Focus on: Luka Doncic
Uno degli astri nascenti del panorama cestistico europeo sta iniziando a ritagliarsi uno spazio significativo in una delle squadre più ambiziose d’Europa: Luka Dončić, sloveno classe ’99, finisce anche sotto i nostri riflettori.
Eviterò il solito articolo di puro hype, sarebbe troppo facile esaltare un diciassettenne che gioca in pianta stabile al Real Madrid, ma analizzerò le caratteristiche tecniche che gli hanno aperto tale opportunità, dopo aver brevemente ricapitolato le sue statistiche del mese di ottobre.
Nella Liga Acb il Real è a punteggio pieno, e il giovane talento sloveno si è fatto notare nei 18′ minuti di media sul parquet.
– Vs Malaga 6 punti, 2 rimbalzi, 4 assist e 2 turnovers, 100% al tiro – A Valencia 8 punti, 5 rimbalzi, 2 assist e 2 turnovers, 100% al tiro – Vs Murcia 13 punti, 5 rimbalzi, 3 assist e 3 turnovers – @ Estudiantes 3 punti, 7 rimbalzi, 2 assist e 2 turnovers – Vs Saragozza 2 punti, 4 rimbalzi, 9 assist e 1 turnover
In Eurolega il Real è 3-1, battuto in casa dal Baskonia. Doncic ha giocato 15′ di media.
– Vs Olympiacos 11 punti, 5 rimbalzi, 3 assist e 3 turnovers – @ Maccabi 2 punti, 4 rimbalzi, 2 assist – Vs Baskonia 15 punti, 3 rimbalzi, 4 assist e 1 turnover – @ Milano 3 punti e 2 rimbalzi in 4′ sul parquet
Il classe ’99 non ha un ruolo ben definito in campo, gioca solitamente insieme a uno tra Llull e Draper giostrandosi tra gli spot di 1, 2 e 3. In attacco porta palla e inizia i giochi, ma agisce spesso lontano circa un metro dalla punta dell’arco per avere più spazio per il passaggio e una migliore visuale. Nel caso in cui non sia il portatore primario, viene utilizzato come tiratore sugli scarichi in angolo, soprattutto in Eurolega dove è necessaria una gran esperienza in cabina di regia. Il suo repertorio tecnico è completo, dal tiro dalla lunga e dalla media alla penetrazione di potenza fino al gioco spalle a canestro. Può sfruttare dal post i chili e i centimetri di vantaggio rispetto alle guardie avversarie (è infatti due metri con un peso da ala piccola), ma proprio a causa di questa struttura fisica ha difficoltà nel battere le guardie avversarie dal palleggio, non essendo dotato di una velocità eccelsa sul primo passo. Deve anche migliorare alcune letture in contropiede, situazione in cui perde troppi palloni anche per la comprensibile esuberanza giovanile.
In difesa è spesso attento e piegato sulle gambe, ottimo nei close out sui tiratori e negli scivolamenti laterali contro avversari della sua stazza. Caratteristica non usuale per le guardie europee, ama andare in aiuto difensivo, sa come posizionarsi per non commettere fallo pur cercando la stoppata. Non teme cambi difensivi nei ruoli dall’1 al 4, proprio a causa di uno strapotere fisico raramente visto in un diciassettenne, e può tentare con successo l’anticipo contro avversari più grossi. Maggiori problemi possono dargli i blocchi sulla palla e lontano da essa, soprattutto quando si ritrova a marcare una guardia più piccola e rapida di lui, consapevole di come utilizzare il corpo dei lunghi a proprio vantaggio.
Altra atipicità che lo proietta in una versatilità difficile da reperire in Europa è la sua aggressività a rimbalzo su entrambi i lati del campo. Godendo anche del vantaggio di non esser studiato a fondo dagli avversari, Doncic è riuscito a catturare numerosi rimbalzi offensivi e ad aiutare i suoi compagni a controllare i tabelloni in difesa. Una guardia di 2 metri è difficile da tagliare fuori per il diretto avversario, a maggior ragione se questo non è abituato a contendere i rimbalzi in prima persona.
Concludo parlando di ciò che mi ha stupito di più vedendo questo ragazzo. Doncic pare assolutamente consapevole del suo ruolo nella squadra, accettato nelle gerarchie del Real e incoraggiato da mostri sacri come Llull e Ayon. Non si prende responsabilità non sue, rimane in ogni situazione al servizio dei compagni e anche dopo canestro segnato non tenta di ripetersi con conclusioni avventate. Questa caratteristica gli consente di sbagliare pochissimo su un campo di gioco. In futuro dovrà probabilmente cambiare stile ed essere più sfacciato, ma per ora l’unico modo per rimanere in pianta stabile nelle rotazioni madridiste è giocare con composure. Tornando indietro di un paio d’anni, ricordo alcune prestazioni di Mario Hezonja al Barcellona. Il croato era un talento facilmente riconoscibile, ma era quasi un corpo estraneo alla squadra, o meglio, sembrava volersi affermare precocemente come stella assoluta e non rimanere nei ranghi. Doncic è decisamente più disciplinato dell’attuale giocatore di Orlando, e per questo potrà aspirare ad una crescita graduale ma incessante nel corso dell’anno.
Concludo con alcuni highlights del giovane sloveno.
https://youtu.be/nIN6dMP_lG8
https://youtu.be/xMgLEEnZQNE
https://youtu.be/MEmPkkxEtIY
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