La Raggi dice no alle Olimpiadi di Roma 2024 e il basket italiano perde due volte
La conferenza stampa del sindaco di Roma Virginia Raggi, che nella serata di mercoledì ha confermato che la sua giunta è contraria alla candidatura della città per le Olimpiadi, ha segnato un brusco stop nel progetto di Roma2024. Al di là delle considerazioni politiche, la delusione per gli sportivi è sicuramente alta, ma lo è in particolare per tutti gli appassionati di basket che si sono visti sconfitti due volte. La rinuncia alle Olimpiadi priva di un comodo pass le nostre Nazionali maggiori che, come abbiamo avuto amaramente modo di constatare durante il Preolimpico, non riescono a raggiungere la manifestazione a cinque cerchi neanche quando tutto sembra apparecchiato per loro. Al torneo maschile manchiamo dal 2004 e al femminile dal 1996. L’Olimpiade in casa ci avrebbe dato una spinta importante e avrebbe potuto mettere a frutto anche gli ottimi risultati che le Nazionali femminili under stanno ottenendo in questi anni (3 podi europei negli ultimi 4 anni per l’Under 20 e l’argento mondiale dell’Under 17 quest’estate). Non è detto comunque che le nostre Nazionali non riescano a strappare un pass olimpico, anche se la certezza è sicuramente meglio della possibilità, soprattutto in queste condizioni. La seconda grande sconfitta per il basket italiano, però, arriva per la vanificazione del lavoro del Presidente FIP Gianni Petrucci, che ha sfruttato tutto il suo potere per far rientrare i club italiani sotto l’egida della FIBA (anche la Francia non ha squadre in Eurocup e anche lei è candidata a ospitare le Olimpiadi del 2024). Una querelle durata tutta l’estate e che sarebbe servita come credito da spendere presso il CIO con Patrick Baumann, membro sia del Comitato Olimpico che Segretario Generale della FIBA. Un credito che a questo punto rischia di diventare inesigibile, visto che manifestazioni internazionali in Italia possono ospitate giusto in 2-3 palazzetti. Ancora una volta, quindi, l’impressione è che il basket italiano esca sempre sconfitto sia dalle scelte proprie, che da quelle altrui.