Continuiamo la nostra analisi delle squadre NBA; oggi tocca a un team del quale si è parlato molto in estate durante il mercato, gli Oklahoma City Thunder, chiamati a dimostrare che c’è vita anche dopo Kevin Durant.
LA STAGIONE 2015/16
Il 2015/16 sarà un anno che a Oklahoma City in molti ricorderanno a lungo. La stagione delle 55 vittorie, del 3-1 in finale di Conference contro i Warriors, l’ultima stagione di Kevin Durant con la maglietta dei Thunder. Eppure, a inizio anno non era facile fare previsioni così rosee, visto il cambio di allenatore, con il giovane Billy Donovan chiamato al posto di Scott Brooks e la regular-season inarrestabile di Golden State e San Antonio, che lasciava per l’ottimo team di una delle migliori coppie che la pallacanestro contemporanea possa ricordare (Westbrook-Durant) il terzo posto a Ovest. Nei playoff i Thunder hanno dato il meglio, sbarazzandosi degli Spurs in semifinale di Conference e assaporando la gran finale, con quel 3-1 di vantaggio su Golden State diventato poi 3-4 e che lascia tanti rimpianti. A parte un Kevin Durant inarrestabile con 28.2 punti (terzo massimo realizzatore dell’NBA dietro a Curry e Harden) e 8.2 rimbalzi di media e un Russell Westbrook capace di piazzare triple-doppie a piacere e chiudere la regular season con 23.5 punti, 10.4 assist e 7.8 rimbalzi, i lunghi Enes Kanter e Serke Ibaka hanno coperto bene il loro ruolo, e nei playoff è emersa la figura del neozelandese Steven Adams.
L’ADDIO DI DURANT, SI CAMBIA PAGINA
La partenza insapettata di Kevin Durant verso Golden State è stata indubbiamente il movimento di mercato che più ha fatto parlare quest’estate. A Oklahoma City non se l’aspettavano; per il giocatore, diventato free-agent, era pronto un cospicuo rinnovo di contratto, ma alla fine l’ala piccola nativa di Washington ha deciso divorziare dal franchise con il quale aveva sempre giocato dal draft nel 2007 (con trasferimento da Seattle SuperSonics a Oklahoma City Thunder compreso) per raggiungere il super-team di Golden State. Altre partenze importanti sono state quelle di Serge Ibaka e Dion Waiters, ma ci sono state anche nuove incorporazioni di assoluto livello, prima fra tutte quella di Victor Oladipo, che a solo 24 anni è una delle guardie più promettenti della lega anche dal punto di vista difensivo. Inoltre i Thunder si sono internazionalizzati ulteriormente con l’arrivo del turco Ilyasova, del francese Joffrey Lauvergne, e dei rookie: il lituano Domantas Sabonis (via draft) e lo spagnolo del Barcellona Álex Abrines, che il team aveva scelto nel draft del 2013.
LA STELLA: RUSSELL WESTBROOK
Con la partenza del suo compagno di ballo dopo otto stagioni assieme, Russell Westbrook è diventato il solo ed assoluto leader dei Thunder. L’eccentrico playmaker californiano ha recentemente rinnovato il suo contratto con il franchise di Oklahoma City, estendendolo per tre stagioni, e cercherà di trovare con i suoi vecchi e nuovi compagni quella chimica speciale che lo legava a Kevin Durant. Westbrook è stato cinque volte All-Star e per due volte si è aggiudicato il titolo di MVP dell’evento, ora in molti lo vedono come candidato al titolo di MVP dell’NBA. Dopo le 18 triple-doppie dell’anno scorso è chiaro che le speranze di gloria di Oklahoma passano per le sue mani.
L’OBIETTIVO
Per una squadra che l’anno scorso ha sfiorato la finale NBA, nonostante la partenza di uno dei suoi giocatori più rappresentativi, l’obiettivo è sempre quello: terminare tra el prime quattro della regular-season a Ovest e passare un paio di turni di playoff. Difficile capire se, senza Durant, la squadra possa essere considerata comunque un “contender” al titolo o se le aspettative vanno un po’ ridimensionate, molto dipende da come si integreranno i nuovi acquisti e come assumerà Westbrook il ruolo di unico capitano della nave.