Olimpia la svolta serve subito. Ma attenzione a non fossilizzarsi su un unico colpevole
Milano cosi non si può continuare. La situazione ha raggiunto un punto di non ritorno e la partita di ieri è l’emblema di una squadra ormai vuota dentro e allo sbando.
L’accusato principale è ovviamente Jasmin Repesa, reo di non essere riuscito a compattare un gruppo da lui costruito senza essere riuscito a dare un gioco fluido alla squadra. Quel gioco di transizione tanto cercato ma fallito quasi immediatamente complici le condizioni fisiche mai chiarite veramente di Kalnietis, quasi irriconoscibile rispetto al giocatore visto alle Olimpiadi o alle scorse finali scudetto (di cui poteva tranquillamente essere l’Mvp). A tutto ciò si aggiunge il trattamento “misterioso” riservato ad Awudu Abass (al centro del progetto come dice Proli) e Dada Pascolo. Il primo spesso ai margini delle rotazioni e il secondo ormai relegato in panchina quasi 40 minuti.
Però è importante per Milano non ricascare nel giochino del capro espiatorio. Importante non cadere nell’errore del punirne uno per salvare gli altri. Le analisi devono essere più approfondite anche se il tempo stringe.
Al di la dei possibili innesti di mercato (un lungo e un play sono l’obiettivo principale) o dei possibili sostituti in panchina (Cancellieri traghettatore? Recalcati?) la squadra, inteso come giocatori, deve in primis cambiare atteggiamento. Prendiamo in esempio due situazioni di ieri sera.
Contropiede del Panathinaikos e difesa inaccettabile di Milano. Si può parlare di Coach e gestione quanto si vuole ma quando vieni bucato cosi non c’è niente da fare.
Con uno stop frame possiamo vedere come sostanzialmente Mike James in contropiede si trova circondato da 3 giocatori, 4 se contiamo anche Kalnietis sul fondo. Atteggiamento: gambe alte, tutti che guardano la palla e nessuno che fa un passo in aiuto. Raduljica troppo lento per aiutare, Hickman che aspetta un avversario ancora a centrocampo e Sanders che si fa superare come un birillo.
Schiacciata moralmente pesante e Panathiakos in fuga, con milano che non segnava dalla fine del primo quarto. E qui la partita era ancora ampiamente aperta
Secondo caso. Qui entra in campo il fattore gestione sotto l’aspetto del cambio sistematico. Il cambio sistematico di per se non è una tattica orribile ma si può fare con determinati giocatori e con la giusta applicazione.
Come già visto in altre situazioni Milano cambia immediatamente su un blocco, anche senza necessità alcuna. Il risultato è che in due finiscono sul portatore di palla e Singleton può chiudere al ferro in tutta solitudine.
Non è la prima volta che accade, anche in campionato di vede spesso.
Già il campionato. Milano in fondo è in testa con solo una sconfitta subita. Vale come pregio per questa squadra? In termini di risultati forse si ma non può il livello (sicuramente più basso) del campionato mascherare dei problemi che in Europa si presentano sempre più palesi. Una società ambiziosa non può limitarsi ad accontentarsi del proprio orticello, anzi deve crescere e progredire con ambizione partita dopo partita.
La situazione è complessa e trovare una soluzione immediata è un’impresa titanica. La sensazione è che tra coach e squadra si sia rotto qualcosa e forse a pagare sarà proprio Repesa, anche perchè 12 giocatori non li puoi certo cacciare. Ma per rialzare la testa a Milano serve una reazione più profonda, a tutti i livelli, e che riporti fiducia e sicurezza in un organico che deve rendere maggiormente, pur con tutti i difetti che può avere.
L’atteggiamento deve essere diverso fin dalla prossima partita col Barcellona, altra squadra in grande difficoltà