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Parlare sporco: Perchè essere tristi della fine del progetto Trash Talkerz

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YouTube Italia non ha mai avuto una ricchezza di contenuti tale da attirare sul sito anche persone che non apartengano al target di giovanissimi, che col tempo, hanno finito per essere i più attivi utenti del Tubo. Per chiunque avesse superato i turbamenti pre adolescenziali You Tube è rimasto un luogo da dove ascoltare musica (prima dell’avvento di Spotify) o vedere piccoli video, spesso artigianali, che non confesseremo mai di aver visto.
Fortunatamente col tempo si sono distaccati da questo marasma formato da gameplay, vlog e video fatti con la telecamera dei vecchi Nokia, anche dei contenuti che provavano a essere più “adulti”, pur senza perdere quel tratto di informailtà, almeno nel linguaggio, che contnua ad essere parte di YouTube.
Tutto molto interessante, direte voi (o forse non lo direte..preoccupati di citare un altro fenomeno dell’internet) ma questo sito si chiama Basket Italy e si presume si parli di pallacanestro su queste pagine,
La corposa parte introduttiva era necessaria a presentare il contesto in cui, un pò più di un anno e mezzo fa, si inseriva un ufo chiamato “Trash Talkerz”.
Trash Talkerz è stato un esperimento che è riuscito nell’impresa di portare l’Nba su YouTube Italia. Trash Talkerz costruiva piccoli video creati per essere fruiti anche sullo schermo di un cellulare. In quasi due anni il progetto, nato come tre amici sul divano che raccontano la settimana Nba, è cresciuto, si è evoluto, probabilmente anche più di quello che credevano i loro stessi creatori.
Trash Talkerz ha riempito un buco che nessuno aveva fatto caso esistesse. D’altronde, come gli appassionati dei videogiochi, anche gli appassionati della palla a spicchi rappresentano una nicchia che, oltre ad essere sempre più ampia, è formata da persone che hanno una passione meno volatile di quella degli appassionati di altri sport. In più il “baskettaro” medio tende ad avere una conoscenza di base della materia molto alta e per questo, se da un lato questo rende possibile il successo di contributi di qualità, dall’altro presenta per il creatore di contenuti un rischio perchè ha di fronte una platea che difficilmente gli perdonerà eventuali leggerezze.
Il canale ha avuto una crescita esponenziale per quanto riguarda la qualità dei suoi video. Un processo inevitabile dovuto anche al fatto che sempre più persone finivano per interessarsi ai contenuti. Questo ha presumibilmente rubato tempo sempre in misura maggiore a quei ragazzi che avevano aperto il canale come un divertissament, per pura passione.
La necessità, e probabilmente anche la voglia, di creare veri e propri piccoli format sempre più elaborati ha creato un canale che si presentava come un unicuum nel suo genere, la cui esistenza era subordinata a un continuo impegno di risorse forse anche economiche, sicuramente fisiche e mentali. Se andate sul canale troverete video dalla durata tutto sommato breve ma tenete conto che è più facile fare un video senza tagli che un lungo unicuum. Tutto questo lavoro non portava alcun tipo di retribuzione di per sè (i soldi con Youtube li fanno in pochi e la gente che ci campa è davvero poca). Nonostante ciò i Trash Talkerz sono riusciti a coinvolgere tanti protagonisti del nostro basket: da addetti ai lavori come Mamoli o Vismara fino a giocatori come l’amico della porta accanto Beppe Poeta (uno degli sportivi per cui è più facile provare empatia) o Soragna.

Beppe Poeta serve a ricordarci che puoi essere uno sportivo e un essere umano piacevole  allo stesso tempo
Beppe Poeta serve a ricordarci che puoi essere uno sportivo e un essere umano piacevole allo stesso tempo

Quando ho iniziato a scrivere questo articolo i verbi erano tutti al presente. Fino a ieri, Natale 2016, Trash Talkerz era un progetto vivo e vegeto e la pubblicazione del suddetto articolo era programmata per dopo le feste, quando i pranzi hanno lasciato spazio ai seguenti sensi di colpa trasformatisi in abbonamenti in palestra.
Il giorno 26 invece è apparso “L’ultimo Scavino” l’ultimo video dei Trash Talkerz. Un video scarno, quasi una storia di Instagram. I ragazzi hanno salutato in maniera asciutta, come ti saluterebbero due amici che hanno capito che dopo le vacanze devono smetterla con le birichinate da università.
Con Trash Talkerz se ne va una piccola ma fantastica anomalia di YouTube Italia. Quando penso a una canzone che potrebbe raccontare bene l’avventura del canale penso a una canzone che non ha nulla a che fare con lo sport. E’ “Il pranzo di Santo Stefano”, la canzone più minimale e meno “rumorosa” nel “Sorprendente Album d’esordio dei Cani”. I Trash Talkerz erano più morigerati e i loro toni erano meno urlati di altri eroi (o presupposti tali) che trovano posto in quel gigantesco album di creazioni indie che è YouTube. Sono stati una canzone breve, come quella di quel disco, ma forse hanno detto molto di più su dove YouTube andrà o almeno dovrebbe andare.
Comunque se ne sono andati davvero dopo il pranzo di Santo Stefano e la mia faccia è davvero quella di un fidanzato lasciato di punto in bianco, la mia faccia è proprio quella “di scusa più che imbarazzo” cantata anni fa da Niccolò Contessa.