La vittoria contro la Betaland Capo d’Orlando ha consegnato la vetta della graduatoria all’Umana Reyer Venezia in coabitazione con l’EA7 Olimpia Milano, uniche due squadre finora a punteggio pieno della Serie A. Vittoria sì, ma arrivata senza il sostegno della propria Curva, rimasta in silenzio per tutta la partita, che ha esposto solo il grande striscione bianco con scritte rosse “C.Reyer Venezia 1872”, come a Desio nella trasferta con Cantù, per ricordare la storia secolare del club oltre a quello che ha commemorato Cameron Moore.
Come mai tutto ciò? Il motivo del silenzio della curva nasce dalle parole del patron Luigi Brugnaro pronunciate nel video per celebrare il decennale della Reyer targata Umana lo scorso venerdì 23 Settembre alla Misericordia, tempio della pallacanestro veneziana, che ha presentato la Reyer come la società “S.S.D. Reyer Basket Venezia Mestre” : “Nel 2006 da sponsor del basket femminile ho pensato di costruire un progetto più ampio che prevedesse la fusione della Reyer maschile, della Reyer femminile e del Basket Mestre – ha dichiarato Brugnaro nel filmato – Ho costruito questa fusione insieme a tanti amanti della città e da allora abbiamo fatto un percorso lungo e di grande cuore. Mi ricordo quando siamo entrati nel Taliercio abbiamo trovato il vuoto più totale, però abbiamo trovato il calore umano di tanta gente”.
Apriti cielo! Nel primo pomeriggio del giorno successivo il Basket Mestre 1958 aveva emesso un comunicato sulle parole di Brugnaro precisando che “non c’è mai stata alcuna fusione che abbia riguardato il Basket Mestre con la Reyer. La Reyer ha acquistato nel 2008 la società Bears Mestre, che non ha mai avuto nulla a che fare con il Basket Mestre».
In serata, sempre di sabato 24 Settembre, è arrivata la nota ufficiale della Reyer :
«L’Umana Reyer precisa che nel 2006 sono state riunite sotto un’unica proprietà le società Reyer femminile, Reyer maschile e Bears Mestre, quest’ultima in quegli anni prima realtà mestrina di basket. Il messaggio di unione lanciato da Luigi Brugnaro, divenuto da quel momento presidente della società Reyer Venezia Mestre, era volto alla condivisione del progetto della nuova società che voleva e vuole abbracciare tutta l’area metropolitana della Città di Venezia».
Una nota che non ha per nulla calmato la rabbia dei tifosi della curva, i Panthers 1976, che si sono sentiti defraudati e spogliati di un nome e di un’identità storica che cozza contro il disegno “metropolitano” del patron orogranata. Sulla propria pagina Facebook hanno espresso la propria esternazione con un lungo comunicato il giorno dopo le dichiarazioni di Brugnaro ritenute uno scempio per aver cancellato e sconvolto 144 anni di storia. Poi, nel primo pomeriggio del 2 Ottobre, giorno della partita di Desio contro Cantù, hanno postato un lungo commento dove si chiede se la squadra è la Reyer Venezia nata nel 1872 o un “giocattolo” con un nome “simile”, con realtà territoriali diverse da quelle originali e con soli 10 anni di vita; che venga decisa una volta per tutte la denominazione utilizzare dalla società in rete, sui social o nelle registrazioni istituzionali; come mai c’è stata una discordanza di date ed eventi, compreso il termine “fusione” pronunciato da Brugnaro alla Misericordia, in riferimento all’operazione effettuata nel 2006.
Così è arrivata la decisione in segno di protesta di manifestare con il silenzio, dalla prima giornata a Desio che in questa domenica con Capo d’Orlando che rischia di proseguire anche per le prossime a partire dal Reyer Day di questa domenica con Trento, se non ci saranno indicazioni diverse nelle riunioni del gruppo e soprattutto risposte da parte di proprietà e dirigenza nel fare chiarezza, ma per ora dalla società non è arrivata ancora risposta pubblica o un confronto.
Un’atmosfera della curva in silenzio quasi irreale, ripensando al catino ribollente di tifo dell’ultima parte della regular season e, soprattutto, dei playoff di qualche mese fa nelle due serie contro Cremona e Milano. E Brugnaro? Il sindaco domenica non era alla partita con Capo, impegnato a New York e rientrerà in sede a metà settimana.
«Spero domenica di vedere il Taliercio pieno di tifosi» dice il presidente Federico Casarin, al ritorno dall’assemblea di Lega,«che sostengano tutte e due le squadre impegnate nel Reyer Day, da autentico sesto uomo. Il pubblico ci è sempre stato vicino, noi possiamo garantire il massimo impegno». Gli altri settori del Taliercio, in particolare i tifosi alle spalle e a fianco della panchina della Reyer, hanno cercato, con il trascorrere dei minuti, di coinvolgere tutti gli altri settori del palasport. Una situazione di stallo che finisce con penalizzare soprattutto la squadra.
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