Manca sempre meno all’inizio della stagione NBA e proseguiamo con le nostre analisi; oggi tocca ai Denver Nuggets, una delle squadre più seguite in Italia per un semplice motivo: Danilo Gallinari.
LA STAGIONE 2015/16
I Nuggets si presentavano al via della stagione 2015/16 con molte novità, lo scorso anno poteva considerarsi praticamente un “anno zero”, un nuovo inizio dopo i problemi vissuti nelle stagioni anteriori e culminati con la destituzione di Brian Shaw e uno spogliatoio rotto. Il nuovo coach Michael Malone, i rookie Emmanuel Mudiay e Nikola Jokić e un giovane al secondo anno come Gary Harris hanno portato una ventata di novità in Colorado. Sebbene il record non sia stato esaltante, con 33-49, gli addetti ai lavori sono concordi nel considerare il 2015/16 un anno “positivo”. Lo è stato per la costruzione di una squadra nel vero senso della parola: un gruppo di ragazzi che si rispettano e credono in sé stessi e nei compagni di squadra. Danilo Gallinari, infortuni alle caviglie a parte che hanno gettato un po’ d’ombra su un’ottima stagione dal punto di vista statistico, è stato, nei corso dei 53 incontri disputati, l’autentico trascinatore dei suoi, sfiorando i 20 punti di media per partita (19.5), oltre a 5.3 rimbalzi e 2.5 assist. L’infortunio che ha tenuto fuori Wilson Chandler per tutta la stagione e un Kenneth Faried estremamente discontinuo ha messo in groppa all’azzurro tutta la responsabilità di una squadra giovane e inesperta. In ogni caso i Nuggets hanno lottato quasi sempre, perdendo poche partite con un ampio svantaggio e togliendosi la soddisfazione di essere stata l’unica squadra a battere sia i Warriors che gli Spurs.
LA VANA PERSECUZIONE A WADE E I TRE NUOVI ROOKIE
L’estate in casa Nuggets è stata relativamente tranquilla. Dopo un ottimo draft, che ha permesso ai Nuggets di aggiungere al proprio roster tre giovani di belle speranze come il canadese Jamal Murray (7ª scelta), lo spagnolo Juancho Hernangómez (15ª) e lo statunitense procedente da una familia di due generazioni di attori di Hollywood Malik Beasley (19ª), la dirigenza del franchising del Colorado si era inserita con forza nella caccia a Dwayne Wade. L’ex stella dei Miami Heat ha partecipato a una riunione con il GM Tim Connelly e il suo entourage, per poi tornare nella “sua” Chicago e lasciando ai Nuggets solo belle parole. La free agency si è così conclusa con la sola firma di Darrell Arthur, che aveva rinunciato alla sua player-option con gli stessi Nuggets per vedersi esteso il contratto per tre nuove stagioni. Il rientro di Wilson Chandler dopo un anno ai box è visto da tutti come “aver contrattato un nuovo giocatore” e anche Jusuf Nurkić al 100% è una grande forza in più rispetto all’anno anteriore. Mudiay, Jokić, Harris e Barton erano migliorati tantissimo durante la stagione scorsa, e già questo progresso fa sì che la squadra, anche se con praticamente gli stessi nomi, sia in prospettiva molto più competitiva e pericolosa rispetto all’anno anteriore.
LA STELLA: DANILO GALLINARI
Giovani che crescono, nuovi rookie, infortunari che rientrano… Tante belle cose, sì, ma questi Denver Nuggets erano, sono e saranno sempre più la squadra di Danilo Gallinari. L’ala azzurra, come ben sappiamo, ha avuto fino al momento una carriera sportiva brillamente ma falcidiata dagli infortuni, che hanno fermato più volte il giocatore proprio sul più bello. Toccando ferro, se il Gallo resta sano per tutta la stagione, il 2016/17 dovrebbe proprio essere il suo anno della consacrazione, quello che potrebbe portarlo a disputare finalmente un All-Star e riassaporare, questa volta come assoluto protagonista, la post-season. Gli ingredienti ci sono tutti: a 28 anni è nel pieno della sua carriera agonistica, abbastanza esperto da essere considerato un veterano, ma ancora giovane per essere il leader in campo; è il giocatore con più talento offensivo della squadra e la sua estrema duttilità, che va tanto di moda nella pallacanestro moderna, è un punto di forza particolarmente amato da Malone. Gallinari con un pallone da basket tra le mani può fare di tutto: tirare da fuori, penetrare in area e prendere falli che lo mandano sistematicamente in lunetta, aprire il gioco verso i compagni o inventarsi qualche magia delle sue. Inoltre, il giocatore ha più volte ribadito il proprio attaccamento alla città di Denver e alla squadra, e quest’anno non è solo: i suoi “pulcini” sono cresciuti.
L’OBIETTIVO
L’obiettivo detto, ribadito ed esternato da tutti è solo uno: tornare a disputare i Playoff. I Nuggets mancano l’appuntamento con la post-season dal 2012-13, da quell’aprile maledetto in cui Gallinari incappò nell’infortunio al crociato anteriore del ginocchio. Troppi anni fuori dalla lotta tra le squadre che contanto. La West Conference è estremamente competitiva e centrare l’obiettivo non sarà facile, ma la continuità nell’NBA è un fattore spesso sottovalutato. I Nuggets sono gli stessi dell’anno scorso, con un anno in più d’esperienza, con Gallinari, Chandler e Nurkić sani, con tre nuovi rookie pronti ad apportare la loro energia, con fuducia nei propri mezzi, con passione per la città e la squadra, con il Gallo pronto a cantare assieme ai suoi pulcini.