La Sidigas Avellino è uscita dall’anticipo di mezzogiorno contro Milano più consapevole delle proprie qualità, come racconta Marco Cusin, a Il Mattino. “Da Milano torniamo con qualche certezza in più. Abbiamo giocato una gara migliore della Supercoppa, riducendo le palle perse, dimostrando di essere cresciuti sotto il profilo della qualità di gioco”.
Sta per cominciare il doppio impegno. «Sono fiducioso. Il doppio impegno non costituirà un problema. Si gioca contro squadre vere, il gruppo dei nostri americani è ovviamente contento. Come dargli torto? Quando si è in salute tutti la cosa più bella e stimolante è giocare più partite».
Il periodo di forma sembra rivedibile. «Continuo ad allenarmi duramente. Cosa posso farci? Passerà. Sono situazioni che ci possono stare. Arrivo da un sistema di lavoro differente con un ruolo diverso in un roster lungo. Giorno dopo giorno mi sto impegnando nel fornire il mio apporto ai compagni. Sono un cestista con precise caratteristiche, sicuramente non un solista. La mia fortuna è quella di aver maturato un distacco rispetto a questo tipo di valutazioni. Possono deprimerti o esaltarti, preferisco passare oltre. Il modo migliore per capire la qualità della propria prestazione è parlare con il coach valutando la gara a bocce ferme».
Fesenko si è già dimostrato un fattore. «È una fortuna averlo in squadra, è davvero illegale quando prende il pallone spalle a canestro. Inevitabile un raddoppio su di lui. Ci alleniamo cercando di servirlo al meglio. In allenamento è dura. In attacco devo correre per sfruttare le mie caratteristiche, ma quando tomo in difesa è complicato non fargli arrivare il pallone. Una volta che l’ha ricevuto, è difficile fare a sportellate. Il problema è che enorme. Lo confesso: a volte non riesco proprio a tenerlo.»