Italbasket – Belinelli: “Messina ci porterà esperienza e mentalità vincente. Sacramento? Ecco cosa non ha funzionato..”
L’Italbasket punta Rio, la Nazionale di coach Ettore Messina vuole essere alle Olimpiadi di Rio 2016. Per farlo dovrà vincere il Torneo Pre-Olimpico di Torino affidandosi ai suoi uomini migliori. Tra questi c’è ovviamente Marco Belinelli, veterano della NBA ed unico giocatore azzurro ad aver mai alzato l’ambito Larry O’Brien Trophy. La stagione degli Spurs è andata e, dopo non esser riuscito a centrare l’obiettivo agli Europei della scorsa estate, anche in maglia Sacramento Kings non è andata esattamente come ci si aspettata. Il poker face azzurro ha fatto il punto della situazione ai microfoni di Gazzetta.it, ecco le sue parole:
Marco, come arriverà a questo appuntamento?
“Il preolimpico ci permette di sognare l’Olimpiade in Brasile. È un grande obiettivo, che abbiamo ottime opportunità di raggiungere perché siamo un gruppo giovane e motivato”.
Qual è la forza di questa Nazionale?
“Il gruppo. Ho cominciato in Nazionale con gente come Basile, Galanda e Marconato fino ad arrivare a questo gruppo, che è cresciuto tantissimo negli ultimi 2-3 anni. Farà la differenza, come l’ha fatta quando ho vinto con San Antonio: è lì che ho capito che l’importanza del gruppo e dello stare bene insieme è fondamentale per vincere”.
Una delle novità di questa Italia è Ettore Messina c.t.
“È un grandissimo allenatore che ha vinto dappertutto. L’ho avuto quando avevo 15-16 anni alla Virtus, poi l’ho ritrovato da assistente a San Antonio. Adesso avrò la fortuna di averlo come capo allenatore in Nazionale: mi aspetto da lui un atteggiamento diverso di quello che aveva agli Spurs, ma ci porterà esperienza e mentalità vincente che è quello di cui abbiamo bisogno”.
Il preolimpico si gioca a Torino: il fattore campo farà la differenza?
“Mi aspetto tantissimo pubblico, cosa che potrebbe aggiungere pressione. Ma ricordo ancora quando abbiamo affrontato la Spagna a Berlino lo scorso anno all’Europeo: c’erano tantissimi tifosi, lo conservo come uno dei ricordi più belli della mia vita. Per questo non vedo l’ora di cominciare a Torino”.
Scambierebbe il suo anello NBA con una medaglia olimpica?
“Per ora mi tengo l’NBA, ma l’Olimpiade mi sembra un evento fantastico. Mi hanno raccontato di un’atmosfera incredibile, sono intrigato da questa mescolanza di sport per cui si sta tutti insieme e magari sei vicino di stanza di un grande campione di atletica. Voglio fare in modo che diventi un’esperienza personale”.
A proposito di NBA, questa è stata una stagione negativa per lei.
“Penso che ci sia da imparare anche da stagioni difficili come queste. Mi aiuterà a crescere come persona”.
Cosa non ha funzionato a Sacramento?
“Non c’era un bel gruppo, non c’era fiducia nell’allenatore e negli assistenti, non ci siamo allenati bene… Ho visto che si sono mossi bene, licenziando Karl e prendendo Joerger che secondo me può far bene. Questo cambio in panchina deve essere un punto di partenza”.
Quanta voglia ha di vincere ancora?
“Tantissima. Venendo da San Antonio, a Sacramento ho subito notato cosa non andava. Mancava mentalità vincente da parte di alcuni compagni di squadra. Io invece voglio vincere, e voglio farlo adesso: per farlo deve succedere qualcosa. Sono legato a Sacramento e ho fiducia nei Kings. Vedremo cosa succederà in estate, in NBA non si può mai sapere…”.
A proposito, su chi punta per il titolo?
“Dico Cleveland. Golden State è sulla bocca di tutti, coi suoi giocatori fenomenali a cominciare dall’mvp. I Cavs sono stati un po’ messi da parte, e credo che questo sia per LeBron James uno stimolo ulteriore per dimostrare che è ancora lui il più forte. È cresciuto tantissimo mentalmente, gioca con la squadra e dimostra sempre di voler vincere. Golden State-Oklahoma City? Vedo i Thunder molto carichi dopo aver eliminato San Antonio…”.