Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Alessandro Gentile analizza il finale di stagione che attende la sua Olimpia Milano.
COME SI ARRIVA AL RUSH FINALE?
“Ogni stagione è diversa, questa è stata piena di alti e bassi. Se guardiamo al nostro rendimento in Europa, abbiamo fatto male ma, vista la finale Cska-Fenerbahce di Eurolega, non siamo di quel livello. Lo eravamo due anni fa, poi sono cambiate tante situazioni. Quest’anno non abbiamo avuto fortuna: come si può definire il mio ultimo infortunio, la lesione alla mano destra rimasta impigliata nella canotta di un avversario, se non un colpo di sfortuna? E’ vero che bisogna essere pronti a cogliere le opportunità che si presentano durante la stagione come ha fatto per esempio Bobby Dixon, tagliato diverse volte, anche in Italia, prima di diventare protagonista a Istanbul. Chi avrebbe mai scommesso 2-3 anni fa di vederlo all’opera nelle finali di Eurolega?”
STANCHEZZA PER IL PREOLIMPICO?
“Direi di no, meglio avere due gruppi diversi mescolando le energie di tutti. Certo, i tre che arrivano dalla Nba hanno più vantaggi dovuti al sistema americano dove il recupero per gli atleti è una priorità”.
MESSINA PARTE IN ANTICIPO
“Penso di sì anche se alcuni dei convocati potranno radunarsi solo a fine playoff, più o meno a metà giugno. Naturalmente spero per me che sia così”.
LA SFIDA A VENEZIA
“Difficile perchè l’Umana è una squadra in crescita che tanti a inizio stagione hanno pronosticato per il titolo. Ha un budget importante e giocatori di livello internazionale, da ultimo Pargo, talento assoluto. Tutti ci danno per favoriti ma a Venezia non possono nascondersi”.
E LA FINALE?
“Spero Reggio Emilia, così posso affrontare mio fratello Stefano. Lo scudetto comunque vada resterebbe in famiglia”.
