisico in area, ma la Mapooro non molla, con Trinchieri a mischiare i quintetti pescando punti preziosi da Aradori. I turchi però vanno troppo spesso in lunetta (14/15 al 30′ contro il 5/6 ospite) e chiudono avanti 60-55 il terzo periodo.
Sale il conto della palle perse biancoblu in avvio del quarto di coda, il Fener sembra dover spezzare la partita con la fiammata di Preldzic per un nuovo +7. Brooks e Markoishvili tengono Cantù a distanza accettabile, 68-63 a 6′ dalla fine, ma sono troppi i secondi possessi concessi nella propria metà campo. Onan spezza un lungo silenzio nel momento più importante, Sato fa un paio di cose utili e i turchi toccano il +8 a meno di 3′ dal termine sul 75-67. Ancora il Cuso fa sperare Cantù, ma la bomba di Markoishvili per il possibile -3 finisce sul ferro e l’assurda palla persa su rimessa dal fondo tarpa le ali ai sogni canturini. Il tap-in di McCalebb dice che è finita.
Cantù esce a testa altissima dal campo e dalla manifestazione, con qualche rammarico più per le occasioni perse in passato, vedi le sconfitte con Lubiana e i finali in volata lasciati al Panathinaikos, che per una partita dove gli uomini di Trinchieri hanno giocato con personalità e coraggio contro una squadra oggettivamente più forte in questo momento. Un’esperienza, comunque, che fa guardare al prosieguo della stagione con un certo ottimismo, una volta sistemati i noti tasselli mancanti del roster.
Stefano Mocerino
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